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Drop-Out (2014) di Federico Batini – Recensione

Ogni storia del libro ha purtroppo un fil rouge: ragazzi che non hanno abbandonato la scuola ma una scuola che ha abbandonato loro e il loro futuro.

Di Guest

Pubblicato il 11 Gen. 2016

Segoloni Sonia

Ogni storia del libro ha purtroppo un fil rouge: il fatto di non aver abbandonato loro la scuola ma che la scuola abbia abbandonato loro. I sentimenti più ricorrenti tra questi ragazzi sono lo smarrimento e la rabbia ma soprattutto la delusione verso questa istituzione che li ha lasciati soli mentre avevano più bisogno di essere seguiti.

Il volume si presenta così suddiviso: Introduzione, Parte prima, Parte seconda. Nell’introduzione, ‘Di cosa parliamo quando parliamo di drop-out?’ a cura di Guido Benvenuto viene innanzitutto esplicitato il tema chiave del libro, ovvero i drop-out.

Con questo termine ci si riferisce ai ragazzi che abbandonano il ciclo scolastico prima di averlo completato. L’autore tratta questo fenomeno, ormai sempre più in espansione nel nostro Paese, dal punto di vista dei ragazzi, parte quindi dalle loro motivazioni, dai loro sentimenti, dalle cause che hanno portato questi ragazzi a troncare il percorso educativo troppo precocemente e dalle conseguenza riportate da questa scelta.

Tutto ciò verrà trattato nella prima parte, intitolata ‘Perchè ascoltare i drop-out?’. In questo capitolo viene proposta una larga e dettagliata definizione del termine drop-out e vi si chiarifica l’attuale situazione italiana anche in relazione con altri paesi europei grazie ai dati forniti dall’Eurostat: l’Italia risulta possedere il minor numero di laureati e diplomati rispetto a tutta l’Europa; infatti la percentuale di drop-out nel nostro paese è arrivata ormai al 17%.

Nella seconda parte, ‘Voci’, incontreremo dei ragazzi intervistati di età compresa tra i 16 e i 19 anni residenti nelle regioni Umbria e Toscana. Ogni storia ha purtroppo un fil rouge: il fatto di non aver abbandonato loro la scuola ma che la scuola abbia abbondato loro. I sentimenti più ricorrenti tra questi ragazzi sono lo smarrimento e la rabbia ma soprattutto la delusione e il disprezzo verso questa istituzione che li ha lasciati soli nel momento in cui loro avevano più bisogno di essere seguiti e accompagnati verso il loro futuro. La ricerca, condotta dal Professor Batini con un gruppo di suoi collaboratori, si basa sui dati ricavati da sessantasette interviste narrative semi-strutturate, tra le quali ventisette somministrate a ragazzi provenienti da Arezzo e quaranta da Perugia. È emerso che le cause dell’abbandono scolastico sono varie, ma le più ricorrenti sono: cattivi rapporti relazione con insegnanti e il voto di condotta.

Il libro ha inoltre lo scopo di abbattere i tanti pregiudizi che gravitano intorno ai Drop-out, troppo spesso etichettati come gli sbandati, gli svogliati: ‘ha abbandonato la scuola perchè non aveva voglia’ oppure ‘è andato a lavorare senza finire il liceo perchè non aveva abbastanza capacità per farcela’.

No. Non è assolutamente così, spesso la voglia del ragazzo nello studiare una data materia o un corso scaturisce dalla passione e dalla bravura derivanti dall’insegnate. Se non si parte da queste fondamenta, che devono essere solide, non si potrà costruire nulla di concreto e duraturo. Nel testo troviamo inoltre argomenti difficili come il bullismo, problemi familiari e difficoltà di apprendimento che i ragazzi non possono affrontare e gestire da soli, bisogna quindi dare loro il giusto e adeguato sostegno per rimettersi in piedi, prenderli per mano e accompagnarli verso il futuro che loro sperano di avere.

Personalmente non ho mai pensato di abbandonare il ciclo formativo, di sicuro ho avuto ripensamenti magari sulla scelta della scuola o dell’indirizzo, però ho degli amici che hanno smesso e le cause si sono poi rivelate essere un pessimo rapporto con quasi tutti gli insegnanti e la scelta errata del liceo. Uno di questi amici in particolare, dopo un periodo in cui ha deciso di lavorare, fortunatamente si è convinto a riprendere il ciclo di studi, terminandolo poi con successo. Attualmente questo ragazzo frequenta l’ultimo anno di Università ed è uno dei più brillanti del suo corso.

Mi ha colpito questo saggio, e credo che sia adatto sopratutto agli insegnanti. Le citazioni che ritengo più significative sono le seguenti:

Gino apprezza il percorso formativo mentre non apprezzava affatto la scuola, infatti non partecipava se non sporadicamente, anzi più spesso non andava proprio a scuola.

pag.77 – ‘Voci’

 

In classe mia c’era un ragazzo… un ragazzo… insomma uno non, non tanto normale, invece di aiutarlo gli urlavano e basta, a me mi mettevano voti bassi solo perché io quando qualcosa non andava glielo dicevo, mia mamma mi diceva sempre devi avere più rispetto ed è meglio che tieni chiusa un po’ quella bocca, ma perché io le ingiustizie non le posso vedere. Come quel giorno che mi ha messo 6 perchè non ero d’accordo sulla sua idea di uguaglianza tra i popoli, mi meritavo almeno un 7.

pag. 160 – ‘Voci’

 

Orientare un soggetto sulla base di ciò che, in un determinato contesto, non sa e non sa fare è un processo di etichettamento che non prelude a percorsi felici e appaganti, ma ad autosvalutazioni cognitive, bassa motivazione, percezione di inadeguatezza.

pag.18 – ‘Perchè ascoltare i drop-out?’

Non ho riscontrato limiti alla ricerca che considero sia stata portata avanti con molto tatto e senza pregiudizi alcuni, mettendo questi ragazzi a proprio agio senza farli sentire degli emarginati. Considerate le percentuali, piuttosto preoccupanti, dei ragazzi che lasciano il percorso di studi trovo l’argomento di questo saggio più che attuale, ci fa conoscere uno dei tarli più pesanti e che porta più conseguenze negative della società attuale.

Io credo che la disoccupazione derivi molto anche dalla insufficiente e spesso assente preparazione che presentano i ragazzi, bisognerebbe alzare gli standard della cultura e dovremmo affacciarci al mondo lavorativo professionalmente più consapevoli e preparati.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Batini, F. (2014). Drop-out. Fuori Onda Editore
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