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L’ansia infantile è correlata al nervosismo paterno

Lo studio evidenzia come i padri abbiano un ruolo più significativo rispetto alle madri per quanto riguarda i livelli d'ansia dei propri figli - Psicologia

Di Valentina Chirico

Pubblicato il 25 Nov. 2014

FLASH NEWS

I risultati suggeriscono chiaramente che i padri hanno un ruolo più significativo rispetto alle madri per quanto riguarda i livelli d’ansia dei propri figli, almeno nelle situazioni di tipo fisico.

I bambini, come gli adulti, sperimentano situazioni ansiogene che possono metterli in uno stato di agitazione. Eline Möller e un gruppo di ricercatori dell’istituto di educazione e sviluppo infantile presso l’università di Amsterdam si sono chiesti se e quale ruolo avessero i genitori nel modulare questa risposta ansiosa.

Per rispondere a questa domanda è stato condotto uno studio basato sul paradigma classico del “precipizio visivo”: alcuni bambini di un anno sono stati fatti gattonare su una superficie che presentava una zona trasparente in modo da apparire come interrotta, con un punto vuoto. Dal lato opposto al “buco” c’era uno dei genitori a cui era stato chiesto di incoraggiare il figlio ad attraversare la superficie trasparente.

I criteri di valutazione per l’ansia infantile sono stati il linguaggio corporeo del bambino, le sue espressioni facciali, l’eventuale pianto e/o l’evitamento del “precipizio”.

Dai risultati è emerso che le espressioni di incoraggiamento, verbali e non (es. battere le mani, sorridere), del genitore non hanno avuto alcun effetto sui livelli d’ansia del figlio o sulla sua audacia, al contrario posture, gesti, espressioni e frasi nervose che rivelano ansia nel genitore hanno implementato i livelli d’ansia nei bambini. Ma in particolare  è stato visto che l’ansia del bimbo correla di più con l’ansia del proprio padre che con quella della madre.

Sebbene non sia possibile individuare una relazione diretta di causa-effetto, i risultati suggeriscono però chiaramente che i padri hanno un ruolo più significativo rispetto alle madri per quanto riguarda i livelli d’ansia dei propri figli, almeno nelle situazioni di tipo fisico.

E in effetti questo risultato è coerente con la tesi evoluzionistica secondo cui al padre sia affidato il compito di insegnare alla progenie come affrontare le sfide esterne (estranei, posti nuovi), mentre la madre si occupi di sentimenti e rassicurazione.

Möller e colleghi si sono poi spinti oltre e hanno indagato l’ansia infantile anche da un punto di vista più generale, non soltanto legata alla situazione sperimentale, ed è emerso che tra i bambini più ansiosi il legame con il padre era ancora più forte e la fiducia paterna sembrava essere molto più importante rispetto a quella materna ad ulteriore conferma di quanto emerso in precedenza.

Le ricerche sul modo in cui i padri interagiscono con i figli sono rare e questo studio porta un contributo nuovo. Inoltre questi risultati possono avere anche delle implicazioni cliniche: se i padri giocano un ruolo nel modulare l’ansia dei propri figli, possono anche diventare un ammortizzatore contro l’ansia del bambino stesso.

 

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Valentina Chirico
Valentina Chirico

Dottoressa Magistrale in Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici.

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