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Disturbo da lutto prolungato: ridurre i sintomi con l’intervento integrato tra CBT e tecnica dell’esposizione

La terapia cognitivo-comportamentale per il trattamento del disturbo da lutto prolungato mostra esiti positivi se integrata con la tecnica dell’esposizione.

Di Veronica Iazzi

Pubblicato il 04 Nov. 2014

Aggiornato il 13 Giu. 2016 14:25

FLASH NEWS

La terapia cognitivo-comportamentale per il trattamento del disturbo da lutto prolungato (PGD) può dare risultati più efficaci se integrata con la tecnica dell’esposizione. 

Il PGD coinvolge un persistente desiderio per la persona cara perduta associato a dolore emotivo persistente, la difficoltà di accettazione della perdita, il senso di vuoto, l’amarezza e la difficoltà a riprendere le proprie attività quotidianamente. Per la diagnosi di disturbo da lutto prolungato i sintomi devono durare almeno sei mesi; a differenza della depressione, la preoccupazione invalidante della persona con PGD è il desiderio bramoso verso la persona cara perduta.

Gli autori dello studio hanno sottoposto per due ora a settimana e per 10 settimane gli 80 paziente con diagnosi di PGD, alla terapia di gruppo CBT; i pazienti poi sono stati sottoposti anche a quattro sessioni di terapia individuale con la tecnica dell’esposizione oppure con la sola CBT . Nella terapia con esposizione, i pazienti rivivono attraverso i ricordi l’esperienza della morte della persona amata perduta. I criteri di efficacia della terapia sono: livelli della depressione, valutazioni cognitive e di funzionamento nel follow-up a sei mesi.

I risultati hanno dimostrato che un trattamento integrato di terapia cognitivo- comportamentale e di tecnica dell’esposizione ha favorito la riduzione di indici di depressione, e ha portato miglioramenti rispetto alle valutazioni cognitive e di funzionamento nel follow-up.

Inoltre i risultati hanno mostrato una riduzione del numero di pazienti che soddisfano i criteri per il PGD.

In conclusione lo studio evidenzia come il rendere accessibili ricordi ed emozioni legate alla perdita di una persona cara può promuovere l’adattamento verso la perdita della stessa e migliorare la qualità della vita della persona a rischio di PGD.

 

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BIBLIOGRAFIA:

 

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Veronica Iazzi
Veronica Iazzi

Dottoressa Magistrale in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia

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