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Carving Narcissism at its joint: il Perfezionismo da Autopresentazione

Mentre nel perfezionismo si cerca di essere perfetti in assoluto nel perfezionismo da autopresentazione si cerca di apparire perfetti agli occhi degli altri %%page%%

Di Redazione

Pubblicato il 16 Ott. 2015

Sara Covili Faggioli, OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI

 

Mentre i tratti dimensionali del Perfezionismo riflettono un bisogno di essere perfetti, il Perfezionismo da Autopresentazione riflette il bisogno di “sembrare” perfetti davanti agli altri.

La ricerca tra perfezionismo e narcisismo, considerati singolarmente come costrutti, si è sviluppata soprattutto negli ultimi decenni; più limitati sono invece gli studi di ricerca che indagano la loro relazione. Pur originando da ambiti diversi, è indubbio che esistano aree di sovrapposizione fra i due costrutti.
“Perfezionismo” è un termine usato da molti e adoperato sempre più spesso; tuttavia il suo orizzonte di significato non è definito. Non è un termine tecnico dal punto di vista psicologico, ma deriva dal linguaggio della psicologia divulgativa (Ulrike Zollner, “Sindrome da perfezionismo”). Nè in psicologia clinica, né in psichiatria è possibile trovare questo termine per definire un gruppo di individui. In un articolo su Psychology Today, lo psichiatra David Burns definisce perfezionisti [blockquote style=”1″]coloro i cui standard di comportamento risultano irragionevoli e ben al di sopra delle loro possibilità[…] che si affannano incessantemente in modo ossessivo per conseguire degli obiettivi impossibili; individui portati a misurare i propri meriti esclusivamente in termini di produttività e di risultati raggiunti.[/blockquote]

Burns aggiunge che, in certi casi, il desiderio di perfezione può arrivare a compromettere la funzionalità di una persona. Sebbene il comportamento perfezionista sia stato descritto in termini positivi come fattore di adattamento e realizzazione (Hamachek, 1978), il perfezionismo ha assunto infatti una connotazione negativa includendo sensazioni caratterologiche di fallimento, colpa, indecisione, procrastinazione, vergogna e bassa autostima (Hamachek, 1978; Hollender, 1965; Pacht, 1984; Solomon & Rothblum, 1984; Sorotzkin, 1985), così come forme più serie di psicopatologia quali alcolismo, anoressia, depressione e disturbi di personalità (e.g., American Psychiatric Association, 1987; Burns & Beck, 1978; Pacht, 1984). Si ritiene che tali difficoltà di adattamento insorgano da tendenze perfezionistiche nel prefissarsi standard e obiettivi irrealistici e nello sforzarsi per raggiungerli, nell’attenzione selettiva e generalizzata sui propri errori, su un’autovalutazione rigorosa e nella tendenza a porsi in una modalità di pensiero “tutto-nulla” per cui gli esiti possono essere solo o totalmente fallimentari o totalmente vincenti (Burns, 1980; Hamachek, 1978; Hollander, 1965; Pacht, 1984). Si ritiene che queste caratteristiche possano originare, in parte, da ospedalizzazioni cognitive circa gli schemi del Sè-ideale (Hewitt & Genest, 1990).

Alla base del distinguo tra Perfezionismo e Perfezionismo da Autopresentazione vi è l’evidenza che soggetti perfezionisti differiscono tra loro in base alla loro necessità di apparire perfetti agli altri oppure di nascondere le proprie imperfezioni in pubblico (Hewitt & Flett, 1991). Questo fa pensare che alcuni perfezionisti siano focalizzati primariamente sull’impressione che di se stessi danno in pubblico, che deve essere assolutamente ineccepibile. Mentre i tratti dimensionali del Perfezionismo riflettono un bisogno di essere perfetti, il Perfezionismo da Autopresentazione riflette il bisogno di sembrare perfetti davanti agli altri.

Avendolo presentato come costrutto multidimensionale, gli autori Hewitt & Flett (1991) hanno proposto differenti facets del costrutto del perfezionismo da autopresentazione. Un fattore di differenziazione delle tre variabili è se il focus sia centrato maggiormente sulla “self-promotion”, volta a cercare di dimostrare la propria supposta perfezione agli altri, piuttosto che minimizzare il “pubblic display e/o disclosure” dei propri errori, debolezze o scarse prestazioni. Hewitt e Flett sostengono nel loro lavoro l’importanza della distinzione fra “promotion” e “concealment” come elemento centrale per la comprensione del perfezionismo da auto-presentazione. Quest’ultimo ha due componenti motivazionali generali che riguardano lo sforzo effettuato per mostrare la propria “perfezione” o lo sforzo effettuato per celare ogni propria possibile “imperfezione”.

La facet “Self- Promotion” implica il mostrare apertamente la propria supposta perfezione, sul piano morale e sociale. Risulta concettualmente simile allo stile descritto da E.E.Jones e Pittman (1982), che implica il tentativo di far impressione sugli altri facendo sfoggio delle proprie abilità e competenze al fine di guadagnare ammirazione e rispetto. Secondo Hewitt e Flett questo stile di “self- presentation” è indotto patologicamente e ostile sul piano interpersonale. La seconda facet, “Nondisplay of Imperfection”, implica uno stile di comportamento evitante e comunque limitativo: il desiderio di trattenersi dal manifestare alcuna imperfezione implica il tentativo di prevenire che gli altri scorgano alcun aspetto del proprio comportamento che non sia “del tutto perfetto”.

Individui con alti livelli dimensionali in questa facet tendono a rifuggire quelle situazioni in cui il proprio comportamento possa divenire oggetto di scrutinio, e le proprie imperfezioni ed errori rivelati. La terza facet, “Nondisclosure of Imperfection“, è anch’ essa rappresentata da uno stile evitante di comportamento e concerne l’evitare di svelare (verbalmente) qualsiasi aspetto di sé percepito come imperfetto. La nozione secondo la quale i perfezionisti difficilmente esprimono verbalmente le proprie preoccupazioni e ammettono i propri errori è in linea con la loro paura di essere respinti nelle loro relazioni interpersonali, fattore che alla base del loro stile comportamentale perfezionistico (Weisinger &Lobsenz, 1981), e con la loro titubanza nell’esprimersi nei contesti sociali (Flett, Hewitt, Endler, & De Rosa,1996). La tendenza ad evitare di esporre aspetti negativi del sè potrebbe essere in linea con l’indagine di ricerca secondo cui soggetti perfezionisti preoccupati dal giudizio sociale tendono ad essere ansiosi (Flett, Hewitt, Endler, & Tassone, 1994), oltre a descrivere se stessi come riluttanti nell’esporre i propri errori specialmente in circostanze critiche (Frost et al., 1995).

Il concetto di Narcisismo viene utilizzato sia per riferirsi ai normali sentimenti ed atteggiamenti che le persone hanno verso se stesse, come ad esempio la ricerca della propria salute e l’autostima positiva, la consapevolezza delle proprie possibilità dei propri limiti, la presenza di un’immagine positiva di sé e tutto ciò che è fondamentale per la sopravvivenza e l’adattamento, sia per indicare caratteristiche patologiche della personalità che possono svilupparsi nel momento in cui le caratteristiche proprie del “narcisismo normale” non si sviluppano in maniera armoniosa realistica ma distorta (Stone, 2001). Le componenti nucleari identificate per l’inclusione all’interno della diagnosi di disturbo narcisistico di personalità, secondo il DSM IV attualmente sono: senso grandioso di importanza, fantasie di limitato successo, potere, fascino, bellezza, convinzione di essere unici, richieste di eccessiva ammirazione, sensazione che tutto sia dovuto, sfruttamento interpersonale, mancanza di empatia, invidia nei confronti degli altri e comportamenti arroganti e presuntuosi (APA,1994).

La maggior parte della letteratura sul narcisismo ha associato questo costrutto con attitudini e comportamenti arroganti, egocentrici e prepotenti, tutte caratteristiche che si potrebbero inserire all’interno del concetto di grandiosità narcisistica (Pincus, Ansell, Pimentel, Cain, Wright & Levy, 2009). Solo nelle ultime due decadi sono state svolte ricerche empiriche sul disturbo narcisistico di personalità, molte delle quali sono state stimolate dal DSM III e dalle successive edizioni. Queste ricerche hanno rivelato che le descrizioni del DSM mal si adattano ad un utilizzo di tipo clinico e che vi sono notevoli differenze tra le caratteristiche che i clinici rilevano in soggetti affetti dalla sindrome in questione ed i criteri del DSM. Le descrizioni cliniche di persone con patologia narcisistica infatti manifestano un consistente accordo nel rilevare la presenza di un certo numero di caratteristiche chiave: una ridotta capacità di sviluppare legami emotivi con altre persone, di trarre piacere dalle proprie attività e di sperimentare il lutto e la tristezza nonché la presenza di sentimenti interiori di indifferenza e noia (Cooper, 2001).

Se dunque il DSM III e le sue versioni successive hanno enfatizzato la presentazione del disturbo narcisistico di personalità nella sua forma aggressiva, manifesta ed estrovertita (“Narcisismo Overt”), nel corso degli ultimi anni un congruo numero di ricercatori ha sottolineato la presenza di una forma alternativa in cui la patologia narcisistica può manifestarsi con sentimenti o stati del sè cronici che implicano l’esperienza cosciente di mancanza di aiuto, svuotamento, mancanza di autostima e vergogna (Narcisismo Covert). Il Narcisismo Covert è un’etichetta che raggruppa soggetti che appaiono ipersensibili, ansiosi insicuri ma anche caratterizzati da fantasie grandiose nascoste (Kohut,1971). E’ interessante sottolineare come la tendenza alla manipolazione e il sentirsi in diritto sembrino rappresentare un nucleo psicopatologico che accomuna sia il sottotipo Overt che quello Covert della patologia narcisistica (Fossati e Borroni, 2008).

Con l’intento di indagare la natura dell’associazione tra Narcisismo e Perfezionismo da Autopresentazione, è stato condotto di recente uno studio su una popolazione non clinica di adolescenti liceali (446 studenti di 7 diversi licei lombardi), valutandone le caratteristiche legate ai tratti di personalità e agli stili di attaccamento. Ad ogni soggetto è stata somministrata singolarmente una batteria testale composta da dati personali (età, sesso, tipologia di scuola frequentata) e quattro test autosomministrati: Perfectionistic Self Presentation Scale (PSPS), Hewitt et al., 2003; Pathological Narcissism Inventory (PNI-52), Pincus, Ansell, Pimentel, Cain, Wright e Levy, 2009); HEXACO Personality Inventory Revised (HEXACI-PI-R, Lee & Ashtone, 2004); 4) Attachment Style Questionnaire (ASQ), Feeney, Noller e Hanrahan, 1994).

Le analisi dei risultati presi in considerazione confermano l’ipotesi iniziale secondo la quale il perfezionismo da autopresentazione e il narcisismo patologico siano due costrutti fortemente correlati pur restando indipendenti e non sovrapponibili. Per indagare più approfonditamente la natura di questa correlazione si è proceduto quindi ad effettuare delle analisi di regressione tra i due costrutti prendendo in considerazione lo stile di attaccamento misurato con ASQ ed i tratti di personalità misurati con HEXACO. Considerando questi ultimi è emerso chiaramente come Narcisismo Patologico e Perfezionismo da Autopresentazione presentino un profilo personologico piuttosto similare, caratterizzato da: bassa Onestà/Umiltà, bassa Gradevolezza, alta Apertura ed alta Emozionalità.

Le analisi di regressione più determinanti nel comprendere la natura dell’associazione tra i due costrutti nonché l’origine della patologia mistica sono state quelle in cui si è esaminata l’influenza dell’Attaccamento. Nonostante infatti le conseguenze dello sviluppo di un tipo di personalità narcisistico siano state documentate ampiamente e in maniera sempre crescente negli ultimi anni, poca attenzione è stata invece rivolta all’esaminare gli aspetti latenti del costrutto, nonché in che modo esso origini. Se ad una prima analisi di regressione la Secondarietà delle Relazioni, basata sul concetto di Bartholomew di attaccamento “dismissing” sembrava costituire il nucleo comune i due costrutti, nelle regressioni finali è emerso invece come la Secondarietà delle Relazioni caratterizzi unicamente il Perfezionismo da Autopresentazione.

Com’era lecito aspettarsi, quest’ultimo è inoltre caratterizzato da Bisogno d’Approvazione, che riflette il concetto di Bartholomew di attaccamento preoccupato/timoroso. La scala Preoccupazione per le Relazioni, elemento cardine del concetto di Hazan & Shaver (1987) di attaccamento ansioso/ambivalente, appare invece l’elemento nucleare del Narcisismo Patologico. In questo modo è possibile ricondurre i due costrutti a due categorie di attaccamento differenti: se il Perfezionismo sembra inserirsi più in un quadro di attaccamento Evitante, il Narcisismo Patologico è caratterizzato nuclearmente dall’ansia, e quindi da uno stile di attaccamento Ansioso.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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