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Tradire e svelare o nascondere il tradimento? – Tracce del tradimento Nr. 06

Cerchiamo di comprendere un comportamento bizzarro come tradire e fare sapere o nascondere, due cose profondamente diverse e al tempo stesso molto legate...

Di Sandra Sassaroli, Roberto Lorenzini

Pubblicato il 24 Apr. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO – 06

Tradire un contratto, un patto di fiducia. Se gli umani fossero del tutto razionali terrebbero il tradimento segreto fino al momento in cui non abbiano deciso in modo evidente e chiaro ciò che desiderano fare. Ma vi sono forze misteriose nell’animo umano che premono verso il disvelamento, sia da parte di chi tradisce sia da parte di chi è tradito.

Tradire e fare sapere o nascondere il tradimento sono due cose profondamente diverse e al tempo stesso molto legate. A noi interessano gli aspetti del tradimento svelato e della ricerca da parte del tradito delle tracce del tradimento. È spesso intenzione “esplicita“ del traditore che il tradito non sappia del tradimento avvenuto.  Scriviamo “esplicita” perché è proprio tra le pieghe dell’esplicito che si nasconde la complessità che questo libro vorrebbe mettere a fuoco.

Il tradimento dovrebbe essere segreto. Solo così si può parlare di tradimento. Se se ne parla  si è consenzienti, si  tratta allora di rottura di un rapporto, di un patto.  Se due persone parlano di un tradimento reciproco avvenuto, anche se uno dei due non era consenziente, averne parlato sposta necessariamente il rapporto su un piano diverso: Sparisce il problema della ricerca delle tracce e appare il problema di come affrontare questa nuova fase del rapporto.

Che emozioni abbiamo? Quanta sofferenza? Quanta indifferenza? Quanta rabbia verso chi ci ha tradito? Quanto dolore?  Che si fa dopo il tradimento? Che cosa scegliamo di fare? Rimanere insieme, lasciarci, cominciare una guerra?  

Tradire un contratto, un patto di fiducia. Se gli umani fossero del tutto razionali terrebbero il tradimento segreto fino al momento in cui non abbiano deciso in modo evidente e chiaro ciò che desiderano fare. Ma vi sono forze misteriose nell’animo umano che premono verso il disvelamento, sia da parte di chi tradisce sia da parte di chi è tradito.

Il problema che ci poniamo è di spiegare un comportamento bizzarro che consiste nel lasciar tracce di qualcosa che si dice di voler tener nascosto. E nel cercare tracce di qualcosa che non è detto che siamo in condizioni di voler sapere e di affrontare in modo logico e coerente.  

Il comportamento di chi cerca tracce del tradimento è più comprensibile: vuole sapere come stanno le cose in un’area per lui importante, vuole controllare per non subire inganni, vuole dare un significato più coerente a segnali spesso incoerenti. Ma non sempre questo scopo così logico ed esplicito è realmente alla base del comportamento del cercatore di tracce, e l’irrazionalità di alcune motivazioni del cercatore emerge quando, una volta avuta la conferma del tradimento avvenuto, egli o lei cade in confusione, si ritira, accusa oppure fa di tutto per ricucire e non tenere conto delle informazioni che il suo comportamento gli ha permesso di ottenere.

Ma perché e con che scopo la donna che ha un sospetto va a rovesciare le tasche del suo uomo di ritorno da un viaggio di lavoro alla ricerca di una ricevuta di carta di credito che dichiari con violenza indiscutibile una cena a due in un ristorante invece che la cena di lavoro di cui si era parlato al telefono? E cosa spinge l’uomo che dice a se stesso di voler mantenere il segreto, a lasciare nel suo telefono cellulare a volte usato da sua moglie, la traccia di un messaggio erotico inequivocabile che -se letto- lo porterebbe alla rovina del  rapporto?

Seminare e cercare le tracce del tradimento è una attività umana poco descritta ma molto diffusa. Molte energie vengono spese da persone che hanno rapporti sentimentali nel coprire le tracce del tradimento, lasciare le tracce del tradimento, cercarle e ancora cercarle. 

Molte emozioni sono coinvolte in questo processo: curiosità, paura, angoscia, dolore, rabbia furiosa. Molti sono anche gli effetti indesiderati di questi comportamenti che spesso danneggiano in modo inequivocabile e definitivo vite che potevano  rimanere decentemente in equilibrio.

Giorgio è sempre stato molto orgoglioso della bellezza di sua moglie e in fondo si è sempre considerato fortunato che una donna eterea e misteriosa come lei lo avesse scelto e sposato. Dal momento del matrimonio ha però messo in atto sistematiche violazioni della sua privacy che hanno grandemente deteriorato la qualità del loro rapporto. Apre tutti i suoi cassetti, ha imparato ad aprire le sue lettere e a rincollarle senza farsi scoprire, alza il telefono per ascoltare le telefonate di lei e la segue quando lei va a passeggio o vede le sue amiche. Il suo comportamento sarebbe rimasto una sgradevole ossessione e un disturbo per lei se una volta, aprendo una sua lettera non avesse trovato una missiva affettuosa e nostalgica del suo vecchio fidanzato. Questo sospetto lo ha fatto impazzire e ha cominciato a accusare la moglie di un tradimento dopo l’altro e a tentare in ogni modo di chiuderla in casa, anche se quando la moglie è a casa, non riesce a stare tranquillo perché lei lo potrebbe tradire con pensieri e vecchie fantasie e sogni segreti. Questo comportamento ha prodotto nella moglie all’inizio un distacco e un fastidio unito lentamente a un aumento di pena e disprezzo per lui. La fine del rapporto si è rapidamente compiuta e Giorgio viene in terapia non riuscendo a spiegarsi come sia potuto accadere che un comportamento di controllo amoroso possa avere generato in lei un distacco così feroce.  Egli è incapace di riconoscere i suoi aspetti patologici e non riesce a immaginare un comportamento diverso che avrebbe potuto adottare. Ciò che egli ha fatto è che la profezia dell’abbandono che aveva in mente è stata da lui determinata attraverso tutti i comportamenti di controllo che ha messo in atto per evitarlo

 

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RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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