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Shyness vs. Social Anxiety Disorder – Dal Forum di Formazione in Psicoterapia di Assisi 2015

Secondo molti autori la timidezza e l'ansia sociale si collocano lungo un continuum di intensità crescente e sono caratterizzate da vergogna e imbarazzo

Di Francesca Fiore, Benjamin Gallinaro

Pubblicato il 04 Nov. 2015

Aggiornato il 29 Mag. 2019 10:11

Shyness vs. Social Anxiety Disorder

Benjamin Gallinaro, Francesca Fiore

Introduzione

Timidezza e Disturbo d’Ansia Sociale (conosciuto anche come Fobia Sociale) sono due condizioni di “discomfort sociale”, la prima frequente e non clinicamente rilevante, la seconda appartenente alla più ampia categoria dei disturbi d’ansia.
Secondo molti autori entrambe le condizioni si collocano lungo un continuum a intensità crescente e sono connotate da emozioni di imbarazzo e vergogna che si manifestano in contesti interpersonali. Non sempre tali condizioni risultano immediatamente distinguibili. Per poter intervenire in maniera efficace e adeguata su entrambe, occorre riuscire a differenziarle con maggior precisione. In tal senso appare importante individuare le credenze centrali e i fattori di mantenimento che le caratterizzano.

Obiettivo

Questo lavoro di ricerca si propone di indagare quali credenze cognitive razionali e irrazionali, basate sulla teoria della REBT e quali processi (perfezionismo, criticismo, rimuginio, ruminazione) e credenze metacognitive sono alla base del costrutto della timidezza (shyness). Oltre a ciò lo studio si propone di individuare gli elementi di differenziazione rispetto alle credenze che sottendono il Disturbo d’Ansia.

Metodo

Per individuare le credenze centrali legati alla Timidezza è stato condotto uno studio su un campione di popolazione normale utilizzando una batteria di test composta da:

Attitudes and Belief Scale (ABS-R II),

Perfectionism Scale,

Perceived Criticism Inventory,

Penn State Worry Questionnaire (PSWQ),

Ruminative Response Scale (RRS),

Metacognitions Questionnaire 30 (MCQ-30),

Anxiety Control Questionnaire (ACQ– SC),

State Trait Anxiety Inventory (STAI-I),

Beck Depression Inventory (BDI).

Risultati e conclusioni

I risultati dello studio mettono in evidenza che le variabili determinanti della timidezza sono principalmente tre: l’ansia, il controllo e la catastrofizzazione.
Secondo la letteratura, tali componenti sarebbero comuni anche al disturbo d’Ansia Sociale, nel quale, tuttavia, si presentano con modalità maggiormente pervasive, radicate e specificamente legate alla dimensione dello scarso valore personale percepito in contesti di performance e di interazione sociale.

 

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Benjamin Gallinaro
Benjamin Gallinaro

Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

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Il Potere della Timidezza. Introversione, estroversione e stili di pensiero.

é importante capire che pensare alla timidezza necessariamente come un difetto o, ancor peggio una malattia, è profondamente errato.

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