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Che cosa sono le fobie? – Introduzione alla Psicologia Nr. 05

Le fobie consistono in paure, intense e persistenti, provate per qualcosa che non rappresenta un reale pericolo ma è percepita come non controllabile

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 04 Mar. 2015

Aggiornato il 16 Ott. 2018 12:57

Sigmund Freud University - Milano - LOGO  INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA (05)

 

 

Le fobie sono paure sproporzionate rispetto a qualcosa che non rappresenta un reale pericolo, ma la persona percepisce questo stato d’ansia come non controllabile, anche mettendo in atto strategie comportamentali o rimuginii utili per fronteggiare la situazione.

 

La fobia, dunque, è una paura, intensa, persistente e duratura, provata per una specifica cosa. Ma come è possibile riconoscerla? Si tratta di una manifestazione emotiva sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia. Chi soffre di fobie, infatti, è sopraffatto dal terrore di entrare in contatto con ciò che teme: un ragno o una lucertola, etc.

 

Sintomi delle Fobie

I sintomi fisiologici provati da chi soffre di fobie sono: tachicardia, vertigini, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza. Ovviamente, tali manifestazioni patologiche si attuano solo alla vista della cosa temuta o al pensiero di poterla vedere.

 

Fobie & Evitamento

I fobici, sono sostanzialmente degli ansiosi e come tali funzionano, nel senso che tendono a evitare le situazioni associate alla paura, ma alla lunga questo meccanismo diventa una vera e propria trappola. Infatti, l’evitamento non fa altro che andare a conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara all’evitamento successivo. Si crea, così un circolo vizioso, che da una parte porta a essere sfiduciati nelle proprie capacità e dall’altra compromette le relazioni sociali, perché pur di evitare la cosa temuta si è pronti a rinunciare a una serata tra amici. Ad esempio chi ha la fobia degli aghi e delle siringhe può rinunciare ai controlli medici; chi ha paura dei piccioni non attraversa le piazze, chi teme i cani, eviterà tutte le situazioni in cui saranno presenti, e così via.

 

Principali tipi di Fobie

Esistono le fobie generalizzate, come l’agorafobia, paura degli spazi aperti, e la fobia sociale, paura di esporsi in pubblico, e le fobie specifiche, generalmente gestite evitando gli stimoli temuti, che posso essere:

  • Tipo situazionale. Nei casi in cui la paura è provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, oppure luoghi chiusi (claustrofobia o agorafobia).
  • Tipo animali. Fobia dei ragni (aracnofobia), fobia degli uccelli o fobia dei piccioni (ornitofobia), fobia degli insetti, fobia dei cani (cinofobia), fobia dei gatti (ailurofobia), fobia dei topi, ecc..
  • Tipo ambiente naturale. Fobia dei temporali (brontofobia), fobia delle altezze (acrofobia), fobia del buio (scotofobia), fobia dell’acqua (idrofobia), ecc..
  • Tipo sangue-iniezioni-ferite. Fobia del sangue (emofobia), fobia degli aghi, fobia delle siringhe, ecc.. In generale, se la paura viene provocata dalla vista di sangue o di una ferita o dal ricevere un’iniezione o altre procedure mediche invasive.
  • Altro tipo. In questo caso la paura è scatenata da altri stimoli come: il timore di situazioni che potrebbero portare a contrarre una malattia ecc. Esiste una particolare forma di fobia che riguarda il proprio corpo o parti di esso che la persona percepisce come sproporzionate, inguardabili, orribili rispetto a come realmente si mostrano (dismorfofobia).

Le fobie non celano nessun significato simbolico inconscio e la paura è semplicemente legata a esperienze di apprendimento errato involontario nei confronti di qualcosa. In questo caso, l’organismo associa automaticamente la pericolosità a un oggetto o situazione oggettivamente non pericolosa.

Questa associazione avviene per condizionamento classico, ovvero la relazione tra pensiero e oggetto si crea grazie alla prima esposizione spaventante che si è verificata ed è mantenuta nel tempo a causa dell’evitamento messo in atto per non provare quella terribile emozione di forte ansia che ne consegue.

 

 

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Sassaroli, S., Lorenzini, R., & Ruggiero, G.M. (2006). Psicoterapia Cognitiva dell’Ansia. Milano: Raffaello Cortina Editore.
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