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Autismo e Crescita Familiare (2014) – Recensione

Il libro propone una tipologia di trattamento in cui la famiglia, dapprima destinataria dell'intervento, è in seguito considerata esperta del trattamento.

Di Francesca De Giovanelli

Pubblicato il 15 Set. 2014

Aggiornato il 26 Ago. 2019 12:56

Oggi gli studiosi escludono che la causa primaria dell’autismo possa essere di natura psicosociale e ambientale, e i genitori, inizialmente accusati di essere la causa del problema, sono considerati fattori indispensabili per l’efficacia del trattamento e la durata nel tempo degli apprendimenti.

Il libro sintetizza il lavoro svolto all’interno dell’Associazione Il Filo dalla Torre a favore delle famiglie con un figlio autistico, secondo i principi dell’approccio PEIAD (progetto evolutivo integrato autismo e disabilità).

Storicamente le ipotesi eziologiche dell’autismo sono state ricercate nella natura dei rapporti interpersonali precoci con le figure di riferimento, in particolare nella madre; anche il modo di considerare il sistema familiare di una famiglia con un componente con un disturbo autistico è stato di tipo patologizzante: la famiglia era considerata essa stessa una famiglia disabile, con un fattore ineliminabile e continuo di stress. Questo ha portato per anni ad escludere la famiglia nel trattamento dei bambini affetti da tale disturbo.

Oggi gli studiosi escludono che la causa primaria dell’autismo possa essere di natura psicosociale e ambientale, e i genitori, inizialmente accusati di essere la causa del problema, sono considerati fattori indispensabili per l’efficacia del trattamento e la durata nel tempo degli apprendimenti.

Il libro propone quindi una tipologia di trattamento in cui la famiglia, in una prima fase destinataria dell’intervento, è in seguito considerata l’esperta del trattamento, il quale si basa sulle caratteristiche di quel bambino e di quel sistema familiare di cui fa parte.

Il principio fondante dell’approccio PEIAD è quello di lavorare sull’empowerment familiare e non considerare la famiglia come portatrice di deficit, carenze o patologie, ma riconoscerne le competenze e le possibilità.

Nell’approccio PEIAD l’intero percorso svolto dalla famiglia parte dalla necessità di un sostegno globale per la gestione quotidiana del proprio figlio autistico, passando per l’acquisizione delle competenze necessarie per il contenimento, la relazione, l’educazione del proprio figlio, per arrivare ad una nuova consapevolezza della propria famiglia, dell’autismo, del proprio figlio e di se stessi in senso generale.

 Questo approccio mira all’evoluzione della famiglia verso l’acquisizione di consapevolezza affinchè ogni membro possa comprendere il senso del nuovo assetto familiare dove è presente una disabilità, e il proprio ruolo nella vita in genere, a partire da questo evento critico. La difficoltà e lo stress presenti in una famiglia con figlio disabile non sono date dall’evento in sé, ma dal significato e dalla rappresentazione che ne consegue. La nascita di un figlio autistico è un momento di crisi, che costituisce una possibilità decisiva di svolta verso un miglioramento o un peggioramento. La famiglia con disabilità grazie a questa esperienza ha l’opportunità di ristrutturarsi sia come famiglia sia come singolo individuo, mettendo in discussione i vecchi modelli di riferimento per acquisirne nuovi più ampi.

L’approccio PEIAD può essere considerato come uno strumento di trasformazione che, attraverso un intervento sul piano funzionale e sistemico, permette di intervenire sulle relazioni in modo di armonizzarle e renderle fonte di cambiamento, fornendo alla famiglia gli strumenti di lettura emotivi e funzionali della loro situazione, fino a raggiungere una nuova visione del bambino
autistico, del senso del suo comportamento, e della sua presenza.

Il bambino autistico viene educato non pensando di adattarlo alle richieste ambientali, ma portandolo a comprendere e utilizzare le proprie strategie interne in modo funzionale e finalizzato.

Come riportano le numerose testimonianze presentate nel libro di genitori che partecipano da anni al programma dell’associazione, ridare luce alla disabilità del figlio porta ad avere livelli molto positivi di soddisfazione familiare e personale. Queste testimonianze sono parte di un’indagine svolta dall’assaociazione stessa sulla qualità della vita di famiglie con un figlio autistico, ed indagano principalmente le dimensioni dell’adattabilità e della coesione familiare, il social support network, lo stress e le risorse dei familiari.

Se dal libro risulta molto chiaro l’importanza strategica della famiglia nel prendersi cura di un loro membro secondo il metodo PEIAD, non si lascia spazio per descrivere gli strumenti e le modalità con i quali si opera nell’approccio descritto. Lo ritengo adatto più che come un manuale operativo come un esempio per chi si stia costruendo una visione globale rispetto agli interventi con famiglie con un bambino autistico.

 

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BIBLIOGRAFIA:

  • Sepe, D., Onorati, A., Folino, F., Abblasio, C. (2014). Autismo e Crescita Familiare. Roma, Armando Editore. ACQUISTA ONLINE
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