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Crescere in un contesto di povertà: minore connettività cerebrale e più rischio depressione

Secondo un recente studio, quanto più l'ambiente di vita è povero, tanto più ippocampo e amigdala mostrano deboli connessioni con la corteccia frontale. 

Di Claudio Nuzzo

Pubblicato il 28 Gen. 2016

Crescere in un contesto di povertà diminuisce la connettività cerebrale e predispone a sintomi depressivi.

Tra le molte conseguenze negative che si associano al crescere in un contesto economicamente povero, basandosi sulle conclusioni tratte dal team della Washington University St. Louis, vi è anche una ridotta connettività tra le aree del cervello.

Infatti, analizzando le scansioni fMRI di 105 bambini con età compresa tra i 7 e i 12 anni, i ricercatori hanno osservato come alcune strutture chiave nel cervello fossero connesse in modo differente nei bambini poveri rispetto ai bambini cresciuti in un contesto più ricco. Nel dettaglio, quanto più la famiglia e il contesto del bambino erano poveri, tanto più l’ippocampo e l’amigdala mostravano deboli connessioni con la corteccia frontale superiore, il giro linguale, il cingolo posteriore e il putamen. In aggiunta, i bambini cresciuti in una famiglia povera durante l’età prescolare avevano una probabilità maggiore di sviluppare sintomi depressivi all’età di 9 o 10 anni.

In passato, gli studi che hanno indagato le differenze neuroanatomiche associate ad un basso status socioeconomico dei bambini hanno riscontrato un volume ridotto dell’ippocampo e dell’amigdala.

Oggi, attraverso le conclusioni di tale studio, il team della dott.ssa Barch e del dott. Couch può affermare come anche la connettività di queste due strutture con il resto del cervello risulti più debole nei bambini poveri e, stando alle considerazioni del gruppo di ricerca, meno funzionale per la regolazione delle emozioni e dello stress.

Tuttavia, mentre le differenze nel volume cerebrale possono essere superate nel corso della crescita grazie ad un valido supporto genitoriale, ciò non vale per il miglioramento della connettività.

I bambini cresciuti in povertà tendono ad esibire peggiori capacità cognitive, un più basso livello educativo e sono più a rischio di sviluppare disturbi psichiatrici come depressione e comportamento antisociale. I ricercatori hanno ipotizzato che fattori come stress, l’esposizione ad un ambiente avverso (i.e: una dieta povera, fumo di sigaretta dei genitori, etc.) e una scarsa educazione, possano contribuire ai problemi che i bambini svilupperanno nella vita.

Le conclusioni di questo studio suggerirebbero, quindi, che la povertà durante l’infanzia influenzi in senso negativo lo sviluppo della connettività dell’ippocampo e dell’amigdala con le altre aree cerebrali, in maniera tale da predisporre a sintomi depressivi negli anni successivi.

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