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La globalizzazione comporta la scomparsa della varietà linguistica?

La globalizzazione favorisce l'integrazione e gli scambi, ma comporta anche una maggiore omogeneità culturale a scapito delle differenze- Psicologia sociale

Di Valentina Chirico

Pubblicato il 15 Set. 2014

Aggiornato il 14 Ott. 2014 14:36

FLASH NEWS

 

 

Il progresso tecnologico, lo sviluppo economico, la globalizzazione, sono tutti fattori di crescita che favoriscono l’integrazione e facilitano gli scambi e la comunicazione tra le diverse aree del mondo. Tuttavia, questi fenomeni portano anche a una maggiore omogeneità culturale a discapito delle tradizionali differenze.

Un esempio è dato da ciò che sta accadendo alla lingua, poiché alcune di loro sono in via di estinzione.

Un recente studio dell’università di Cambridge mostra come la crescita economica sia una delle cause principali della scomparsa di lingue minoritarie e prova a identificare quali possano essere i motivi di tale minaccia.

Innanzitutto sono stati individuati tre fattori di rischio:

  • le dimensioni ridotte della popolazione di riferimento (un numero limitato di “parlanti”);

  • ridotte dimensioni anche dell’area geografica in cui la lingua è diffusa;

  • cambiamento della popolazione (inteso come diminuzione dell’uso del linguaggio all’interno della popolazione).

 

Sulla base di queste dimensioni i ricercatori hanno trovato che i livelli di Gross Domestic Product – prodotti domestici all’ingrosso (GDP) mostrano una correlazione con la perdita della diversità linguistica, ovvero maggiore è il successo economico maggiore è la rapidità con cui la varietà linguistica scompare.

Con lo sviluppo economico, infatti, spesso una lingua diventa dominante per i mercati, di conseguenza anche a livello politico e nazionale, e le persone sono costrette ad adottare la lingua prevalente per non essere tagliati fuori.

In ogni caso non è solo una questione di uso prioritario, sono sempre di più le comunità che, per questo motivo, rinunciano del tutto ad insegnare la loro lingua tradizionale alle nuove generazioni che di conseguenza perdono parte del loro patrimonio culturale. Il linguaggio utilizzato da una popolazione non è soltanto uno strumento di comunicazione ma parte dell’identità personale e sociale di quella società culturale.

Pare, dunque, che le aree più soggette a questo processo siano l’Australia del nord, il nord-ovest di Stati Uniti e Canada, ma anche i tropici e le regioni dell’Himalaya che sono in rapida crescita economica così come Brasile e Nepal.

Le più importanti organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e il Worldwide Found for Nature sono già attivamente impegnate per promuovere la tutela della diversità linguistica ma suggeriscono anche che incoraggiare il bilinguismo è un’ottima strategia di salvaguardia della diversità oltre al suo valore intrinseco: è noto infatti che i bambini bilingui hanno molti vantaggi sul piano educativo, cognitivo e d’interazione sociale.

Come afferma il Dr Tatsuya Amato, del dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge: “Ovviamente ognuno ha il diritto di scegliere quale lingua parlare, ma preservare lingue morenti è importante per mantenere la varietà della cultura umana in un mondo che è sempre più globalizzato.”

 

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Valentina Chirico
Valentina Chirico

Dottoressa Magistrale in Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici.

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