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Il “contagio emotivo” nei social media: come avviene?

Dallo studio è emerso come tramite i social media le emozioni positive siano più contagiose e influenzino maggiormente gli altri rispetto a quelle negative

Di Chiara La Spina

Pubblicato il 23 Nov. 2015

Aggiornato il 14 Dic. 2015 11:05

 

In tutti gli utenti, indipendentemente dal grado di sensibilità, le emozioni positive sono risultate essere più contagiose rispetto a quelle negative.

I social media sono usati come principale canale di discussione da milioni di persone ogni giorno.
Gli individui producono, quotidianamente, sui social media, micro-comunicazioni e le emozioni espresse in esse possono avere un impatto sugli stati emotivi degli altri.

Un nuovo studio rivela che le emozioni sono spesso condivise in modo virtuale su Twitter e che quelle positive sono di gran lunga più “contagiose” rispetto a quelle negative.
Alcuni ricercatori dell’Università della California (USC) hanno analizzato 3800 soggetti, scelti random tra gli utenti di Twitter, e hanno scoperto che taluni sono anche più sensibili all’influenza emotiva rispetto ad altri.

Emilio Ferrara, principale autore dello studio e informatico dell’USC, afferma che spesso quello che viene twittato e condiviso sui social-media non ha solo la funzione di essere espressione di sè, ma anche quella di influenzare gli altri.
Le scoperte, frutto della collaborazione di Ferrara e Zeyao Yang (Università dell’Indiana), sono state pubblicate sul giornale PLOS One.
I due studiosi hanno utilizzato un algoritmo che misura la valenza emotiva dei tweet classificandoli in positivi, negativi o neutri. Essi comparano il sentimento del tweet dell’utente, rispetto ai sentimenti di tutti i tweet che appaiono nei feed di tale utente durante l’ora prima.
Numeri superiori alla media di tweet positivi presenti nel feed erano associati alla produzione successiva di tweet positivi, mentre numeri superiori alla media di tweet negativi erano associati alla futura produzione di tweet negativi.

Circa il 20% degli utenti di Twitter erano ritenuti altamente sensibili a quello che i ricercatori chiamano “contagio emotivo”, essendo oltre la metà dei loro tweet identificabili come “influenzati”. Tali utenti erano condizionati circa quattro volte in più da tweet positivi rispetto ai tweet negativi.
Quelli meno sensibili al contagio emotivo, risultavano comunque sempre essere influenzabili, circa due volte in più, da tweet positivi rispetto a quelli negativi.

In tutti gli utenti, indipendentemente dal grado di sensibilità, le emozioni positive sono risultate essere più contagiose rispetto a quelle negative.
[blockquote style=”1″]Questo può essere rilevante per pianificare interventi sugli utenti che soffrono di depressione o di altre forme di disturbi dell’umore[/blockquote] sottolinea Ferrara.

Lo studio si basa su decenni di ricerche che dimostrano, in primo luogo, che le emozioni possono essere diffuse attraverso contatti personali, scoprendo ora che esse possono diffondersi altrettanto bene attraverso le interazioni on-line.

Tuttavia, l’analisi dei messaggi sui social media può essere impegnativa: Facebook lo scorso anno è stato criticato per aver modificato il News Feed di circa 700000 utenti, tentando di dimostrare un effetto simile a quello descritto nell’ articolo. Differentemente, Ferrara e Yang non vanno a manipolare ciò che gli utenti di Twitter stanno vivendo ed esprimendo, ma più semplicemente si limitano ad osservare ciò che è già stato espresso e ad analizzarlo.

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