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Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) in teatro operativo: interventi per aumentare la resilienza

Prima di impiegare militari in teatro operativo, sono attivati interventi di formazione volti a gestire lo stress e aumentare la resilienza di chi combatte.

Di Redazione

Pubblicato il 19 Feb. 2015

Maurizio Stavola

Il PTSD maturato in un teatro operativo è diverso da quello nato a seguito di una catastrofe naturale, poiché investe la fiducia nei valori in nome dei quali il militare intraprende una professione profondamente integrata con la propria vita personale. Egli necessita, pertanto, di essere posto al centro di un percorso di studio psicologico del trauma che si confronti con la vulnerabilità della natura umana.

In guerra, nessuna persona è immune dal vivere un evento traumatico che può lasciare profonde ferite fino a manifestarsi in Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD). Una conferma a tale assunto è fornita dalle statistiche inerenti ai casi di diagnosi di PTSD tra i reduci dai teatri operativi.

E’ opportuno soffermarsi sull’idea che il PTSD maturato in un teatro operativo sia diverso da quello nato a seguito di una catastrofe naturale, poiché investe la fiducia nei valori in nome dei quali il militare intraprende una professione profondamente integrata con la propria vita personale. Egli necessita, pertanto, di essere posto al centro di un percorso di studio psicologico del trauma che si confronti con la vulnerabilità della natura umana.

Le conseguenze dell´evento traumatico (classificabili principalmente in sintomi di iperattivazione, sintomi intrusivi e sintomi di evitamento) sono influenzati dalla durata, dalla natura, dall’intensità dell’evento, dal particolare momento biografico dell’individuo e dalle sue peculiarità difensive che condizionano una serie di sviluppi fisio-psicologici e possono condurre a manifestazioni psicopatologiche a carattere acuto e cronico. La comparsa di queste espressioni patologiche dipenderà anche da una variabile individuale, determinata dalla capacità di adattamento del soggetto, denominata resilienza e capace di collocare e dare significato all’evento all’interno della propria storia personale.

Il trauma psichico può essere sinteticamente definito come una lacerazione improvvisa, violenta ed imprevedibile dell’integrità psichica, capace di provocare un’alterazione permanente delle capacità di adattamento del soggetto.

Le caratteristiche dell’evento traumatico, importanti da analizzare ai fini di una netta distinzione tra stress e trauma, sono la subitaneità e l’imprevedibilità, fattori che non permettono manovre difensive immediate. 

Tuttavia, negli ultimi anni sono state eseguite molte ricerche sul PTSD in ambito militare, soprattutto negli Stati Uniti che offrono una popolazione oggetto di studi di notevole rilevanza, i cui risultati hanno portato ad elaborare un percorso di supporto psicologico per i militari basato su interventi preventivi, d’emergenza e successivi all´impiego del militare in teatro operativo. Molti Paesi coinvolti in interventi operativi hanno, già da tempo, elaborato piani di supporto psicologico ai militari, dislocando, in ogni Reparto presente in teatro, un’Unità di Combat Stress Control, costituita da un nucleo operativo di Psichiatri e Psicologi.

Nel contempo, sono stati implementati appositi processi addestrativi e procedure riabilitative, ponendo una particolare enfasi su prevenzione, sensibilizzazione, empowerment e sostegno. Ciò significa che, prima di impiegare un militare in teatro operativo, sono attivati dei piani di formazione specifici, seguiti dal monitoraggio in loco, e, inoltre, viene fornito un supporto alle famiglie soprattutto in caso di eventi traumatici occorsi al congiunto.

E´ opportuno suddividere gli interventi sulla base di due differenti obiettivi temporali: breve/medio termine e lungo termine. Gli attori principali presi in considerazione come oggetto di intervento sono tre: i comandanti (al fine di fornire loro strumenti per riconoscere, valutare e supportare casi di PTSD), i combattenti e le famiglie. Il protagonista attivo dell´intervento è il personale qualificato (Psichiatri e Psicologi) che svolge un ruolo fondamentale durante tutto il Deployment Cycle (comprendente le fasi di dislocamento di un’Unità: pre-deployment, deployment, post-deployment).

Supporto a breve e medio termine

  • Pre-Deployment: un Team di Supporto in Patria (presso il contingente o durante il corso di indottrinamento) che opera al fine di far acquisire un´adeguata conoscenza sulla psicofisiologia dello stress in operazioni, sulle strategie di coping, sul controllo delle reazioni da combat stress ed affrontare le situazioni prevedibilmente traumatiche e stressanti tramite tecniche di gestione dell´evento traumatico, come ad esempio: Stress Inoculation Training (modalità di intervento psicologico per far fronte alle conseguenze disfunzionali dello stress sulla base di un modello di analisi dell’esperienza del soggetto sottoposto ad opportune sollecitazioni ambientali che rappresentano potenziali eventi traumatici.
    ) e Comprehensive Soldier Fitness Program (programma multifunzionale sviluppato da US Army per rafforzare la resilienza). L´attività da svolgere in questa fase è fondamentale, in virtù del fatto che il PTSD si presenta quando la reazione all´evento traumatico è pervasa da intensa paura, impotenza e orrore (criterio A2 secondo DSM-IV-TR, eliminato dalla lista dei criteri nel DSM 5 poiché esprime elementi soggettivi non utili ai fini diagnostici). Il livello di resilienza a questi tre elementi può aumentare con un adeguato addestramento basato sull´acquisizione di metodologie specifiche come: respirazione tattica (tecnica utilizzata per ottenere un controllo su risposte fisiologiche e psicologiche allo stress al fine di una migliore gestione della frequenza cardiaca, delle emozioni, della concentrazione e al fine di prevenire la paura intensa), esercitazioni in ogni scenario (per ridurre il senso di impotenza), inoculazione di fattori traumatizzanti (per limitare il senso di orrore);
  • Deployment: un Team di Supporto in teatro operativo costituito da personale specializzato in psicologia d´emergenza che utilizza strumenti specifici: colloqui e questionari, pronto soccorso emotivo individuale o di gruppo, programmi di gestione dello stress da incidenti critici come il defusing (tecnica di pronto soccorso emotivo basata su un intervento breve organizzato per il gruppo reduce da un evento traumatico da effettuare subito dopo l’episodio. L´intervento tende ad aiutare a diminuire la tensione e lo stress traumatico, attraverso la condivisione verbale dell’esperienza), tecniche di debriefing come il Critical Incident Stress Debriefing (il CISD mira a gestire emozioni intense attraverso la verbalizzazione del trauma, con il sostegno di un team o dei pari, sfruttando fattori terapeutici del gruppo utili alla riduzione dello stress post traumatico), tecniche di intervento sulla fatica da combattimento, interventi di desensibilizzazione e rielaborazione emozionale del trauma come l`Eye Movement Desensitization And Reprocessing (EMDR), terapie farmacologiche, strumenti di preparazione al rientro);
  • Post-Deployment: un Team di Supporto in Patria (presso il contingente o strutture sanitarie militari) che agisce al fine di supportare il personale con PTSD tramite tecniche specifiche (Terapia cognitiva-comportamentale, EMDR, terapie farmacologiche). Un militare potrebbe non facilmente poter evitare gli stimoli associati al trauma (criterio C sia nel DSM-IV-TR sia nel DSM 5) e dovrà affrontarli e riviverli tramite lenti processi di reintegro degli stessi utilizzando metodi di addestramento realistici (ad esempio i simulatori);
  • Supporto familiare: un Team di Supporto durante tutte le fasi del Deployment Cycle (presso il contingente o strutture sanitarie militari) al fine preparare e supportare il nucleo familiare (adulti e bambini). Il PTSD non ha impatto solo sul militare traumatizzato, bensì su tutti coloro che siano a lui legati. Occorrerà, quindi, intervenire anche sui suoi familiari per limitare qualsiasi conseguenza del trauma diretto o indiretto.

Supporto a lungo termine

  • Creazione di un Center for Deployment Psychology, all´interno del settore sanitario militare, che si occupi di ogni tipo di problematica psicologica inerente al dislocamento in teatro operativo e che possa coordinare le attività svolte dai Team di Supporto, svolgere corsi specialistici per formatori, comandanti, combattenti e familiari finalizzati alla preparazione agli eventi traumatici e allo stress conseguente, seguire il decorso del personale e dei familiari, elaborare studi statistici ed analizzarne i risultati, svolgere attività divulgativa sulla problematica;
  • Creazione di una Combat Military Psychology Community specializzata in attività di intervento durante il Deployment Cycle a stretto contatto con il mondo accademico e militare nazionale ed internazionale;
  • Supporto familiare Strutturato che possa far riferimento ad una struttura militare specializzata nel settore di intervento orientato alle famiglie;
  • Sviluppo di una logistica operativa orientata al benessere del militare nel periodo di dislocamento che possa aiutarlo a rafforzare la resilienza (attività fisica, sociale, culturale, spirituale, ludica).

 

La grande lezione che le guerre continuano ad impartirci è che esse non terminano con il cessate il fuoco, ma continuano nelle menti degli attori, attivi e passivi, i quali sviluppano spesso conseguenze potenzialmente debilitanti.

Ogni militare, prima di essere inviato in teatro operativo, necessita di acquisire un addestramento specifico finalizzato ad affrontare al meglio ogni evento potenzialmente traumatico. Non recuperare un militare che ha subìto un trauma significa rischiare di avere un professionista che non ha superato l’evento critico, con tutte le conseguenze derivabili sul piano socio-comportamentale e visibili sia in ambito lavorativo sia privato.

Per raggiungere efficacemente l’obiettivo di riabilitare un militare dopo un evento traumatico è necessario elaborare un programma di supporto psicologico, da svolgere durante il Deployment Cycle, caratterizzato da una multidimensionalità di intervento e da immediatezza dell’azione, a sostegno del militare e anche della sua famiglia, basato su un approccio olistico alla problematica, definendo un insieme di interventi tra loro armonicamente collegati.

 

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American Sniper: un riflettore sul PTSD nei veterani di guerra – Cinema & Psicologia

 

BIBLIOGRAFIA:

  • American Psychiatric Association. (2000). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quarta Edizione Rivista. Tr. it. Milano. Masson.
  • American Psychiatric Association. (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta. it. Raffaello Cortina Editore. ACQUISTA

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