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Come diventare un malato di mente – Recensione del libro di José L. P. Abreu

Un libro divertente e provocatorio, che chiarisce al lettore che la differenza tra salute e patologia è nella quantità, più che nella qualità dei sintomi.

Di Michela Dellantonio

Pubblicato il 18 Mag. 2015

José L. P. Abreu è uno psichiatra che, attraverso la pubblicazione del libro Come diventare un malato di mente ha creato un perfetto manuale per chi ha intenzione di intraprendere una carriera da fobico, ossessivo compulsivo, ecc.

José Luis Pio Abreu è uno psichiatra che da oltre 30 anni lavora presso l’ospedale Universitario di Coimbra, in Portogallo. Attraverso la pubblicazione del libro Come diventare un malato di mente ha creato un perfetto manuale per chi ha intenzione di intraprendere una carriera da fobico, ossessivo compulsivo, ecc.

Partendo dalle classificazioni proposte dal DSM IV, l’autore fornisce gli obiettivi da raggiungere per ogni patologia con una serie di consigli pratici, a metà tra rigore medico-scientifico e senso del paradosso, in modo da aderire perfettamente ai criteri diagnostici e diventare dei veri malati mentali.

Dal testo emerge quanto sia semplice e facile fingere una malattia psicologica,  tra tutte le patologie senza dubbio la più simulabile, tanto che l’autore porta a chiedersi se una cosa che riusciamo a inventare tanto semplicemente sia effettivamente una malattia.

Un libro ironico, divertente e provocatorio, che chiarisce al lettore che nell’inquietudine del vivere quotidiano tutti quanti sperimentiamo, in modo ridotto, gli aspetti sintomatici di tutte le sei patologie prese in esame e ci rendiamo conto che la differenza tra salute e patologia è nella quantità, più che nella qualità dei sintomi.

Abreu inoltre aggiunge:

ciò che mi fa più paura dei malati di mente è la loro mancanza di consapevolezza su quello che succede dentro di loro, ciò li porta a perdere la libertà di cambiare: continuano in ogni circostanza a fare sempre le stesse cose.

L’ultimo capitolo, che ha richiesto all’autore un impegno di sei mesi (per quelli precedenti ha lavorato 20 giorni), è dedicato a Come non essere un malato di mente, perché, dopo tutto, prevenire è meglio che curare. Abreu suggerisce delle semplici ricette per rimanere in buona salute, per essere semplicemente persone qualsiasi che accettano le sfide e i paradossi della vita e fanno il possibile in ogni momento per dare quello che possono e per agire insieme con gli altri.

In conclusione lo scrittore suggerisce che

dobbiamo comunque assumerci la completa responsabilità delle nostre azioni, sono in ogni caso d’accordo che tutto questo è molto complicato, poco gratificante e difficile da mettere in pratica. Di facile, c’è solo diventare un malato di mente.

 

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SCRITTO DA
Michela Dellantonio

Psicologa libera professionista

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