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Quella spintarella che migliorerebbe la vita di tutti: gli effetti del Nudging

Il nudging è la disciplina che, grazie alle scienze del comportamento, facilita le decisioni delle persone verso scelte più in linea con i loro valori.

Di Massimo Cesareo

Pubblicato il 12 Feb. 2015

Aggiornato il 22 Mar. 2018 15:06

A Cura di Massimo Cesareo, Team Nudge Italia, IESCUM

Il nudging è la disciplina che, grazie alle scienze del comportamento, facilita ovvero spinge gentilmente le decisioni delle persone verso opzioni di scelta più in linea con i loro valori, tutelando al contempo la loro libertà di scegliere.

Cosa fare per migliorare le scelte alimentari di una popolazione, per incrementarne l’attività fisica o per aumentare il numero di persone che pagano le tasse o che si recano a votare?

Ricorrere al nudging: la spinta gentile teorizzata dall’economista Richard H. Thaler e dal giurista Cass R. Sunstein, nel saggio Nudge: Improving Decisions about Health, Wealth, and Happiness, edito in Italia da Feltrinelli, nel 2008, con il titolo Nudge. La spinta gentile. La nuova strategia per migliorare le nostre decisioni su denaro, salute, felicità.

Il nudging è una visione socio economico multidisciplinare, che si sviluppa all’interno delle scienze del comportamento.

 Le scienze del comportamento sono figlie del Comportamentismo, approccio alla psicologia, del quale si è soliti indicare come data di nascita quella della pubblicazione dell’articolo dello psicologo statunitense John Watson La psicologia così come la vede un comportamentista (1913).

L’applicazione delle scienze del comportamento alle politiche sociali, all’economia, alla gestione della cosa pubblica, ha portato, nel corso del XX secolo, dapprima allo sviluppo del filone economico denominato Behavioral Economics, economia comportamentale, ed in seguito – nell’ultimo quinquennio – alla nascita di appositi nudge team, ovvero team di esperti in supporto all’operato governativo.

Il nudging, pertanto, è materia di studio e di ricerca assai recente e che molto sta facendo parlare di sé: è la disciplina che, grazie alle scienze del comportamento facilita, ovvero spinge gentilmente le decisioni delle persone verso opzioni di scelta più in linea con i loro valori, tutelando al contempo la loro libertà di scegliere.

Sulla scia della svolta aperta dal volume Nudge (2008, Thaler and Sunstein), le scienze del comportamento sono diventate un valido alleato nella gestione istituzionale della cosa pubblica.

Un primo esempio di nudge team va trovato nella nomina, da parte del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, di Cass R. Sunstein quale responsabile dell’Office of Information and Regulatory Affairs.

Come funziona il nudging? Semplice!- direbbe Cass R. Sunstein, che proprio così ha intitolato un suo recente volume, in cui viene descritto l’operato del Nudge Team statunitense: una regolamentazione intelligente, che spinga gentilmente i cittadini a comportamenti più efficienti per se stessi e per gli altri, può rendere la vita della società, dei cittadini, delle imprese, meno complessa. Nudging, pertanto, significa esplorare le potenzialità della semplificazione normativa. Ma non solo: come insegnano le scienze del comportamento, misurare, raccogliere dati, valutare, applicare il metodo scientifico alle politiche pubbliche aiuta i governanti ad indirizzare i comportamenti dei cittadini verso scelte più efficaci. La spinta gentile, insomma, può essere applicata ai mille ambiti della vita collettiva: dall’alimentazione alla gestione del traffico urbano, dalla lotta all’evasione fiscale all’aumento della percentuale degli elettori che si recano alle urne, fino ad un più consapevole rapporto con l’ambiente. Il nudging, infatti, si rivela un ottimo alleato per implementare la raccolta differenziata nei contesti urbani.

Un esempio di politiche di nudging che hanno realmente portato a miglioramenti dei comportamenti sociali può essere trovato nel sito governativo statunitense dedicato all’alimentazione, per il quale Cass Sunstein ha realizzato l’immagine di un piatto contenente le giuste percentuali di nutrienti da assimilare durante il giorno. Il passaggio dalla classica piramide alimentare al piatto ha semplificato l’accesso degli utenti al sito e la comprensione delle informazioni veicolate.

Altri esempi possono essere rilevati nell’azione amministrativa di Antanas Mockus, ex sindaco di Bogotà, capitale della Colombia, azioni che spingono a riflettere sulle possibilità offerte dall’ingegneria sociale nella gestione urbana.

Mockus — filosofo, matematico e pedagogo — nella sua esperienza di amministratore pubblico è divenuto noto alle cronache internazionali per i suoi esperimenti sociali. Già nel 2004, Maria Cristina Caballero scriveva, sull’Harvard University Gazette, di questo professore senza esperienza politica che — reduce da un incarico di prestigio presso la Colombian National University — aveva applicato su una città di sei milioni e mezzo di abitanti le sue teorie sociali.

Bogotà, all’epoca, era una metropoli piagata dalla criminalità, dal traffico, dall’inquinamento. Mockus stesso spiegò come era riuscito a ridurre l’incidenza di questi fenomeni negativi durante una lezione tenuta presso la Kennedy School’s Institute of Politics, al termine del suo secondo mandato come sindaco di Bogotà. Agli studenti di Harvard, Mockus spiegò che nel passaggio dalla teoria alla pratica, nella gestione urbana democratica, era stato fondamentale invogliare il cittadino a modificare il proprio modo di pensare, utilizzare incentivi materiali per ridurre la corruzione, ricorrere alla disapprovazione della comunità verso i gesti criminali o in qualche modo non congruenti alla pacifica vita della comunità stessa.

 Gli esempi più noti della sua politica del cambiamento sociale — quelli che indussero a definire un miracolo il volto nuovo di Bogotà — furono l’idea di mandare 400 mimi nelle strade della capitale, con il compito, da un lato, di prendere apertamente in giro gli automobilisti indisciplinati, dall’altro di rappresentare sul palcoscenico reale della strada cosa volesse dire osservare le regole, e l’intuizione di rendersi testimonial di una campagna per la riduzione dello spreco dell’acqua. Entrambe le iniziative diedero ottimi risultati: ci fu una sensibile diminuzione degli incidenti stradali nell’area urbana e un risparmio dell’acqua che arrivò a toccare il 40% del precedente consumo totale.

L’idea di mandare dei clown a dirigere il traffico, per i suoi buoni risultati, venne — anni dopo, nel 2011 — rimessa in pratica da Carlos Ocariz, politico ed ingegnere, a capo della Municipalità di Sucre, una delle aree più povere di Caracas, capitale del Venezuela. L’esperimento ebbe successo e venne riportato dalle cronache italiane.

Jacopo Fo, per il Fatto quotidiano, descrivendo le iniziative tanto di Ocariz, quanto di Mockus ai lettori italiani, affronta un punto essenziale per la scienza del comportamento promossa da Iescum: una bella mattina gli automobilisti di Bogotà trovarono i semafori presidiati da gruppi di clown buffoni, che piangevano a spruzzo se non ci si fermava col rosso e invece danzavano e offrivano fiori se si rispettavano le precedenze. Fiori per chi rispettava le regole: un rinforzo, si direbbe in termini comportamentali.

 

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BIBLIOGRAFIA:

iescum

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Massimo Cesareo
Massimo Cesareo

Psicologo, Psicoterapeuta in formazione. Ricercatore a IULM Milano e IESCUM. Coordinatore della ricerca di Nudge Italia

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