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La coppia omosessuale e l’omogenitorialità

I bambini di genitori omosessuali non presentano nessuna differenze per quanto riguarda il benessere psicofisico rispetto a bambini di coppie eterosessuali

Di Giada Costantini

Pubblicato il 24 Feb. 2015

Aggiornato il 05 Ago. 2022 12:28

L’orientamento sessuale dei genitori influisce sui figli: i bambini di genitori omosessuali presentano una minor conformità con gli stereotipi di genere, più apertura a esperienze omosessuali e più capacità critica nell’affrontare stereotipi e pregiudizi.

Ci sono delle differenze significative tra coppie eterosessuali e omosessuali che possono influire negativamente sul benessere di un figlio? La letteratura scientifica, attraverso studi comparativi con coppie eterosessuali senza figli (sia sposate che conviventi) ha documentato come queste ultime presentino delle similitudini con le coppie gay e lesbiche per quanto riguarda la durata del rapporto, la soddisfazione di coppia, le modalità di far fronte ai conflitti, l’intimità fisica, la vicinanza affettiva ed emotiva, le minacce di allontanamento o i periodi di separazione transitoria (Kurdek, 2004, 2006, 2009).

Infatti, come le coppie eterosessuali, un gran numero di gay e lesbiche vuole costruire delle relazioni stabili, durature (Johnson, 1990; McWhiter, Mattison, 1984; Peplau e Spalding, 2000) e spesso riesce in questo suo proposito. Diversi ricercatori statunitensi tra cui Kurdek (2003), Nardi (1997) e Peplau e Spalding (2000) hanno rilevato che un consistente numero di coppie omosessuali conduce una relazione dalla durata più che decennale. In Italia, studi di tipo descrittivo (Barbagli e Colombo, 2007) hanno attestato come il 40-49% dei gay e il 50-55% delle lesbiche vive una relazione fissa.

L’insieme dei dati a disposizione ci dimostra come le coppie omosessuali “funzionano” in modo molto simile a quelle eterosessuali, in termini di soddisfazione, impegno reciproco, durata e stabilità del legame, distogliendo l’attenzione dall’orientamento sessuale come fattore discriminante e introducendo nuove curiosità nell’indagare le specificità delle coppie gay e lesbiche.

A tal proposito è stata rilevata una maggiore propensione a una divisione più paritaria dei compiti domestici da parte delle coppie omosessuali rispetto a quelle eterosessuali (Blumstein, Schwartz, 1983; Carrington, 1999; Green, Bettinger e Zacks, 1996; Barbagli e Colombo, 2007; Coltrane, 2000; Kurdek, 2006; Solomon, Rothblum e Balsan, 2005).

Anche per quanto riguarda l’organizzazione del potere e della presa di decisione nelle coppie, le ricerche evidenziano come le coppie omosessuali siano più egualitarie e paritetiche (Peplau e Cochran, 1980) e come questa equità sia associata a dinamiche della coppia più funzionali: una più soddisfacente risoluzione dei conflitti e un minore tasso di violenza fisica/psicologica (Borghi, 2006).

Infine, le ricerche sulle tematiche di discussione inquadrano aree comuni fra le coppie omosessuali ed eterosessuali, riportando somiglianze per quanto riguarda frequenze e argomenti: in generale sembra che gli argomenti su cui si confrontano i partner di una coppia siano connessi agli affetti, alle finanze e al mantenimento della casa (Kurdek, 1994, 2005, 2006; Metz, Rosser e Strapko, 1994). Queste caratteristiche delle coppie omosessuali sono sufficienti a garantire un adeguato sostegno protettivo, emotivo ed educativo ad un bambino?

Gli studi effettuati da Stacey e Biblarz (1981 – 1998, citati in Bottino e Danna, 2005) portano ad evidenziare come l’orientamento sessuale dei genitori influisca sui figli: i bambini di genitori omosessuali presentano una minor conformità con gli stereotipi di genere, più apertura a esperienze omosessuali e più capacità critica nell’affrontare stereotipi e pregiudizi.

Eppure, non sono emerse discrepanze per ciò che concerne il benessere psichico: Stacey e Biblarz (2001) riportano i risultati di studi che affermano l’assenza di differenze nei livelli di ansia, di autostima e di altre dimensioni legate allo sviluppo psicologico del bambino. Inoltre, non è emersa alcuna relazione tra l’orientamento sessuale dei genitori e le abilità cognitive dei figli anche se “finora nessun lavoro ha confrontato la realizzazione a lungo termine dei bambini nell’istruzione, nell’occupazione, nel reddito e in altri ambiti della vita” (Stacey e Biblarz, 2001, p. 171).

Altre ricerche hanno trovato che i figli cresciuti con genitori omosessuali presentano le stesse caratteristiche di bambini di età analoga cresciuti con genitori eterosessuali per ciò che concerne lo stile genitoriale, l’equilibrio emozionale e l’orientamento sessuale dei figli (Allen e Burrel, 1996), e che non esistono particolari differenze nell’attitudine materna né per quanto riguarda l’acquisizione del concetto di Sé (Mucklow e Phelan, 1979).

Tuttavia, “le poche differenze significative effettivamente trovate tendono a favorire i figli di madri lesbiche” (Stacey e Biblarz, 2001, p. 172): la review presa in esame suggerisce che in media le madri (madri lesbiche, madri eterosessuali e co-madri) tendono a un maggiore investimento nella cura dei figli rispetto ai padri, e che siano più adatte alle attività di cura cruciali per il loro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale (Furstenberg e Cherlin, 1991; Simons et al., 1996). Secondo Stacey e Biblarz, questi risultati riflettono qualcosa di più di un semplice “effetto di genere”, poiché l’orientamento sessuale è la “variabile esogena” chiave per la quale genitori di sesso diverso o uguale si uniscono e costituiscono nuclei familiari.

La discussione dei risultati degli studi sintetizzati dalla ricerca portano Stacey e Biblarz a considerare come gli stessi risultati possano essere influenzati da aspetti e fattori che non sono direttamente inerenti all’orientamento sessuale.

In definitiva, la maggior parte delle differenze evidenziate dalle ricerche, quando non favorisce i genitori omosessuali, è un effetto secondario del pregiudizio sociale oppure rappresenta una di quelle differenze che le società democratiche dovrebbero rispettare e proteggere. Stacey e Biblarz propongono infatti di considerare l’omofobia e le discriminazioni i soli motivi per cui l’orientamento sessuale dei genitori può avere influenza sui figli.

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BIBLIOGRAFIA:

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  • Stacey, J., e Biblarz, T.J., (2001). (How) Does the Sexual Orientation of Parents Matter?. American Sociological Review, Vol. 66, pp. 159-183.
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