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Musica e linguaggio nei bambini: chi suona uno strumento presenta migliori abilità linguistiche

I bambini che frequentano regolarmente corsi di musica riportano punteggi più alti nelle abilità di elaborazione del discorso e nelle capacità di lettura.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 12 Gen. 2015

FLASH NEWS

I bambini che frequentano regolarmente corsi di musica e che mostrano una partecipazione attiva riportano punteggi più alti nelle abilità di elaborazione del discorso e nelle capacità di lettura rispetto ai loro coetanei che si sono mostrati meno coinvolti.

Una formazione musicale, ormai è noto, è importante per il cervello in via di sviluppo, ma una nuova ricerca della Northwestern University rivela che a fare la differenza è il livello di coinvolgimento attivo del bambino: i bambini che frequentano regolarmente corsi di musica e che mostrano una partecipazione attiva riportano, a due anni di distanza, punteggi più alti nelle abilità di elaborazione del discorso e nelle capacità di lettura rispetto ai loro coetanei che si sono mostrati meno coinvolti.

La ricerca, apparsa su Frontiers in Psychology, ha anche dimostrato che i benefici a livello neurale derivanti dalla partecipazione attiva ai corsi di musica si sono verificati nelle stesse aree del cervello che sono tradizionalmente deboli nei bambini provenienti da ambienti svantaggiati. Piccole variazioni nel coinvolgimento si sono dimostrate significative anche in classi di studenti almentamente motivati, sottolinea Nina Kraus, prima autrice dello studio; inoltre anche il tipo di classe di musica è importante: l’elaborazione neurale in studenti che hanno suonato degli strumenti è stata maggiore rispetto a quella di bambini che si sono limitati ad ascoltare la musica.

La ricerca precedente, pubblicata a settembre sul Journal of Neuroscience, ha indicato che l’educazione alla musica può letteralmente rimodellare il cervello di un bambino in un modo che migliora l’elaborazione del suono.

I bambini provenienti da famiglie a basso livello socioeconomico elaborano i suoni in modo meno efficiente, in parte a causa di ambienti rumorosi e in parte a causa della deprivazione linguistica, cioè il non essere abituati a sentire parole, frasi e concetti complessi. Questo li espone a un maggior rischio di fallimento e abbandono scolastico.

Un adeguata formazione musicale può essere un modo per migliorare il modo in cui il cervello elabora il suono e rimuovere l’interferenza: l’efficienza dell’elaborazione vocale, infatti, è strettamente legata alla lettura, che richiede la capacità di segmentare il parlato in unità sonore individuali.

Insomma, suonare uno strumento ha un profondo effetto sul nostro sistema nervoso, migliora le nostre abilità linguistiche e può addirittura ridefinire le conseguenze dovute a contesti socioculturali ad alto rischio.

 

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BIBLIOGRAFIA:

Kraus, N., Slater, J., Thompson, E.C., Hornickel, J., Strait, D.L., Nicol, T., White-Schwoch, T. (2014). Auditory learning through active engagement with sound: biological impact of community music lessons in at-risk children. Front. Neurosci. 8:351. doi: 10.3389/fnins.2014.00351 

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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