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Cambiamenti neuropsicologici nei pazienti depressi dopo la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia metacognitiva

La Terapia Metacognitiva riduce l’umore depresso e favorisce il cambiamento delle funzioni neuropsicologiche della memoria di lavoro e le funzioni esecutive

Di Gabriele Caselli

Pubblicato il 03 Apr. 2015

Uno studio recente (Groves et al., 2015) ha mostrato come la Terapia Metacognitiva riesce a ridurre l’umore depresso e favorisce il cambiamento positivo di funzioni neuropsicologiche come la memoria di lavoro e le funzioni esecutive. Questo risultato positivo è superiore a quello ottenuto in un gruppo di controllo sottoposto a terapia cognitivo-comportamentale.

La Terapia Metacognitiva (MCT; Wells, 2008) è una nuova forma di psicoterapia che ha lo scopo di sviluppare nuovi modi di reagire a pensieri ed emozioni negativi. È particolarmente efficace nel trattamento dei Disturbi d’Ansia e della Depressione e, nonostante le ricerche di efficacia siano ancora limitati, i primi risultati sono molto incoraggianti. Una recente meta-analisi ha mostrato come l’efficacia sia superiore a quella della terapia cognitivo comportamentale (Norman, van Emmerik & Morina, 2014).

In particolare, MCT mira ad aumentare la capacità di governare volontariamente la propria attenzione ostacolando la tendenza a focalizzarsi su segnali negativi come pensieri (es. non ce la faccio più) o sensazioni (es. senso di stanchezza) e la propensione a ruminare sulle proprie difficoltà e il proprio malessere.

Difficoltà a staccare la mente da stati mentali negativi è una delle caratteristiche principali della depressione. La depressione conduce nel tempo a maggiori difficoltà in attività cognitive come le funzioni esecutive e la flessibilità cognitiva, inclusa soprattutto la capacità di concentrarsi su qualcosa di diverso dal proprio malessere. L’esito è la tendenza a finire bloccati in un circuito depressivo.

Uno studio recente (Groves et al., 2015) ha mostrato come la Terapia Metacognitiva riesce a ridurre l’umore depresso e favorisce il cambiamento positivo di funzioni neuropsicologiche come la memoria di lavoro e le funzioni esecutive. Questo risultato positivo è superiore a quello ottenuto in un gruppo di controllo sottoposto a terapia cognitivo-comportamentale.

Questa ricerca preliminare suggerisce che MCT potrebbe avere un vantaggio su terapia cognitivo-comportamentale nel miglioramento delle funzioni esecutive, probabilmente legato al fatto di focalizzare l’intervento sull’incremento della flessibilità mentale.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

Recensione di Terapia Metacognitiva dei disturbi d’ansia e della depressione (A. Wells)

 

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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