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Gli effetti negativi delle interruzioni del sonno

Svegliarsi più volte durante la notte è dannoso: in particolare, ciò che ne risulta maggiormente danneggiato sembrano essere gli stati d'animo positivi.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 12 Nov. 2015

Secondo uno studio condotto da ricercatori della Johns Hopkins Medicine svegliarsi più volte durante la notte è dannoso, più di quanto non lo sia la stessa quantità ridotta di sonno ma senza interruzioni, in particolare ciò che ne risulta maggiormente danneggiato sono gli stati d’animo positivi.

I ricercatori hanno studiato 62 uomini e donne assegnati in modo casuale a tre condizioni sperimentali in cui dovevano dormire in una stanza di ricerca clinica ospedaliera per tre notti consecutive: risvegli forzati, un ritardo nell’orario in cui si va a letto o sonno ininterrotto.

Dopo la prima notte, i partecipanti sottoposti alle condizioni risvegli forzati (otto) e quelli con ritardo nel sonno, hanno mostrato configurazioni simili di bassi stati d’animo positivi e alti stati d’animo negativi, misurate con un questionario standard di valutazione dell’umore somministrato prima di andare a letto in cui veniva chiesto di valutare l’intensità di una varietà di emozioni positive e negative.

Le differenze significative però sono emerse dopo la seconda notte: il gruppo di risveglio forzato ha avuto una riduzione del 31% degli stati d’animo positivi, mentre il gruppo sonno ritardato ha avuto un calo del 12% rispetto al primo giorno. Non sono state invece trovate differenze significative nell’umore negativo tra i due gruppi in uno qualsiasi dei tre giorni.

Questi dati nell’insieme mettono in evidenzia come la frammentazione del sonno sia particolarmente dannosa per gli stati d’animo positivi. Quando il sonno è disturbato per tutta la notte, infatti, non si ha la possibilità di progredire attraverso le fasi del sonno per ottenere la quantità di sonno a onde lente che è fondamentale per garantire il senso di ristoro.

Secondo i ricercatori anche se lo studio è stato condotto su soggetti sani senza patologie del sonno, i risultati possono applicarsi anche a chi soffre di insonnia: i risvegli frequenti durante la notte infatti sono comuni tra i neo-genitori e gli operatori sanitari in guardia notturna, ma è anche uno dei sintomi più comuni tra chi soffre di insonnia; chi soffre di insonnia infatti non fa mai l’esperienza di un sonno ristoratore perchè dorme a singhiozzo.

L’umore depresso è un sintomo comune di insonnia; il team di ricerca per indagare questo legame ha utilizzato un test chiamato polisonnografia – che monitora alcune funzioni del cervello e del corpo mentre i soggetti dormono – per valutare le fasi del sonno.

Il gruppo risveglio forzato, rispetto al gruppo sonno ritardato, ha avuto periodi più brevi di sonno profondo a onde lente. La mancanza di sufficiente sonno ad onde lente ha mostrato un’associazione statisticamente significativa con la riduzione degli stati d’animo positivi. Inoltre il sonno interrotto ha colpito diversi aspetti degli stati d’animo positivi, riducendo non solo i livelli di energia, ma anche i sentimenti di simpatia e cordialità.

Lo studio suggerisce anche che gli effetti del sonno interrotto sull’umore positivo siano cumulativi, infatti le differenze tra i gruppi sono emerse dopo la seconda notte e hanno continuato il giorno dopo la terza notte di studio; possiamo immaginare quali siano gli effetti dei disturbi del sonno cronici correlati alla mancanza di periodi di adeguato sonno ad onde lente.

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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