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Il catalogo dei cercatori – Tracce del Tradimento Nr. 29

Chi cerca tracce vuole saperne di più. Non si fida dell’altro e del rapporto, ma soprattutto di se stesso. L’emozione che troviamo in chi cerca è l’ansia.

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 30 Ott. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO – XXIX: Il catalogo dei cercatori

 

In fondo, cercare tracce di un tradimento è considerato in qualche modo ‘sano’. Se qualcuno sospetta di essere tradito, la ricerca delle tracce del tradimento può sembrare uno scopo sensato nel tentativo di mettere in ordine il futuro: capire, capire a tutti i costi per potere decidere.

Chi cerca tracce si giustifica a partire da una poco consapevole sofferenza dentro il rapporto: insoddisfazione, gelosia, solitudine e scarsa comunicazione affettiva o sessuale. Per inoculare il sospetto che scatena la ricerca delle tracce può bastare anche un segnale insignificante, qualche distrazione affettiva, qualche assenza di troppo, la percezione vaga di un distacco o di una diminuzione di un’intimità che si dava per scontata.

Il cercatore di tracce avverte una dissonanza tra le sue aspettative e la realtà che percepisce: c’è qualcosa che non torna, ma non si sa bene cosa sia. Si vorrebbe saperne di più e non sa, il cercare tracce, il mettersi a caccia è un gesto, un comportamento che risponde a una sofferenza di tipo ansioso e forse rabbioso, ma che inizia sempre come una preoccupazione sul proprio futuro e sul proprio futuro in un determinato rapporto.

In realtà chi cerca tracce e racconta a se stesso un motivo attinente a sensazioni inspiegabili del rapporto, lo fa perché l’ossessione e l’incertezza del rapporto, in qualche modo indipendentemente dal comportamento del compagno o della compagna, sono nelle sue corde. Se leggiamo la sua storia, l’incertezza dell’essere amato, la paura dell’abbandono, il desiderio di tener vivo un rapporto in modo doloroso e incerto, sono sempre stati presenti. Spesso il cercatore di tracce è una persona incerta sul proprio valore personale, sulla sua amabilità, o timoroso del futuro o sfiduciato e diffidente.

L’emozione che troviamo in chi cerca è l’ansia. L’ansia è l’emozione che segna il passaggio tra il mondo che ci è noto e quello che ancora non conosciamo. La condizione in cui nasce è l’intolleranza dell’incertezza. Questa credenza o insieme di credenze è tipica dell’ansia e viene definita in molti modi diversi, ad esempio per alcuni l’intolleranza dell’incertezza ha a che fare soprattutto con la difficoltà a vedersi capaci di tollerare le emozioni negative che esistono nel mondo che non si prevede, ‘Se non so bene cosa ho davanti a me, nell’immediato futuro, potrei non sopportare le emozioni che qualche improvvisa novità potrebbero mettere in gioco, sarebbero emozioni troppo potenti per me’, mentre per altri studiosi l’elemento centrale dell’intolleranza è la certezza che in condizioni non conosciute del futuro sia certo qualche evento negativo, quindi dell’incertezza si teme la certezza del negativo ‘Quando mi trovo in situazioni che non controllo e prevedo bene, ho la certezza che non possa che accadermi qualcosa di negativo, di catastrofico, che rischia di annientarmi’. Altri considerano l’intolleranza dell’incertezza come l’intenzione di alcuni ansiosi di controllare il futuro in modo il più certo possibile ‘Non sopporto di non sapere che cosa mi accade, non sopporto di non sapere, la cosa più importante è non trovarsi mai in situazioni in cui possano avvenire imprevisti, devo sempre controllare tutto e sapere tutto sul futuro, sull’immediato futuro e sul futuro più lontano’. Con questo stato parte il processo di ricerca, che vorrebbe servire a lenire l’emozione negativa conseguente all’incertezza sul futuro che si ha davanti.

C’è chi vuole confermare di non essere amato (il geloso che può arrivare al delirio) e chi vuole confermare di essere amato e non tradito dal partner. Entrambi tuttavia utilizzano una strategia che permette di concentrarsi soltanto sull’ipotesi focale e utilizzano tutti i bias cognitivi per confermarla. Questo significa che una volta costruita l’ipotesi del tradimento tentano in tutti i modi di confermarla. Il cercare tracce corrisponde a una strategia confirmatoria. Si cercano le tracce e si selezionano tutti i segnali a conferma del tradimento e questo rende il trovare tracce più probabile, rende la gravità delle tracce trovate maggiore.

I cercatori con il loro comportamento confermazionista sono l’opposto degli scienziati popperiani, essi presentano l’opposto dell’atteggiamento falsificazionista del pensiero popperiano e del pensiero critico. Hanno una tesi forte in testa, il tradimento, la considerano credibile e a volte necessaria, scartano o non indagano le tesi diverse da questa e tendono a leggere la realtà a partire dalle emozioni che questa tesi implica.

Aveva finalmente un periodo di qualche ora libero nella casa di lui. Le aveva detto che sarebbe arrivato con l’aereo del pomeriggio, e aveva detto al portiere che poteva salire. Lei era salita in casa con atteggiamento di segugio, quell’uomo meraviglioso che stava con lei dimostrandole ininterrottamente qualche perplessità, non poteva accontentarsi di una come lei. Una donna capace ma normale, non la bellezza straordinaria che lui avrebbe meritato. Aveva cominciato a cercare e la ricerca era diventata pian piano una ossessione scrupolosa che l’aveva completamente assorbita, tra le camicie, nei cassetti, sotto la libreria, ovunque, perfino negli armadi della cucina, cercare cercare, non pensava ad altro, e non riusciva a fare altro, ore di ricerca senza risultato più interessante di una vecchia foto e qualche lettera ,quando finalmente, cominciava ad avere fretta, si era trovata con una piccola scatola di latta in mano, riposta accuratamente dietro l’armadio della camera da letto. Aveva aperto tremante e aveva trovato vecchie lettere, foglietti appunti delle sue vecchie sedute dallo psicanalista, che denotavano antiche tristezze del suo compagno, sogni, insoddisfazioni, e dopo aver letto velocemente tutto, aveva finalmente trovato una lettera di lui ad un amico in cui egli parlava di lei, era piena di stupore e affetto e stima verso di lei e a un certo punto: ‘Certo Carla è una bella persona ma…c’è qualcosa di lei che mi fa rimpiangere Sonia, come era bella, come era bella e svenevole, un inno alla giovinezza…e che persona diversa ero allora’

La lettura delle poche righe di rimpianto verso il passato, era stata come una bomba che le era scoppiata in testa..si era accasciata sulla lettera in preda a un pianto dirotto, scossa e tremante, arrabbiata, confusa, inferocita, disperata, un tumulto di emozioni incontrollabili….Finalmente aveva in mano la conferma che lui non la amava che lui non voleva stare con lei. E che non sarebbe mai riuscita a farsi amare dall’uomo dei suoi sogni. Se lo aspettava. L’avrebbe atteso in casa e gli avrebbe detto tutto quello che aveva in cuore…Quando lui aveva aperto la porta di casa e l’ aveva vista , aveva fatto un largo sorriso e la aveva abbracciata stretta ‘Che felicità per me trovarti qui!’ Ma quelle parole erano niente , lei non ascoltava aveva la testa piena soltanto delle cose lette, della conferma negativa che si aspettava del fallimento del suo sogno…’Ti devo parlare’….

E’ interessante ma prevedibile che si preferisca una scoperta dolorosa allo stato di incertezza.  Ha in testa un sospetto e un ossessione, e la minaccia della perdita dell’altro o del tradimento sono un problema molto vivo e caldo nella sua mente. Chi cerca tracce ha voglia di saperne di più. Non si fida dell’altro e del rapporto, ma non si fida soprattutto di se stesso. Egli avverte una dissonanza, una titubanza emotiva, una distanza del pensiero, del corpo, dell’emozione. Questo tipo di dissonanza è spesso una dissonanza tra le sue aspettative e una realtà che percepisce diversa da come egli la vorrebbe. Ma spesso le aspettative sono aspettative non realistiche o esagerate o di una esclusività assoluta o poco adatte alla realtà del rapporto in atto o vaghe. E l’idea di sé è negativa, tradibile, non molto amabile.

Giovanna era tornata di sorpresa a casa e non lo aveva trovato, ma aveva trovato il suo telefono cellulare appoggiato sulla scrivania. Lui negli ultimi tempi era un po’ triste, pensoso, molto chiuso in se stesso. Il lavoro, è vero, non andava bene, ma con lei egli cercava di mostrarsi ottimista e di non farle pesare troppo le sue preoccupazioni. Quando si erano sposati lei si immaginava una vita rosata e allegra e spensierata, lo aveva detto sempre, faremo insieme una vita perfetta.. e solo pochi mesi dopo quella maledetta crisi economica e quelle difficoltà con i colleghi dell’azienda in cui egli lavorava. Adesso era preoccupata, non poteva essere soltanto un problema economico, sicuramente le cose erano tristi perché lui stava smettendo di amarla e di pensare a lei.. Anzi probabilmente stava riprendendo i contatti con la vecchia donna con cui era stato tanto a lungo e che aveva lasciato a malincuore, preoccupandosi molto della sofferenza di lei.

Il cellulare non aveva messaggi di nessun tipo che potessero insospettirla: la sorella, Carlo, la madre..ma sicuramente se avesse cercato nella casa avrebbe trovato altre prove, e così scivolando nella sua solitaria e cupa e ostinata ossessione, si era messa a cercare ovunque, sotto letti e divani, nelle tasche delle giacche, nelle borse riposte…e non aveva ancora trovato nulla, ma questo non bastava a tranquillizzarla. Ormai era scattata una ossessione dolorosa, che le stava invadendo la mente, una certezza, un cupo desiderio distruttivo, quando lui tornò a casa, stanco, lei era seduta sul divano e vedendolo, lo guardava con odio e gli diceva ‘Tu mi tradisci’.

 

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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