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La creatività secondo la teoria sistemica di Csikszentmihalyi: il ruolo della persona

Csikszentmihalyi vede la creatività come evento psicologico connesso al dominio e alla specialità. Un individuo è creativo quando ha accesso questi ultimi.

Di Alina Dohotaru

Pubblicato il 22 Apr. 2015

Aggiornato il 21 Mar. 2016 10:45

 

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La maggior parte delle ricerche in psicologia sulla creatività considera come fattore principale la personalità individuale. Il modello sistemico di Csikszentmihalyi tuttavia vede la creatività come un evento culturale, sociale e psicologico nello stesso tempo. 

La maggior parte delle ricerche in psicologia sulla creatività considera come fattore principale la personalità individuale, essendo gli argomenti più affrontati i processi cognitivi, il temperamento, le prime esperienze e la personalità. Per la teoria sistemica invece, la creatività per definizione è la proprietà di un sistema complesso, e nessuno dei suoi componenti da solo la può spiegare.

Partendo quindi da questa premessa, i primi presupposti di un individuo creativo sono quelli di avere accesso e capacità di adattarsi sia al dominio, sia alle condizioni principali dell’area di specialità. L’avere accesso ad un dominio dipende in grande misura dall’essere fortunati di nascere in una famiglia che possa offrire gli strumenti d’accesso ad un certo dominio, o di trovarsi in un posto con buone scuole, o incontrare i giusti mentori, in modo da poter imparare quello che ci vuole per poter operare in un certo sistema simbolico.

L’accesso al dominio può stimolare un altro aspetto importante per la creatività, e cioè l’interesse precoce per un certo dominio, senza di cui è difficile essere coinvolti in un dominio abbastanza da poterlo assimilare e oltrepassare i suoi limiti. L’accesso all’area di specialità è ugualmente importante e dipende non solo dalla bravura in un certo dominio, ma soprattutto dalla capacità di comunicarla. Michelangelo, nonostante fosse un tipo solitario, è riuscito a interagire con la famiglia Medici abbastanza da poterla impressionare. Newton pure era solitario, ma in qualche modo ha convinto il suo tutor a Cambridge che meritava una borsa di studio a vita per poter continuare le sue ricerche. La mancanza del contatto con l’area di specialità può rendere veramente difficile un percorso creativo. La persona creativa può non avere l’opportunità di sapere le ultime novità, può non avere la possibilità di trovare un lavoro, o, anche nel caso in cui riesce a portare a termine un progetto veramente di valore, può essere ignorata e ridicolizzata.

Riguardo alle qualità intrinseche di una persona creativa, Csikszentmihalyi è di opinione che nessuna di esse può dare la garanzia della creatività, anche perché i tratti di personalità delle persone lungo la storia sono stati assai diversi e alcune hanno avuto pochissime cose in comune.

L’unica distinzione che una personalità creativa può avere rispetto alle altre può essere espressa con il concetto di complessità, che suppone la presenza di estremi contraddittori e la capacità di muoversi da un estremo all’altro in funzione della situazione, sperimentando tutte e due con la stessa intensità e senza un conflitto interiore. In altre parole, questi estremi sono integrati nella stessa personalità in una tensione dialettica.

L’Autore delinea dieci dimensioni della complessità, riunite in ciò che Fernando Pessoa chiamava una sola moltitudine: energia fisica–riposo, intelligenza-innocenza, gioco-disciplina, immaginazione-senso della realtà, estroversione-introversione, umiltà-orgoglio, mascolinità-femminilità, conservatorismo-ribellione, passione-obbiettività, sofferenza-entusiasmo (Csikszentmihalyi , 1996, 58-73).

  • Le persone creative hanno una grande energia fisica, riuscendo a lavorare e a concentrarsi per tante ore, energia che sembra essere dovuta alla loro capacità di focalizzarsi più che alla superiorità genetica. Questo non vuol dire che sono persone iperattive e che sono sempre in forma. Capita spesso che i momenti produttivi sono alternati con il riposo, con il sonno, riuscendo ad avere il controllo della propria energia.
  • Un’altra dimensione dialettica della persone creative è l’intelligenza versus spensieratezza, o saggezza versus infantilità. Gli studi attuali suggeriscono che il QI non è direttamente proporzionale con la creatività: è necessario un punteggio di 120, senza di cui sarebbe difficile essere creativi, ma sopra questo limite, un alto OI non implica alta creatività. Tante volte, un’intelligenza brillante può essere dannosa alla creatività, quando le persone diventano sicure della loro superiorità mentale e perdono qualsiasi interesse e curiosità per raggiungere nuove mete. Al contrario, Gardner (cit. in Csikszentmihalyi , 1996, 60), in seguito allo studio dei più grandi geni del secolo, conclude che una certa immaturità mentale ed emozionale è correlata con le grandi intuizioni.
  • Il gioco alternato alla disciplina è un altra caratteristica delle persone creative. Una certa irresponsabilità dà la possibilità di andare al di là del già noto e di non rimanere nella rigidità, mentre la responsabilità, la perseveranza sono necessarie per portare a termine un nuovo progetto e per superare gli ostacoli che inevitabilmente si incontrano.
  • Gli individui creativi sono dotati sia di immaginazione, di fantasia, sia di senso della realtà, ciò che fa sì che le loro creazioni non siano strane, ma originali, nuove e nello stesso tempo ancorate nella realtà. Questa dimensione non fa differenza nei dominii – un artista può essere realista nello stesso modo di un fisico, mentre un fisico può avere tanta fantasia come un artista.
  • Se la maggior parte delle persone tendono o verso l’estroversione o verso l’introversione, le persone creative sembrano di esprimere tutte e due i tratti nello stesso tempo. L’introversione è necessaria per l’aspetto del saper tollerare lo stare da soli, in modo da potersi dedicare al contenuto simbolico del proprio dominio. Tuttavia, anche il contatto con gli altri è fondamentale, sia perché rappresenta fonte di stimoli, sia perché è criterio di confronto.
  • Un altro aspetto della complessità delle persone creative risiede nel loro essere sia modesti che fieri. I motivi della loro modestia sembrano venire da una consapevolezza triplice: la buona conoscenza del dominio li rende consapevoli che loro fanno parte di una serie di tanti altri contributi; sono consapevoli anche del ruolo della fortuna in quello che hanno raggiunto; sono di solito talmente orientati verso progetti futuri, che le realizzazioni di prima non sono più interessanti. Nello stesso tempo, anche le persone più modeste si rendono conto che, a differenza degli altri, loro hanno raggiunto un traguardo importante, quindi da qua un senso di fierezza, di sicurezza.
  • Ancora, gli individui creativi escono fuori dallo stereotipo di genere, nel senso che riescono ad essere sia femminili che maschili, cioè aggressivi e protettivi, sensibili e rigidi, dominanti e sottomessi. Questo aspetto dà la possibilità di interagire con il mondo in un modo più ricco e variato.
  • Se per essere creativi bisogna prima di tutto fare proprio il dominio e le sue regole, le persone creative possono essere considerate in questo senso tradizionaliste. Ma essendo solo tradizionalisti, i dominii non si potrebbero mai cambiare. Andando al di là della tradizione attraverso la novità, i creatori sono anche ribelli, e la ribellione suppone anche la volontà di assumersi dei rischi.
  • Nel processo creativo, le persone investono sia passione, senza di cui si perderebbe l’interesse per quello che si sta facendo, sia oggettività, necessaria per l’ancoraggio alla realtà e per la credibilità dell’opera.
  • Infine, un’altra polarità presente nelle persone creative è la loro capacità di sperimentare sia la sofferenza che l’entusiasmo. La sensibilità delle persone creative può causare ansietà e sofferenze che raramente sono sopportate dalle persone non creative. In più, l’essere soli nel fronteggiare un dominio può causare una maggiore vulnerabilità, nonché spesso sentimenti di isolamento e incomprensione, per non parlare dei sentimenti di vuoto che appaiono quando una persona, per un motivo o l’altro, non può lavorare. Nonostante tutto ciò, tutte le persone creative hanno la capacità di gioire in quello che fanno, al di là di tutte le difficoltà che possano incontrare.

Le dieci dimensioni dialettiche della persona creativa esposte sopra sono quelle che l’autore considera le più caratteristiche, ma questo numero è evidentemente relativo e se ne possono trovare altre. Ciò che è importante ritenere è che le persone creative non si distinguono dalle altre per dei tratti unici, bensì per la loro capacità di usare una gamma estesa di aspetti della personalità, anche se in apparenza essi sembrano contraddittori.

Di seguito troverete la video-presentazione con la sintesi degli articoli sulla Teoria Sistemica della Creatività di Csikszentmihalyi:

 

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