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Neuroscienze: l’apprendimento di nuovi termini attraverso l’associazione a simboli visivi

Una nuova ricerca ha indagato l'ultima frontiera della parola. Apprendiamo la lingua che parliamo grazie all'associazione tra parole e simboli visivi.

Di Marina Morgese

Pubblicato il 22 Mag. 2015

Come è possibile per il nostro cervello imparare nuove parole? L’ascolto e la ripetizione non bastano…

Come è possibile per il nostro cervello imparare nuove parole? L’ascolto e la ripetizione non bastano: secondo una nuova ricerca condotta alla Georgetown University e pubblicata sul Journal of Neuroscience, impariamo nuove parole solo se associate ad un simbolo visivo.

L’area cerebrale addetta all’apprendimento di nuovi termini linguistici è la Visual Word Form Area (VWFA), area coinvolta nell’individuazione di parole a partire da un livello più basso di manipolazione di immagini. Le immagini o i simboli vengono prima manipolati da quest’area e poi associati alla fonologia e alla semantica del termine da apprendere.

Una spiegazione evoluzionistica della funzionalità di quest’area è data dal fatto che le lettere e l’alfabeto hanno fatto recentemente il loro ingresso nell’evoluzione umana e, dunque il cervello, per apprendere nuove parole, ha bisogno di far riferimento a oggetti e simboli del suo ambiente naturale (proprio come i nostri antenati, prima dell’utilizzo dell’alfabeto).

Oltre al riconoscimento delle parole, la VWFA è coinvolta nell’elaborazione a livelli superiori del significato di una parola.

Dunque, solo quando il cervello associa visivamente un termine a un’immagine di senso compiuto, si può dire appreso il nuovo termine. Come si è arrivati a queste conclusioni? Come è stato possibile studiare il fenomeno in laboratorio? Proseguite con la lettura dell’articolo consigliato per saperne di più sulla ricerca condotta alla Georgetown University.

 

Si può ripetere un termine all’infinito, lo si può ascoltare per sempre, ma solo quando il cervello lo associa visivamente a un senso compiuto lo capisce. Lo stesso meccanismo viene usato anche dalle persone non vedenti che, pur non avendo simboli visivi di riferimento, associano la parola (sia essa sonora che in braille) a qualcosa che la loro mente possa codificare.

Psicologia: capiamo le parole quando le associamo a un simbolo visivoConsigliato dalla Redazione

Grazie a una nuova ricerca, il Journal of Neuroscience ha potuto indagare l’ultima frontiera della parola. Come facciamo ad apprendere la lingua che parliamo? Attraverso l’associazione a delle immagini. (…)

 

Per continuare la lettura sarete reindirizzati all’articolo originale … Continua  >>

 


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Marina Morgese
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Caporedattrice di State of Mind

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