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Ipotesi di complotto (Conspiracy Theory) (1997) – Cinema & Psicoterapia #26

Qual è il discrimine tra normalità e patologia, tra real­tà e delirio? Un film che inquadra il disturbo di personalità paranoide in un avvincente giallo

Di Antonio Scarinci

Pubblicato il 18 Lug. 2014

Antonio Scarinci.
Psicologo Psicoterapeuta. Socio Didatta SITCC 

 

RUBRICA CINEMA & PSICOTERAPIA  #26

Ipotesi di complotto (1997)

Proposte di visione e lettura (Coratti, Lorenzini, Scarinci, Segre, 2012)

 

 

ipotesi di complotto (1997) - cinema e psicologiaIl film invita a non fermarsi alle semplici apparenze degli eventi, certo, ma propone un tema tra il serio e il faceto molto interessante per gli addetti ai lavori: qual è il discrimine tra normalità e patologia, tra real­tà e delirio?

Info:

Diretto da Richard Donner e interpretato da Mel Gibson e Julia Roberts. USA, 1997. Giallo.

Trama:

Jerry Fletcher è un tassista paranoico che ogni giorno subissa i suoi passeggeri di teorie cospirative. Vive tra la sua casa-bunker, il taxi e il Dipartimento di Giustizia dove periodicamente espone le sue ipotesi di complotto. Alice Sutton collaboratrice del procuratore accoglie periodi­camente le elucubrazioni senza dargli molto peso, finché non si rende conto che il Dr. Jonas si presenta in ospedale in qualità di medico della CIA per assassinarlo.

Jerry e Alice riescono a fuggire e il tassista spiega alla collaboratrice del procuratore perché è inseguito dalla CIA di cui faceva parte come killer programmato. Seguono una serie di pericolose vicende al termine delle quali i due riescono a smascherare il complot­to, con tanto di sparatoria finale in cui Jonas muore.

Motivi di interesse:

 

Il film invita a non fermarsi alle semplici apparenze degli eventi, certo, ma propone un tema tra il serio e il faceto molto interessante per gli addetti ai lavori: qual è il discrimine tra normalità e patologia, tra real­tà e delirio?

Molti pazienti paranoici riescono ad essere credibili agli occhi di avvocati, custodi dell’ordine e qualche volta anche psichiatri e psicologi. Spesso riescono a costruire e proporre storie che possono apparire verosimili.

Nella scena iniziale del film la diffidenza, la sospettosità e la descri­zione delle intenzioni malevole degli altri che prendono spunto dalla cronaca e dai fatti riportati dalla stampa pennellano il disturbo paranoi­de del protagonista del film. L’aspetto interessante è relativo allo svi­luppo della trama che conferma l’ipotesi di complotto avanzata da Jerry.

I paranoici basano i loro deliri o la loro sospettosità e diffidenza par­tendo da dati di realtà e non certo su fantasiose interpretazioni. Naturalmente i dati vengono organizzati in modo deformato, distorto e soprattutto in maniera così rigida da resistere a qualsiasi disconferma.

Nella narrazione del film il complotto è reale, ma è altrettanto reale il distur­bo del protagonista. La sua paranoia è la risposta traumatica di un uomo qualunque manipolato dalle logiche della paura e dal regime del con­trollo che si è trovato a vivere un’esperienza, quella dell’uccisione del padre, in uno stato di coscienza alterato prodotto artificiosamente dagli agenti della CIA, che non poteva certo essere elaborata.

Indicazioni per l’utilizzo:

Il film può essere utilizzato a fini didattici, se ne sconsiglia l’uso con pazienti affetti da disturbo delirante, schizofrenia paranoidea e disturbo di personalità paranoide.

Trailer:

 

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RUBRICA CINEMA & PSICOTERAPIA

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BIBLIOGRAFIA:

  • Coratti, B., Lorenzini, R., Scarinci, A., Segre, A., (2012) Territori dell’incontro. Strumenti psicoterapeutici, Alpes Italia, Roma. ACQUISTA ONLINE
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Antonio Scarinci
Antonio Scarinci

Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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