expand_lessAPRI WIDGET

Penso dunque dipendo: il ruolo della componente cognitiva nelle dipendenze

Una nuova ricerca mostra come le nostre convinzioni possono influenzare sia la componente desiderante delle dipendenze, che i circuiti neurali implicati.

Di Chiara Manfredi

Pubblicato il 27 Mar. 2015

Sempre di più e sempre più spesso si sottolinea l’importanza della componente cognitiva nelle dipendenze, tanto da arrivare a parlare di dipendenze comportamentali (o new addiction), quelle cioè che non implicano nessun utilizzo di sostanze chimiche.

Parallelamente, si è approfondito anche il ruolo del pensiero nelle dipendenze da sostanze (cocaina, eroina, ma anche nicotina). Su questa linea, un recente studio con capofila l’Inghilterra ha mostrato quanto le nostre convinzioni possano influenzare non solo la componente desiderante delle dipendenze (il craving), ma anche i circuiti neurali implicati.

Il gruppo di ricercatori ha reclutato 24 fumatori e li ha divisi in due gruppi: mentre metà era convinta di fumare sigarette senza nicotina, l’altra metà era convinta di fumare sigarette canoniche. Dopo aver fumato (tutti sigarette contenenti nicotina), i partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale mentre svolgevano un compito di apprendimento basato su una ricompensa sotto forma di denaro. Confrontando le immagini raccolte è stato possibile valutare le eventuali differenze tra i due gruppi sia nelle scansioni cerebrali che nelle scelte di investimento.

NEUROSCIENZE

Intanto va detto che la nicotina è la sostanza, tra quelle che compongono le sigarette, che chimicamente crea e mantiene la dipendenza. Le sostanze nocive sono tante, ma la componente di dipendenza la porta la nicotina. Poi va detto che la nicotina stimola i circuiti neurali che nel cervello sono associati al piacere e alla ricompensa, che è quello che sostanzialmente porta alla dipendenza.

Il fatto di dire a metà dei partecipanti che le loro sigarette erano senza nicotina voleva valutare in che misura la sostanza e in che misura le credenze contribuissero a veicolare l’attività neurale delle zone adibite alla ricompensa.

Le immagini hanno mostrato che i partecipanti che credevano di aver assunto nicotina avevano un’attività cerebrale decisamente maggiore nei circuiti neurali di ricompensa e apprendimento, confrontati con quelli che credevano di fumare sigarette senza nicotina. Inoltre, i due gruppi facevano scelte diverse rispetto a se e quanto denaro investire nel compito proposto durante la scansione.

In conclusione, questi risultati ci dicono che i pensieri che una persona ha rispetto a una sostanza possono veicolare, anche da un punto di vista prettamente neuronale, la dipendenza da quella sostanza.

IL PENSIERO DESIDERANTE

Rispetto alle ricadute cliniche, questo ci dice qualcosa di più sul motivo per cui una persona percepisce una sostanza più piacevole quando si aspetta che questa lo sia, rispetto a quando non ha aspettative e pensieri a riguardo. Va da sé che si conferma l’importanza, nel trattamento delle dipendenze, della valutazione e della discussione delle convinzioni che il paziente ha circa la sostanza, perché a quanto pare queste stesse convinzioni non hanno solo l’effetto di indurlo con maggiore probabilità a ricercare quella sostanza, ma lo portano anche a percepirla come più buona di quanto non sia per le sue pure proprietà chimiche.

Infine, i risultati mostrano la componente neurologica dell’effetto placebo: la convinzione che una sostanza, in realtà neutra, possa esserci di aiuto, può portare a evidenti miglioramenti e a un aumento del benessere.

Possiamo infatti ipotizzare che questo miglioramento sia dovuto all’attivazione di aree cerebrali che solitamente sono associate all’assunzione di un farmaco, anche in assenza del farmaco stesso.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

Psicoterapia cognitiva: le Dipendenze Patologiche e il lato oscuro del Desiderio

 

BIBLIOGRAFIA:

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Chiara Manfredi
Chiara Manfredi

Teaching Instructor presso Sigmund Freud University Milano, Ricercatrice per Studi Cognitivi.

Tutti gli articoli
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel