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L’uomo che metteva in ordine il mondo (2014) di Friedrick Backman – Recensione

Il libro fornisce uno spaccato realistico di un disturbo ossessivo, caratterizzato da rituali ed estrema attenzione alla precisione e al pulito - Psicologia

Di Simona Meroni

Pubblicato il 12 Dic. 2014

LETTERATURA

Il libro non è un testo clinico ma fornisce uno spaccato abbastanza realistico, per quanto edulcorato e leggero, di un disturbo ossessivo.

Ove è un pensionato svedese che vive in un tranquillo quartiere residenziale. Ama le cose fatte come dice lui, la routine, la Skoda, le patate e odia le ingiustizie! Ha vissuto una vita onesta, votata al lavoro e ai sani principi e all’improvviso le giornate scandite da ritmi sempre uguali e facce note (sempre le stesse e soprattutto ridotte all’osso) verranno rivoluzionate da una simpatica donna straniera che si trasferisce nel quartiere insieme a due bambine e al marito un po’ imbranato, che diverranno croce e delizia di Ove!

Il libro del giornalista svedese è un bellissimo romanzo che scorre narrando le disavventure di Ove in un riuscito incastro di presente e flashback. Ogni capitolo rappresenta un post che il giornalista aveva inizialmente pubblicato sul suo blog e si potrebbe dire che rappresenta una satira buffa e mai troppo veemente di critica rispetto alla società moderna, che sembra aver perso il senso della misura ma soprattutto il senso della concretezza delle cose e dei rapporti umani!

Ci si innamora facilmente del personaggio, che pur rappresentando a prima vista un disturbo ossessivo, scandito da rituali, estrema attenzione alla precisione e al pulito, è un uomo capace di profondi legami d’amore. Fondamentalmente, dunque, è una bellissima storia d’amore e di tolleranza perché – una delle tante linee interpretative che potremmo seguire, ma poi ciascuno trovi la sua – cos’altro non è, potremmo chiederci, l’amore se non un atto di tolleranza?

Ad Ove non interessa nè piace socializzare, è disturbato da segni di scarpe sul pavimento e da un piano della cucina poco oliato, non ha mai cambiato marca di auto, nè concepisce le diavolerie moderne, ma è un uomo che quando qualcuno ha bisogno di aiuto, agisce senza troppe sovrastrutture mentali. Divide il mondo in ciò che è giusto e ciò che non lo è, e le ingiustizie, in genere, non sono molto arbitrarie. Sonia, la moglie, è una donna invece colorata nell’animo e nel vestire, socievole, che ama il contatto e le relazioni umane, la lettura e le novità. Eppure la loro è una storia d’amore onesta, sincera, appassionata, a cui facilmente si vorrebbe ambire. Cosa può dunque tenere uniti, ci si può domandare, due persone che vivono apparentemente la vita ai poli opposti? La risposta che fornisco torna ad essere legata a quanto detto: la tolleranza!

Penso che davvero uno dei messaggi più forti di Backeman e di questo bellissimo romanzo, sia l’accettare l’altro con le proprie diversità. Siano esse religiose, di orientamento sessuale, di letture o di scelta della marca di auto da guidare. 

Il libro non è ovviamente un testo clinico, non pretende di esserlo, ma fornisce uno spaccato abbastanza realistico, per quanto edulcorato e leggero, di un disturbo ossessivo. Ne coglie anche il lato buono: l’integerrimità e talvolta la durezza sono forse necessarie per non lasciare che tutto ci travolga. E allora meno male che esiste chi rimane adeso ai propri principi, chi nonostante l’immobilismo, però, è in grado di fare ciò che deve quando deve senza che gli venga chiesto.

Ecco perché ci si innamora facilmente di Ove, perché è capace di un amore assoluto, definitivo, netto, che non scende a patti con niente se non con se stesso. È’ un amore romanzato, ma da cui si può imparare molto.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

 Il disturbo ossessivo-compulsivo in The Aviator (2004) di Martin Scorsese

BIBLIOGRAFIA:

  • Backman, F. (2014). L’uomo che metteva in ordine il mondo. Mondadori editore.  ACQUISTA ONLINE
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