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Fondamenti di Terapia Cognitiva a cura di Carmelo La Mela – Recensione

Il libro di Carmelo La Mela offre una guida su come fare terapia secondo l'approccio cognitivo, presentandosi come un pratico manuale per gli specializzandi

Di Redazione

Pubblicato il 07 Nov. 2014

Aggiornato il 14 Gen. 2018 20:53

Sara Mori

Il libro offre una guida al modo con cui “fare terapia” tra “scientificità e laboratorio artigianale” a tutti coloro che ne condividono l’approccio, a coloro che siano semplicemente motivati ad esplorarne le peculiarità o, è proprio il caso di dirlo in questo contesto, a quanti cerchino “una base sicura” alla propria pratica clinica.

Il libro “Fondamenti di Terapia Cognitiva” a cura di Carmelo La Mela nasce dall’idea di scrivere un manuale pratico e quanto più possibile semplice e chiaro per gli allievi del primo biennio delle scuole di specializzazione in psicoterapia cognitiva.

L’handbook, scritto a più mani, delinea una descrizione delle correnti principali del cognitivismo, dando uno spazio maggiore rispetto ad altre opere, ad una delle dimensioni  più approfondite all’interno del contesto mediterraneo ed italiano in particolare: quella relazionale. L’accento posto sulle dinamiche interpersonali, specialmente quelle che si attivano all’interno della relazione terapeutica, apre la strada a nuove modalità di concettualizzazione del caso clinico, particolarmente utili nel trattamento dei disturbi di personalità e di quelle forme di psicopatologia resistente alla terapia standard.

Il modello teorico è ampiamente descritto nella prima parte del libro nella quale gli autori illustrano i principi fondamentali e le evoluzioni della terapia cognitiva. All’interno di questa sezione vengono approfondite le funzioni metacognitive, dandone una definizione operativa utile a concettualizzare il caso clinico e pianificare il trattamento, e viene descritto il modello LIBET (Life Themes and plans implication of Biased Beliefs: elicitation and treatment) del quale sono esposti gli elementi principali riportando esempi utili a spiegare il trattamento dei pazienti “difficili”.

Questa prima parte si conclude con un capitolo dedicato al contributo che la teoria dell’attaccamento offre alla teoria cognitivista di origine beckiana, con un’attenzione particolare alla descrizione dei sistemi motivazionali. Tale prospettiva vede nelle vicende relazionali avvenute in età precoce il contesto in cui si originano gli schemi di sé e quelli interpersonali. La qualità di queste relazioni è ritenuta una variabile fondamentale per lo sviluppo della metacognizione, che si configura come una funzione mentale alla base  della capacità di regolazione delle emozioni e della comprensione della mente altrui.

Nella seconda sezione del libro viene completato il quadro teorico attraverso la descrizione dei fattori di vulnerabilità e di mantenimento della sofferenza psicologica. Vengono riportati casi clinici per spiegare in modo pratico il ruolo patogenetico della vulnerabilità cognitiva e sono approfonditi diversi aspetti che concorrono al mantenimento del disturbo: i bias cognitivi, i comportamenti protettivi, le metacredenze, il rimuginio e la ruminazione, ma anche i cicli interpersonali e il loro legame con gli schemi interpersonali e i sistemi motivazionali interpersonali. Tra i fattori di mantenimento, in linea con la prospettiva offerta dal volume, viene affrontato il tema della dissociazione e di come sia possibile identificare fenomeni dissociativi nella sintomatologia presentata dal paziente.  

La terza sezione del libro è ricca di esempi clinici con cui vengono descritte le fasi iniziali della terapia: dal primo contatto col paziente che chiede spesso una risposta psicopatologica e nosografica ad un quesito a volte vago, alle tecniche cognitive per mettere in atto un rigoroso  assessment cognitivo.

Il manuale dipinge le componenti che si configurano come il cuore della fase iniziale della terapia cognitiva: l’assessment, la definizione del problema in termini cognitivisti, la definizione del contratto terapeutico, la condivisione di scopi e la scelta delle strategie terapeutiche. Anche in questo caso vengono approfonditi in modo particolare gli aspetti inerenti la relazione terapeutica, tra cui la sua funzione di regolazione emotiva e il processo motivazionale nelle diverse fasi del percorso terapeutico.

Nella parte conclusiva del libro sono illustrate le tecniche: da quelle utili nel colloquio, tra cui la disputa,  a quelle cognitive per l’intervento sulle meta credenze a quelle comportamentali. In Appendice, a caratterizzare ancora di più in senso pratico il volume, si trovano esempi di griglie per la concettualizzazione del caso e una descrizione esemplificativa e completa di un caso clinico.
   
Il libro offre dunque una guida al modo con cui “fare terapia” tra “scientificità e laboratorio artigianale” a tutti coloro che ne condividono l’approccio, a coloro che siano semplicemente motivati ad esplorarne le peculiarità o, è proprio il caso di dirlo in questo contesto, a quanti cerchino “una base sicura” alla propria pratica clinica.

 

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