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Il quinto Quaderno del Centro Napoletano di Psicoanalisi: Identità e Processi di Identificazione – Recensione

L'identificazione è un processo euristico (conoscere l’identità di qualcuno nel tempo e nello spazio) che si traduce in costruzione della propria persona.

Di Ezechiele Giannelli

Pubblicato il 07 Gen. 2015

Aggiornato il 26 Ago. 2019 12:36

L’identificazione in psicoanalisi richiama subito una pluralità di qualificazioni che la specificano e al tempo stesso la articolano e la rinfrangono: identificazione primaria, isterica, melanconica, narcisistica, edipica, alienante. Le numerose sfaccettature rinviano al versante evolutivo o regressivo della dinamica psichica, al lato patologico o a quello costitutivo.

Il quinto Quaderno raccoglie il lavoro svolto dal Centro Napoletano di Psicoanalisi intorno al tema dell’identificazione nelle sue molteplici configurazioni e delle relazioni con la strutturazione dell’identità e con la soggettivazione (ndr: i quaderni del Centro Napoletano di Psicoanalisi sono volumi che raccolgono i momenti più significativi della vita scientifica e culturale del Centro. I precedenti quaderni sono Psicoanalisi e Teoria della Cultura. Riflessioni su un classico: “Il disagio della civiltà” (2003); Metapsicologia Oggi (2005); Violenza e Simbolizzazione (2009) editi da la Biblioteca, Bari-Roma; Le Figure del Vuoto. I Sintomi della Contemporaneità: anoressie, bulimie, depressione e dintorni (2012) per le edizioni Borla, Roma).

L’identificazione in psicoanalisi richiama subito una pluralità di qualificazioni che la specificano e al tempo stesso la articolano e la rinfrangono: identificazione primaria, isterica, melanconica, narcisistica, edipica, alienante. Le numerose sfaccettature rinviano al versante evolutivo o regressivo della dinamica psichica, al lato patologico o a quello costitutivo.

Le relazioni presentate in questo quaderno ci permettono di seguire un percorso che si articola intorno a differenti modelli teorici della psicoanalisi.

 Nella fattispecie possiamo individuare un filo conduttore che partendo da un criterio evolutivo-genetico, incentrato sulla teoria della relazione d’oggetto, perviene dapprima ad una modellizzazione in cui la relazione d’oggetto si articola con una visione strutturale, per arrivare ad un modello fondato totalmente sulla meta-psicologia freudiana classica. Nasciamo stranieri al mondo, in un mondo che ci è estraneo. Comincia quindi un lungo e faticoso percorso di appropriazione e investimento del proprio essere e del proprio divenire nel mondo. Il bambino inizia a divenir del mondo esperto attraverso le forme attiva, passiva e riflessiva della conoscenza.

Identificare è, infatti, contemporaneamente un processo euristico – conoscere l’identità di qualcosa, o di qualcuno, la sua uguaglianza nel tempo e nello spazio – e, riflessivamente, la costruzione della propria persona, soggettività che ci appartiene seppure alienata nella follia. La formazione del soggetto può configurarsi come storia delle sue identificazioni: se queste contribuiscono a strutturare un’identità, d’altro canto costituiscono anche la traccia della permeabilità della psiche al mondo. L’identificazione, collegata ai processi di apprendimento, sembra configurare una necessità tanto radicata da apparire ormai innata nella nostra psiche.

Le problematiche esplorate interrogano teoria e pratica clinica chiamate a confrontarsi sempre più spesso col narcisismo, la soggettività e i suoi confini, la precarietà del senso d’identità, attraversato da crisi personali e sociali.

Nell’ordito di questo tema si è venuta a tessere una trama che disegna immagini composite con inaspettate confluenze e imprevedibili punti di snodo, anche in dialogo con l’antropologia nella sua funzione di osservazione delle trasformazioni identitarie nell’impatto transculturale.

 

LEGGI ANCHE:

Psicoanalisi e Terapie Psicodinamiche

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Cotrufo P. e Pozzi R., (2014), Identità e processi di identificazione, Franco Angeli. ACQUISTA
  • Klein M., (1958), Sullo sviluppo dell’attività psichica, in Scritti, Bollati Boringhieri.
  • Lacan J., (1949), Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell’Io, in Scritti, Einaudi.
  • Thanopulos S., (2012), L’identificazione isterica, Riv. Psicoanal., LVIII, 1.
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