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Leader si nasce o si diventa?

La genetica, l'intelligenza emotiva e la flessibilità sono caratteristiche che, se ben incanalate, racchiudono la chiave del successo di un leader.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 09 Set. 2014

Aggiornato il 11 Mag. 2021 17:12

 

 

La genetica, le reti neurali, l’intelligenza emotiva e la flessibilità sono caratteristiche che racchiudono in loro la chiave del successo di un leader. Si tratta di alcune caratteristiche innate altre apprese, ma l’ingrediente essenziale è saperle condire incanalandole, ottenendo così quanto di più ambito ci possa essere: diventare un leader.

Una domanda che da sempre arrovella la mente è: Leader si nasce o si diventa? Interrogativo arduo al quale è difficile attribuire una risposta!

Da sempre gli psicologi sociali hanno cercato risposte postulando teorie, modelli, ma esattamente una opinione univoca fatica ad arrivare. Allora, nell’era delle neuroscienze, si procede studiando il cervello per comprendere il funzionamento cognitivo di un leader. Ed ecco che alcuni dati cominciano a emergere.

Qualche anno fa, esattamente nel 2012, è stato pubblicato un libro dal titolo Neuroleadership in cui si assumono modelli di funzionamento neurale da cui si possono trarre diverse tecniche per apprendere come poter diventare un leader. In realtà si tratta per lo più di metafore di funzionamento, nulla a che vedere con il vero meccanismo neurale che sottende il processo di pensiero di un leader.

Per scoprire qualcosa in più sulla neurobiologia del leader siamo andati a spulciare in letteratura e abbiamo individuato una ricerca, effettuata su gemelli, in cui si parla di una certa quota di ereditabilità all’essere leader. Pare che i leader presentino una variante del gene per il recettore dell’acetilcolina, neurotrasmettitore associato a caratteristiche di personalità quali la persistenza nel perseguire un determinato obiettivo. Quindi, tutti coloro che mostrano questa particolare variazione genetica, tendenzialmente, potrebbero ambire a diventare dei leader.

Ma non basta! Determinante per il futuro di ognuno è avere una storia di vita che incanali questa capacità fino ad portarlo alla vetta. Insomma, avere questo gene non è la sola cosa necessaria , ma bisogna trovare terreno favorevole, ambientale e culturale, che possa indurre e condurre fino alla tanto ambita leadership.

E non è finita qui! In una recente ricerca realizzata dalla Case Western Reserve University di Cleveland sono state individuate due reti neurali interconnesse che si riferiscono a due stili di pensiero: un sistema chiamato Task Positive Network, coinvolto nella risoluzione dei problemi, nella focalizzazione dell’attenzione, nella capacità di prendere le decisioni e di controllare le azioni, e un altro, il Default Mode Network, che ha a che fare con i comportamenti etici e sociali, con la consapevolezza di sé, con le cognizioni sociali, con la creatività e con la morale.

Si tratta di reti neurali specifiche, di cui una più centrata sulla risoluzione dei problemi e l’altra più attenta alla dimensione emozionale e relazionale. Sono presenti in ognuno di noi e funzionano in maniera alternata. La peculiarità del leader, dunque, è saperle usare entrambi, ma soprattutto passare velocemente da una rete all’altra a seconda delle situazioni. Infatti, i primi risultati di questa ricerca mostrano che la flessibilità del pensiero gioca un ruolo primario per l’efficacia della leadership. In sostanza, secondo questo gruppo di ricerca, l’essere repentinamente flessibili pare sia la caratteristica fondamentale che dovrebbero avere i leader.

Ma, come dice il professor Richard E. Boyatzis, il tutto deve essere condito con capacità di saper usare la propria intelligenza sociale ed emozionale per gestire le proprie emozioni e quelle degli altri, creando in questo modo relazioni migliori. Se si riuscisse a fare tutto questo in maniera adeguata il successo della leadership è garantito.

Il leader, dunque, è colui che è in grado di comprendere e gestire la propria emotività, che è capace di capire la visione del mondo dell’altro e le sue emozioni. L’empatia, cognitiva ed emotiva, è infatti una caratteristica fondamentale per il buon funzionamento di un gruppo di lavoro, essenziale per creare relazioni efficienti e funzionali e per motivare e ispirare il proprio team. La discussione e il confronto, così come la condivisione di una visione possono aiutare a stimolare lo sviluppo e l’innovazione creativa.

Per concludere, la genetica, le reti neurali, l’intelligenza emotiva e la flessibilità sono tutte caratteristiche che racchiudono in loro la chiave del successo di un leader. Si tratta, dunque, di alcune caratteristiche innate altre apprese, ma l’ingrediente essenziale è saperle condire incanalandole, ottenendo così quanto di più ambito ci possa essere: diventare un leader.

 

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