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Obesità nei bambini: il cervello si attiva diversamente quando il sapore è dolce!

Nello studio è stata rilevata una maggiore attività della corteccia insulare e dell'amigdala nei bambini obesi rispetto al gruppo di controllo -Neuroscienze

Di Valentina Chirico

Pubblicato il 06 Gen. 2015

Aggiornato il 26 Feb. 2015 11:33

FLASH NEWS

E se fossero i nostri neuroni ad essere golosi? É quanto sostiene un gruppo di ricercatori dell’Università della California che ha trovato evidenze empiriche secondo cui alcuni cervelli gradiscano lo zucchero più di altri.

Sembrerebbe infatti che alcuni individui abbiano una predisposizione fisiologica che li spinge a desiderare lo zucchero, a essere più portati a percepire il cibo come una ricompensa, a essere motivati dal cibo e a gradire maggiormente la derivante sensazione di benessere data dallo stesso.

Sebbene non sia stata individuata una relazione causale tra l’ipersensibilità allo zucchero e l’eccessiva alimentazione, in questo studio è stato scoperto che nei bambini obesi il cervello risponde diversamente allo zucchero rispetto ai bambini normo-peso.

Per questo studio sono stati coinvolti 23 bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, di cui 10 obesi e 13 normo-peso. Le immagini cerebrali hanno mostrato una maggiore attività della corteccia insulare e dell’amigdala dei bambini obesi rispetto al gruppo di controllo. Regioni che infatti sono coinvolte nella percezione, emozione, consapevolezza, gusto, motivazione e ricompensa.
Non hanno mostrato differenze nell’attività neuronale dello striato, anch’esso parte del circuito di ricompensa che altri studi hanno associato all’obesità negli adulti, tuttavia lo striato non è pienamente sviluppato fino all’adolescenza per cui non stupisce questa assenza di variazioni significative, anzi il campione di riferimento di questa ricerca potrebbe essere il primo caso di studio di sviluppo del circuito della ricompensa da cibo nei pre-adolescenti.

I bambini obesi hanno tra l’80 e il 90% di probabilità di diventare adulti obesi; dunque uno studio come questo è un campanello di allarme che dovrebbe far riflettere sulla prevenzione e sulla possibilità che alcuni bambini nascano con una certa ipersensibilità al cibo o con una predisposizione ad imparare più rapidamente il legame tra mangiare e sentirsi meglio che, se riconosciuta, potrebbe essere un efficace punto di partenza per strutturare un intervento mirato e gestire meglio il rischio di sovrappeso e obesità.

 

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Valentina Chirico
Valentina Chirico

Dottoressa Magistrale in Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici.

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