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Il catalogo dei seminatori: Il codardo parte I – Tracce del Tradimento Nr. 21

Il codardo non riesce a esprimere i suoi bisogni all’interno del rapporto che percepisce dunque come soffocante. Immagina come unica soluzione la fuga.

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 04 Set. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO – XXI: il catalogo dei seminatori: il codardo parte I

 

Il codardo non riesce a dire al partner che vorrebbe andarsene, che vorrebbe star solo. Più in generale non riesce a esprimere i suoi bisogni all’interno del rapporto e finisce dunque per percepirlo in maniera soffocante. Allora immagina come unica soluzione la fuga.

Il suo problema è non saper affermare se stesso, non riconoscere dignità ai propri bisogni che finiscono per essere messi in secondo piano rispetto alle attese degli altri. Due codardi che stanno insieme possono soffrire per il semplice motivo di non riuscire a esprimere i propri desideri, creando piccoli, drammatici malintesi.

In un tiepido week end di maggio l’ingegner Giuseppe e sua moglie, oltrepassata da un pezzo la metà della loro vita, si trovarono nell’ampia cucina della loro casa a consumare il rito della colazione. Era un giorno speciale: venticinque anni prima, di domenica, si erano sposati pieni di attese, di sogni, di desideri. Il loro era stato un buon matrimonio, senza scossoni, due figli che, ormai grandi, non davano preoccupazioni. Si sedettero al tavolo, il thè fumante, la marmellata, una rosetta: erano soddisfatti. Si scambiarono gli auguri e, in fondo, si sentivano felici.

Carla a un tratto avanzò una richiesta inaspettata. Quasi scherzando disse al marito se poteva essere lei, per una volta in venticinque anni, a prendere la parte superiore del panino.

Giuseppe rimase confuso. Lui aveva sempre mangiato la parte superiore del panino per lasciare a lei quella inferiore che giudicava senza dubbio la migliore; per anni si era assoggettato a questo piccolo sacrificio per amore. Capì che lei aveva fatto esattamente l’opposto: desiderando il sopra lo aveva lasciato a lui, sempre per via dell’amore. Dunque la donna che aveva di fronte era pressoché una sconosciuta; si era modellato un’immagine che non corrispondeva alla realtà.

Chissà, forse lei avrebbe desiderato quei giochi d’amore che lui non le aveva mai proposto perché convinto che non le piacessero; probabilmente nell’inseguire i presunti desideri dell’altro ognuno aveva sacrificato se stesso. Il sotto del panino cui lui aveva rinunciato, divenne rapidamente tutto ciò che avrebbe potuto essere e non era stato: i viaggi, l’amore, la passione, la bella vita.

Il suo posto di lavoro sicuro e monotono che tanto gli pesava, ma che aveva accettato per la sicurezza di lei, forse era come il sotto del panino. Il denaro accumulato per non farle mancare nulla e permetterle ogni capriccio forse era come il sotto del panino: con sacrificio le aveva dato una cosa che lei non voleva: per amore si erano scambiati soltanto infelicità; per timore di ferire l’altro non si erano mai incontrati. Questi venticinque anni precipitarono d’un tratto su Giuseppe che si sentì stanco, sfinito, invecchiato; solo e perduto in mezzo ad un deserto. Non contavano più i figli, la carriera, la villa che stavano costruendo in campagna, gli amici comuni: Chi aveva voluto davvero queste cose? Forse nessuno.

Si senti confuso e disperato e quando lei ripeté la domanda pensò che doveva in tutti i modi evitarle questa terribile sensazione; lei non avrebbe retto a tanta sofferenza, occorreva risparmiargliela ad ogni costo: un ennesimo sacrificio per amore. Così con l’aria scherzosamente di rimprovero le disse che oggi, ma solo per oggi, avrebbe potuto mangiare il sopra del panino perché era un giorno speciale e occorreva festeggiarlo. Lei sorrise, lui si spalmò della marmellata sul sotto del panino (quanto lo aveva desiderato!) ma la gola si strinse dalla disperazione e non riuscì a finirlo. Lei guardandolo lasciare la colazione a metà penso che era proprio viziato e voleva per forza le cose migliori per se.

 

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Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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