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Approccio clinico e realtà aziendale: quale possibile relazione?

Tra il cognitivismo clinico e la realtà aziendale è possibile un incontro che consente di esplorare i significati delle risorse e le relazioni professionali

Di Anna Angelillo

Pubblicato il 04 Ago. 2015

Dott.ssa Anna Angelillo, in collaborazione con la Dott. ssa Alessandra L’Abbate e la Dott.ssa Giulia Tirelli

Sono molti gli studi (Flamholtz, 2001; Kotter & Heskett, 1992; Sisodia, Wolfe & Sheth, 2007) che hanno mostrato quanto la cultura di un’organizzazione possa influenzare la performance aziendale e consentire il raggiungimento di alti livelli di produttività, soddisfazione e di benessere aziendale e di coloro che ne fanno parte.

Secondo Schein (1985; 2000), la cultura organizzativa è la fonte principale dell’identità dell’organizzazione e la sua osservazione consente di identificare modalità di funzionamento relazionale e operativo di coloro che ne fanno parte. Essa può essere intesa come un sistema di cognizioni socialmente acquisite e condivise, che forniscono agli attori schemi mentali e strutture di significato utilizzabili per percepire e interpretare la propria esperienza e valutare e dirigere le proprie azioni (Gagliardi & Monaci, 1997; Manuti & Mininni, 2008).

La cultura aziendale riguarda, quindi, anche le relazioni umane: i suoi assunti si sviluppano intorno al modo in cui le persone di un’organizzazione si relazionano tra di loro, attraverso le proprie personali motivazioni e sulla base di valori personali e aziendali condivisi. In tal senso, gli effetti di un intervento sulle dinamiche relazionali e sull’assetto valoriale delle persone in un contesto aziendale si estenderanno naturalmente in altri contesti di vita.

Sulla base di queste riflessioni è stato realizzato un progetto volto a ridefinire l’assetto valoriale, riposizionare l’organico e le sue specificità e a valorizzare il potenziale di una realtà aziendale giovane e creativa, utilizzando un approccio clinico e mettendo a punto una metodologia di esplorazione e intervento, ispirata a teorie e pratiche di matrice cognitivista.

Il lavoro è stato articolato in due fasi: una prima fase osservativa durante un team building ed un secondo momento di valutazione tramite un questionario self report costruito ad hoc e colloqui individuali. Lo strumento principe è stato una griglia di osservazione, riadattata dal modello presentato da Cianitto e Mossi, presentato al XVII Congresso nazionale SITCC 2014, e ispirata alla teoria dei sistemi motivazionali (SMI; Liotti, 2005). Tale strumento è stato utilizzato sia durante la prima fase osservativa, che durante il momento di valutazione successivo.

Il team building ha permesso di rilevare l’assetto motivazionale di ciascuna risorsa attraverso l’osservazione delle dinamiche relazionali messe in gioco; durante la fase successiva, è stata utilizzata una griglia di rilettura dei colloqui effettuati individualmente, con una particolare attenzione all’assetto valoriale presentato da ciascuna risorsa in relazione all’azienda.

I cardini del costruttivismo (Bara, 2005; Guidano, 1988) – l’assetto relazionale, la complessità, la condivisione e la co-costruzione di significati – hanno accompagnato la fase ultima di restituzione. L’assetto di condivisione dei risultati all’interno dell’organico ha dato modo di vedere con occhi nuovi le aree critiche che rendevano opaca la propria realtà lavorativa e di sperimentarsi nella ricerca condivisa di nuove strategie di gestione, co-costruendo lo spazio per una riflessione autentica sulla complessità caratterizzante anche il contesto organizzativo.

L’incontro tra cognitivismo clinico e realtà aziendale ha permesso di esplorare le aree di significato delle risorse e i loro modi personali e originali di essere e stare nelle relazioni personali e professionali. Proprio in quanto somma di individui per definizione complessi, la realtà aziendale diventa essa stessa complessità.

Al suo interno, l’approccio clinico permette una maggiore attenzione alla persona e facilita l’acquisizione di consapevolezza che diventa punto di partenza per costruire nuove modalità di essere individui e professionisti più produttivi e più sani.

POSTER: SMI NELLA REALTA’ AZIENDALE

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

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BIBLIOGRAFIA:

  • Bara, B., G. (2005). Nuovo manuale di psicoterapia cognitiva. Bollati Boringhieri: Torino.
  • Cianitto E., Mossi M., (2014). “Questa azienda è una giungla.” Simposio presentato in occasione del XVII Congresso nazionale SITCC 2014.
  • Flamholtz, E. (2001). Corporate culture and the bottom line. European Management Journal, 19(3), 268–275.  DOWNLOAD
  • Gagliardi, P., & Monaci, M. (1997). La cultura. Utet: Torino.
  • Guidano, V.F. (1988). La complessità del sé, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Kotter, J., & Heskett, J. (1992). Corporate culture and performance. The Free Press: New York.
  • Liotti, G. (2005). La dimensione interpersonale della coscienza. Carocci Editore: Roma.
  • Manuti, A., & Mininni, G. (2008), (a cura di). Il senso dell’organizzazione. Lo sguardo della psicologia culturale. Carocci: Roma.
  • Schein, E., H. (1985). Organizational culture and leadership. Jossey Bass Publishers: San Francisco.  DOWNLOAD
  • Schein, E., H. (2000). Cultura d’impresa. Cortina Editore: Milano.
  • Sisodia, R., Wolfe, D., & Sheth, J. (2007). Firms of Endearment. FT Press: USA.
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