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Ambiente e benessere. L’educazione ambientale come educazione alla salute

Oggi si assiste ad un’attenzione maggiore per l’ambiente in quanto la salute e il benessere dell'uomo derivano dalla salubrità dell’habitat in cui si vive.

Di Vincenzo Amendolagine

Pubblicato il 18 Nov. 2014

Keywords: Ambiente, Inquinamento, Ecosistema, Salute

Abstract

Nell’ultimo periodo si è assistito ad un’attenzione maggiore per l’ambiente, in quanto il mantenimento della salute e l’implementazione del benessere passano attraverso la salubrità dell’habitat in cui si vive.
Alla luce di ciò, l’educazione alla salute deve legarsi all’educazione ambientale, vista come paradigma fondante di un nuovo modo di essere che congiunge la qualità della vita alla qualità dell’ambiente.

Gli ecosistemi

Da tempo sono noti gli effetti nocivi che l’inquinamento produce sull’ organismo umano. Lo studio di questi effetti è divenuto l’archetipo di una scienza, l’epidemiologia ambientale. In pratica, essa si occupa di stabilire le relazioni che intercorrono fra la salute dell’uomo e gli elementi che costituiscono il suo ambiente di vita, ovvero gli elementi fisici, chimici e biologici (Terracini, 2014).
Il benessere dell’uomo è assicurato dalla biodiversità presente sul globo terrestre. Questa molteplicità biologica è alla base degli ecosistemi. Per ecosistema, come Viaroli (2014, pag. 2) fa notare, si intende

“un sistema complesso e dinamico costituito da comunità vegetali, animali e microbiche che interagiscono fra di loro e con l’ambiente abiotico come un’unica unità funzionale”.

È proprio da questa interazione equilibrata fra gli elementi che costituiscono i vari ecosistemi che dipende la salute dell’intero pianeta terra.
Nella storia recente, a causa di politiche dissennate che hanno avuto come epicentro ideologico la cultura del profitto, i vari ecosistemi sono stati alterati o distrutti, causando degli effetti catastrofici che hanno avuto il loro riverbero sul clima, sull’ ambiente idrogeologico e sulla salute degli esseri viventi.

L’inquinamento delle acque e la salute

Le conseguenze più grandi di tali variazioni si possono compendiare nel fenomeno dell’inquinamento, che, sempre più, ha un ruolo fondamentale nell’ insorgenza di molte malattie che interessano l’uomo.
Relativamente all’ ecosistema marino, è in atto un processo di degrado ambientale, che è alla base di alterazioni di notevole portata. Nel mare, in ogni parte del mondo, sono versate le acque di rifiuto provenienti dagli agglomerati urbani, dalle industrie, dagli allevamenti di bestiame e dall’ agricoltura. Questi prodotti frequentemente non subiscono nessun processo di depurazione, per cui scaricano in mare delle quantità enormi di funghi e batteri, che impoveriscono l’acqua di ossigeno.
Altrettanto avviene per le acque dolci destinate all’ uso umano (fiumi, falde acquifere, laghi di acqua dolce). Esse, di sovente, appaiono inquinate da nitrati, arsenico, metalli pesanti, pesticidi, fertilizzanti ecc. A titolo di esempio si riportano gli effetti di due elementi chimici molto diffusi nelle acque potabili.
I nitrati, provenienti dall’agricoltura e dagli allevamenti, sono considerati degli agenti cancerogeni, per cui svolgono un ruolo importante nell’ insorgenza dei tumori.
L’arsenico, secondo le direttive della Organizzazione Mondiale della Sanità, non deve essere presente nelle acque potabili. È ammesso, eventualmente, un contenuto massimo di 5 microgrammi per litro. In Italia, per esempio, ci sono alcune acque per uso umano che contengono valori decisamente più alti.
Questa sostanza chimica è considerata un potente agente cancerogeno e può provocare il cancro al polmone, alla vescica, al rene, alla pelle, al fegato e al colon. Inoltre, provoca malattie a carico del sistema cardiovascolare, dell’apparato respiratorio, del sangue, della pelle, dell’apparato neurologico e riproduttivo (Litta, 2014, pag. 3).
Molti composti chimici inquinanti, presenti nelle acque potabili, sembrano essere alla base di patologie molto diffuse.

L’inquinamento dell’aria e la salute

È palese che l’aria che si respira è ricca di sostanze inquinanti. Tali composti possono essere suddivisi in gassosi, volatili e solidi. “…Secondo un documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la qualità della salute respiratoria e cardiovascolare è inversamente proporzionale ai livelli di inquinamento atmosferico…” (Di Ciaula, 2014, pag. 2).
Durante l’età pediatrica, l’inquinamento dell’aria svolge un ruolo fondamentale nell’insorgenza dell’obesità, della sindrome metabolica e del diabete di tipo 2.
Fra gli inquinanti gassosi sono da ricordare gli ossidi di azoto, zolfo e carbonio. Essi determinano malattie dell’apparato respiratorio (bronchiti, asma, cancro ai polmoni, ecc.).
Gli inquinanti volatili rientrano nella categoria dei microinquinanti. Fra di essi è da menzionare prevalentemente il benzene, che causa malattie tumorali e quadri clinici a carico del sistema nervoso, dell’apparato endocrino, del sistema immunitario e degli organi riproduttivi (Di Ciaula, op. cit., pag. 5).
Le sostanze solide sono rappresentate dai particolati. Con questo termine si intende una miscela costituita da carbonio, metalli pesanti e sostanze organiche.
“Il particolato è responsabile nel breve termine di incrementi di morbilità e mortalità per cause cardiocircolatorie (infarti, ictus, scompensi cardiaci e aritmie) e respiratorie (riacutizzazione di broncopatie croniche, asma) e nel lungo termine del cancro del polmone” (Di Ciaula, op. cit., pag. 3).

L’educazione ambientale

Se si vuole modificare la distruzione sistematica dell’ambiente bisogna educare le nuove generazioni al rispetto della natura.
In ambito scolastico, il concetto che va perseguito è quello di abituare i bambini, come futuri cittadini, a farsi portatori di uno sviluppo socio – economico sostenibile, ovvero uno sviluppo che si basi sulla sostenibilità ambientale “…intesa come conservazione del capitale naturale e dei servizi ecologici a esso connessi, soprattutto la produzione di risorse e l’abbattimento degli inquinanti…”.
Per questa ragione, l’educazione alla salute, che si deve perseguire in ogni contesto e a qualsiasi età, deve legarsi all’ educazione ambientale, vista come paradigma fondante di un nuovo modo di essere che congiunge la qualità della vita alla qualità dell’ambiente.

 

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BIBLIOGRAFIA:

  • Di Ciaula, A. (2014). Inquinamento atmosferico. Milano: Zadig Editore.
  • Litta, A. (2014). Acqua e salute (le principali problematiche sanitarie derivanti dal degrado e dall’inquinamento delle acque destinate a consumo umano). Milano: Zadig Editore.
  • Terracini, B. (2014). L’epidemiologia ambientale e l’ISDE. Milano: Zadig Editore.  DOWNLOAD
  • Viaroli, P. (2013). Biodiversità a rischio per gli ecosistemi acquatici. Ecoscienza. Vol. n. 5  DOWNLOAD
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Vincenzo Amendolagine
Vincenzo Amendolagine

Medico, psicoterapeuta psicopedagogista. Insegna come Professore a contratto presso la Facoltà/Scuola di Medicina dell’Università di Bari Aldo Moro.

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