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Deontologia: vi sono differenze di genere?

Nelle donne sarebbero più presenti inclinazioni deontologiche ma non vi sarebbero differenze di genere circa la valutazione degli effetti di azioni dannose.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 04 Mag. 2015

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Se fosse possibile ritornare indietro nel tempo, considerereste giusto uccidere Adolf Hitler, quando ancora era adolescente, per prevenire gli effetti tragici della Seconda Guerra mondiale?

Di fronte a un simile dilemma morale, le donne e gli uomini sembrerebbero avere atteggiamenti e risposte differenti.
Secondo una nuova ricerca gli uomini sarebbero più propensi ad accettare azioni altamente dannose su un singolo per un maggiore vantaggio della collettività (cioè salvare molte vite), rispetto alle donne.

Ai soggetti è stato chiesto di riflettere su 20 dilemmi morali rispetto ai quali si trovavano poi a decidere se fosse lecito uccidere, torturare, mentire, etc allo scopo di salvare vite umane. In particolare lo studio ha esaminato due differenti principi etici. Da una parte la deontologia secondo cui la moralità di un’azione dipende dalla sua coerenza con una norma morale. Dall’ altra l’utilitarismo per cui un’ azione può considerarsi moralmente giusta se si ha un effetto di massimizzazione dell’utilità, cioè si ottiene un effetto positivo per un maggior numero di individui: secondo questa prospettiva dunque la medesima azione può considerarsi moralmente corretta in una situazione ma non in un’altra circostanza.

I ricercatori hanno dimostrato che nelle donne sarebbero maggiormente presenti rispetto agli uomini inclinazioni deontologiche; anche se non vi sono differenze tra maschi e femmine nelle valutazioni razionali degli effetti e dei potenziali risultati positivi per la collettività di un’azione dannosa sul singolo. Dunque, secondo lo studio si riscontrano differenze di genere in termini di atteggiamenti e inclinazioni morali che però non rimandano all’ interferenza delle emozioni, almeno a livello delle valutazioni razionali degli aspetti utilitaristici. In altre parole, le donne prediligono la morale deontologica, pur mantenendo simili livelli di razionalità nell’ analisi degli esiti.

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Redattrice di State of Mind

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