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Tracce del Tradimento – Il patto prima del tradimento (02)

Prima del tradimento c’è un patto, un contratto esplicito tra persone che viene violato nel momento in cui uno dei due tradisce l'altro - Psicologia

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 27 Mar. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO – Il patto prima del tradimento (02)

 

Il tradimento presuppone la lealtà e la condivisione. Prima del tradimento c’è un patto, un contratto, un accordo esplicito tra persone. Dal latino “tradere” (consegnare, portare) tradendo si porta qualcosa da uno all’altro. Si consegna al nemico un segreto, l’arma vincente.

Occorre aver condiviso qualcosa con qualcuno per poterlo tradire, e occorre presupporre la fiducia a un patto per poterla tradire. La fiducia è descrivibile come un atteggiamento psicologico che presuppone che l’altro stia a delle regole condivise. Si fa affidamento sul fatto che un altro non mi danneggerà e condividerà scopi con me.  

Può esistere una fiducia forte con regole e scopi condivisi (un matrimonio, un team di ricercatori)  e una fiducia più debole con regole condivise ma con scopi diversi (un gruppo di amici).

Il tradimento, come sottolinea la Turnaturi (2000), appartiene a uno statuto moderno di patti tra individui che viene visto come tradimento del patto di fedeltà verso un’ altra persona o verso molte persone. Anticamente il tradimento era il tradimento di un’etica condivisa di un patto sociale fondante. Oggi siamo più soli e tradiamo alcune persone perché liberamente preferiamo portare avanti scopi individuali invece che stare al patto che avevamo sancito con quella determinata persona.

Possiamo parlare di tradimento in una coppia soltanto quando si sia stipulato tra i due amanti un patto di fedeltà reciproca che può riguardare gli aspetti sessuali, affettivi o addirittura lavorativi.

Il tradimento in una coppia è l’abbandono unilaterale del  patto fondante da parte di uno dei due membri. Spesso questo accade  senza arrivare a dichiarare l’abbandono in modo esplicito.  Per parlare di tradimento uno dei contraenti deve non essere  d’accordo sulla rottura del patto anzi non pensa che potrebbe avvenire oppure lo teme e ne immagina le conseguenze con dolore. Ne soffrirebbe se sapesse. Uno dei due, il tradito presume la fedeltà al patto che invece viene infranta, “tradita”; è la persona che ha subito il tradimento non voluto, a definire la rottura del patto “tradimento” .

Spesso chi mette in atto il tradimento racconta un’altra storia, interpreta il tradimento effettuato come atto di fedeltà a se stesso, lo giustifica come la risposta necessaria a vecchi torti subiti, oppure con la noia che il partner ormai comunica, oppure con lo scadere dell’interesse per l’altro, o anche con il desiderio di un futuro diverso e migliore. O se non vuole mettere in discussione il partner, sostiene  che  l’innamoramento per un altro di maggiore bellezza o qualità o doti sociali sia un giusto premio alle proprie qualità, alla propria carriera, ai propri complessi desideri sessuali .

Oppure chi tradisce lo fa e lo racconta non come una scelta ma come una “necessità”. Come ad esempio la necessità fisiologica ed erotica di un migliore equilibrio sessuale che con il vecchio partner si era logorato, o si era lentamente abbandonato dentro una routine ormai sbiadita.

In Occidente di questi tempi la tendenza al tradimento viene anche socialmente spinta da pressioni dei media, televisive, da immagini, da un costume apertamente libero e ideologico. Si tradisce anche perché è morente l’idea della fedeltà per ragioni morali superiori, religiose, del costume. Il tradire è anche a volte ciò che vediamo del “ e perché no” perché non avere una macchina enorme che ci rappresenta grandi e invidiabili, perché non andare a cento all’ora, perché non essere più potenti con la cocaina o aggressivi o “ vincenti”.

Vi è oggi anche una vicinanza grande, ad esempio a scuola e nel lavoro tra ragazzi e ragazze tra donne e uomini. Le divisioni sessuali che giustamente esecriamo in quanto sono il segno di una cultura  o di una religione “discriminativi”, rendono nelle società meno secolarizzate più difficili gli incontri, le amicizie e gli amori. Il tradimento è poi forse diverso nelle diverse età della vita, tradire la compagna di banco per un adolescente può forse essere soprattutto una spinta esplorativa alla conoscenza dell’altro, mentre tradire la propria moglie mentre allatta e non è sessualmente disponibile può essere  un segnale di scarsa capacità da parte del traditore di prendere le proprie responsabilità in modo pieno e maturo.

Un cinquantenne che tradisce la propria moglie appena entrata in menopausa e quindi  nel momento in cui la sessualità necessita di un impegno, di una manutenzione e di uno sforzo di reciproca accettazione risponde forse sia ad una spinta genetica a mantenere viva la propria potenzialità a fecondare femmine diverse, che alla rinuncia al dolore e alle capacità di accettazione che comporterebbe la fedeltà a un vecchio patto condiviso.  La sessantenne che si stanca del marito operato di prostata, non vuole invecchiare e si illude di perpetuare la giovinezza con la compagnia di uomini più giovani ne è un altro esempio.

Insomma i tradimenti cambiano anche e funzionano diversamente nelle diverse età della vita.  Il tempo del rapporto inoltre non costituisce una variabile ininfluente, perché più lungo è stato il tempo del patto condiviso più si sono ridotte le possibilità del tradito di ricostruirsi una vita e rafforzare le illusioni di potersi fidare. Il dolore può essere più grande e l’uscita dal rapporto maggiormente problematica.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

Tracce del tradimento: perché si lasciano e perché si cercano – Introduzione

 

BIBLIOGRAFIA:

 

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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