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Dislessia e capacità visuo-spaziali: una possibile relazione?

I bambini dislessici si troverebbero più in difficoltà nei compiti di memoria implicita, mostrando invece buone capacità nei compiti spaziali analitici.

Di Alessia Gallucci

Pubblicato il 17 Lug. 2015

Aggiornato il 23 Mar. 2016 13:27

FLASH NEWS

Le persone con dislessia presentano delle caratteristiche funzionali e particolarmente sviluppate, come ad esempio quelle visuo-spaziali, tanto che un buon numero di persone dislessiche sono impiegate proprio in quegli ambiti professionali che richiedono questo tipo di doti come quello ingegneristico, architettonico o artistico.

Gli studiosi che nel tempo si sono occupati di dislessia hanno cercato di mettere in evidenza per lo più gli aspetti deficitari e problematici che caratterizzano i pazienti con questa patologia anche se d’altro canto sembrano essere presenti delle caratteristiche che sono funzionali e particolarmente sviluppate, come ad esempio quelle visuo-spaziali, tanto che un buon numero di persone dislessiche sono impiegate proprio in quegli ambiti professionali che richiedono questo tipo di doti come quello ingegneristico, architettonico o artistico.

A proposito di questo sono state sviluppate due principali ipotesi, la prima sostiene che le persone con dislessia scelgono di più questo tipo di lavori non perché presentano delle speciali abilità ma perché gli impieghi che richiedono maggiormente delle competenze verbali sono a loro preclusi; la seconda sottolinea che in realtà le capacità visuo-spaziali delle persone dislessiche sono nella media e che quindi non c’è nessuna differenza rispetto alle persone non dislessiche.

Ciò fa capire come la relazione tra dislessia ed abilità visuo-spaziali non sia stata ancora pianamente verificata, dato anche il fatto che trovare molti dislessici nel settore ingegneristico ed architettonico o in quello artistico non vuol dire necessariamente che essi si caratterizzano per doti visuo-spaziali spiccate.

Anche la ricerca ha fornito dei risultati contrastanti e non chiari, in quanto le prestazioni dei soggetti dislessici nei vari compiti presi come riferimento non sono sempre migliori o sempre peggiori di quelle dei gruppi di controllo, ma al contrario in alcuni test si osservano delle buone performance, in altri dei risultati al di sotto della media, in altri ancora i punteggi dei dislessici sono uguali a quelli dei controlli.

Per cercare quindi di dare un contributo alle ricerche che tentano di capire se il fatto di essere dislessici predice anche delle particolari abilità visuo-spaziali, lo studio presente ha sottoposto 80 bambini dai 9 agli 11 anni (40 bambini dislessici e 40 bambini non dislessici) della Bosnia-Erzegovina a dei compiti che testano proprio tali capacità.

Per i bambini dislessici in particolare sono stati considerati degli specifici criteri di inclusione e di esclusione, infatti sono stati selezionati solo quelli che si caratterizzano per capacità visive e uditive nella norma, per un livello intellettivo altrettanto nella media e che non presentano problemi linguistici, emotivi o del comportamento né deficit neurologici.

I test inseriti nella ricerca sono cinque: il Paper Folding Test, che valuta in modo analitico le capacità di visualizzazione spaziale; il Mental Rotation Test in cui viene presentato uno stimolo target e compito dei soggetti è quello di riconoscere tra le figure proposte lo stimolo target ruotato; la figura complessa di Rey in cui appunto viene fornita un’immagine molto complessa e i partecipanti devono copiarla in tre diverse condizioni con la figura d’avanti, subito dopo che la figura è stata allontanata dalla vista e in modo differito nel tempo; il Test of Visual Memory in cui viene testata la memoria visiva a breve termine e la memoria visiva ritardata e infine il Test of Visual Perception che indaga la capacità di esplorazione visiva.

I risultati hanno mostrato che i bambini dislessici presentano delle performance uguali a quelle dei controlli nel Mental Rotation Test e nel Test of Visual Perception, migliori nel Paper Folding Test e peggiori nella figura complessa di Rey, in particolare in quest’ultimo caso i bambini falliscono nel copiare la figura subito dopo che è stata tolta dalla vista e quando la copia è differita; nel Test of Visual Memory le prestazioni sono peggiori nel caso delle memoria differita.

Le evidenze circa la figura complessa di Rey e il Test of Visual Memory suggeriscono che i bambini dislessici si trovano particolarmente in difficoltà in quei compiti che richiedono delle capacità di memoria implicita, invece i risultati relativi al Paper Folding Test mostrano le buone capacità dei dislessici nei compiti spaziali analitici.

Nonostante i risultati di questa ricerca non siano risolutivi della tematica in questione comunque permettono di assumere una posizione più ottimistica verso le persone che soffrono di dislessia, infatti sottolineano non solo quali sono i loro punti di debolezza ma anche le loro qualità; sulla base di studi come questo è possibile individuare anche delle strategie di intervento educativo più adeguate ed efficaci.

 

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