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Perché non mi parli? Il conflitto tra genitori e figli adolescenti (2015) – Recensione

L'autore propone un modello per quei genitori che si relazionano con figli adolescenti e che sono alla ricerca di consigli e suggerimenti - Psicologia

Di Gloria Mazzocato

Pubblicato il 07 Lug. 2015

Aggiornato il 24 Set. 2019 15:42

Con questo testo John Coleman, attraverso la sua vasta esperienza di lavoro con adolescenti e genitori, propone un modello per coloro che cercano consigli o sperimentano serie preoccupazioni di fronte “all’atteggiamento” del figlio quattordicenne o quindicenne.

Basato su autorevoli e recenti ricerche, “Perché non mi parli?” vuole dare un senso al mondo dell’adolescente. Le nuove conoscenze sullo sviluppo del cervello, sui pattern del sonno e sulla comunicazione si integrano con i punti di vista di ragazzi e genitori. E’ proprio grazie alle loro coinvolgenti voci che vengono trattate concretamente tematiche tipiche quali: il mondo digitale con pro e contro che ne conseguono, le amicizie e la centralità del gruppo dei pari, la sessualità, i comportamenti a rischio, il divorzio e le famiglie ricostituite, il fumo, l’alcol, la droga, l’alimentazione, l’attività fisica e altri aspetti legati alla salute.

Il testo fornisce consigli pratici e chiare indicazioni per attraversare insieme ai ragazzi questa fase di transizione e di grandi cambiamenti diventando genitori resilienti. Il messaggio dell’autore che vuole trasmettere è alquanto chiaro: una genitorialità efficace è impossibile senza la comunicazione e perché quest’ultima si possa considerare tale l’ascolto è importante tanto quanto il parlare.

Ogni lettera del modello STAGE qui descritto, rappresenta uno dei cinque elementi fondamentali della genitorialità individuati dall’autore.

– S sta per la Significatività dei genitori. Molti di loro pensano di non contare più molto, di non essere più importanti. Studi dimostrano, invece, che la loro presenza in questi anni è importante tanto quanto durante l’infanzia. Essi contano in maniera diversa, è necessario permettere la ricerca dell’indipendenza da parte dei ragazzi, processo importante per la loro crescita, ma anche essere consapevoli che i genitori rimangono le persone più significative nella vita dei giovani.

– T sta per Two-Way Communication – Comunicazione a due vie. E’ proprio assumendo un ruolo più attivo durante la conversazione (volendo parlare solo in alcuni momenti, irritandosi con le domande, volendo discutere anziché ascoltare, decidendo quali tematiche affrontare e quali no ..) che l’adolescente esprime la sua indipendenza. Egli assume il controllo della comunicazione tanto quanto i genitori ed ha bisogno della loro comprensione e del loro supporto per apprendere questa competenza.

– A sta per Autorevolezza, uno stile genitoriale interessato e coinvolto che trova il giusto equilibrio tra promuovere l’autonomia appropriata all’età e il porre i giusti limiti e confini. Il giovane ha bisogno da un lato di sentirsi apprezzato e rispettato con calore e amore e che i suoi bisogni vengano accolti, ma da un altro necessita anche di regole ragionevoli che gli diano una struttura e quindi un senso di sicurezza e contenimento in famiglia. I genitori, dovrebbero essere irremovibili e sostenersi a vicenda su poche regole sensate e non dovrebbero permettere al figlio di intromettersi tra loro. Gli adolescenti altrimenti tenderanno a sfruttare ogni divergenza tra loro!

– G sta per Gap generazionale, la diversità dell’epoca in cui sono cresciuti genitori e figli e la diversità della fase della vita che stanno vivendo. E’ inoltre molto difficile a posteriori ricordarsi di come si ha vissuto quel periodo e quindi è facile incappare in giudizi rischiando così di allontanare il giovane e di perdere influenza su di lui.

– E sta per emozioni. E’ tipico da ragazzi avere difficoltà nel gestire le proprie continue oscillazioni emotive ed è normale e comprensibile da genitori provare di conseguenza rabbia, senso di perdita, vergogna e senso di colpa. Riconoscere le proprie emozioni e saperle gestire può fare una differenza significativa nel modo in cui ci si comporterà con il proprio figlio.

E cosa dire sull’amore dei genitori per i propri figli? Parlare di amore viene molto più facile quando si pensa ai bambini piccoli e molto più difficile quando si pensa agli adolescenti. Un altro messaggio chiaro di questo libro però è che i ragazzi hanno bisogno di amore tanto quanto i bambini, anche se hanno bisogno che venga espresso in modo diverso. Per cui è fondamentale che i genitori trovino le risorse per sostenere al meglio il proprio figlio in questa fase così significativa seppur provvisoria. Sapere che altri genitori stanno attraversando queste difficoltà e soprattutto essere consapevoli con certezza di essere comunque importantissimi per i propri figli può essere un valido sostegno per non cadere nel tranello del senso di impotenza e di perdita del controllo.

 

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