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Disturbi da Dolore Sessuale – Definizione Psicopedia

Una corretta diagnosi del disturbo da dolore sessuale è la prima tappa necessaria per un adeguato intervento psicoterapeutico e sessuologico - Sessualità

Di Teresita Forlano

Pubblicato il 15 Lug. 2014

Aggiornato il 27 Ago. 2014 14:54

 

 

Psicopedia - Immagine: © 2011-2014 State of Mind. Riproduzione riservataUna corretta diagnosi del disturbo da dolore sessuale è la prima tappa importante e necessaria per un adeguato intervento psicoterapeutico e sessuologico che miri alla loro cura.

I disturbi da dolore sessuale, detti anche disturbi da dolore coitale e non coitale, possono essere classificati in tre tipi diversi: dispareunia, vaginismo e vulvodinia o vestibolite vulvare. Consideriamoli separatamente e nel dettaglio.

Dispareunia

E’ un dolore fisico percepito durante il rapporto sessuale o immediatamente seguente ad esso, non completamente spiegabile con una causa medica, non attribuibile essenzialmente a scarsa lubrificazione vaginale, non dovuto a significative contrazioni muscolari come nel vaginismo. Il dolore può essere avvertito come localizzato superficialmente o in profondità, e percepito solo durante le spinte del pene.

Alcune cause mediche possono però essere responsabili, almeno parzialmente del dolore accusato: conseguenze di interventi chirurgici, del parto o dell’episiotomia praticata durante il parto, endometriosi, infezioni vaginali o uretrali specie se ricorrenti, stipsi prolungata che facilita la possibilità di infezioni batteriche della vagina, atrofia vaginale conseguente alla menopausa, carenza di estrogeni durante il periodo dell’allattamento, chirurgia pelvica (come per esempio l’isterectomia benigna), traumi derivanti da fratture pelviche, contusioni perineali o croniche pressioni della muscolatura pelvica.

Alcuni farmaci antidepressivi e antipsicotici possono dare problemi di dispareunia: flufenazina (Moditen), amoxapina (Asendin), tioridazina (Melleril, Melerette). Sembrano esistere, infine, rari casi di allergia allo sperma del partner risolvibili con l’uso del preservativo sia femminile che maschile.

Se non sono presenti cause fisiologiche che giustificano il dolore, in parte o totalmente, occorre considerare la possibilità di fattori psicologici. Diversi casi di dispareunia sono di origine mista: cioè avere sia una causa organica che delle incidenze psicologiche, che amplificano il dolore fisico.

Nelle donne con dispareunia si riscontrano frequentemente ansia elevata e marcata tendenza all’ipercontrollo, caratteristiche che tendono ad aumentare la tensione dei muscoli perivaginali e a produrre una minore lubrificazione vaginale, ciò incrementa la possibilità che si percepisca dolore durante la penetrazione.

La dispareunia, cui può seguire nel tempo un vaginismo secondario (per reazione al dolore da penetrazione), è frequente e colpisce fino al 15% delle donne in età fertile e più o meno il 30% delle donne in postmenopausa a seconda delle casistiche.

Vaginismo

Per vaginismo si intende una contrazione involontaria dei muscoli vaginali che impedisce o rende difficile la penetrazione vaginale, nonostante la donna senta il desiderio di avere un rapporto sessuale. La contrazione interessa i muscoli perineali (posti tra l’orifizio anale e quello vaginale) della vulva e dell’orifizio vaginale.

Una buona parte delle donne vaginismiche non è consapevole del fatto che uno spasmo muscolare è alla base del loro problema.

La valutazione del vaginismo va fatta sulla base di due paramenti fondamentali: l’intensità dello spasmo muscolare e la gravità della fobia.

Una visita ginecologica mirata può portare a riconoscerne 4 gradi:

1. spasmo muscolare che scompare con la rassicurazione;

2. spasmo muscolare che persiste durante la visita ginecologica;

3. spasmo muscolare e sollevamento delle natiche al solo tentativo di visita ginecologica;

4. spasmo muscolare, adduzione delle cosce, difesa e retrazione di tutti i muscoli addominali, inarcamento dorsale, fino al rifiuto completo della visita ginecologica.

In genere, i vaginismi di 1 e 2 grado rendono possibile la penetrazione, che è comunque dolorosa. Si parla di dispareunia, ossia di dolore al tentativo e/o al rapporto che può essere causato da molti altri fattori di natura organica capaci di indurre un vaginismo definito secondario.

Patologie genitali e/o pelviche di varia natura capaci di provocare dolore al rapporto possono poi generare l’induzione secondaria di uno spasmo difensivo dei muscoli perivaginali che può perdurare anche quando la causa organica è completamente risolta, perché la memoria del dolore o la paura che la patologia si ripresenti sono fonti di ansia da interferire con il desiderio del rapporto sessuale.

I vaginismi di 3 e 4 grado sono maggiormente correlati alla sfera psicologica, ma possono anche affondare le loro radici nell’universo biologico, e sono in genere vaginismi primari.

Frequentemente le donne con vaginismo possono presentare alcune delle seguenti caratteristiche: personalità fobica, tendenza all’ipercontrollo,poca familiarità con l’anatomia dei propri organi genitali, sensi di colpa, paura degli uomini, forte conflittualità col partner, paura di lasciarsi andare. In alcuni casi è legato ad un problema all’interno della coppia, dove il sintomo ha una sua specifica funzione per uno dei due.

Talvolta il vaginismo può essere legato alla paura di una gravidanza, o ad un suo rifiuto, che la donna non riesce ad esplicare a se stessa o al partner.

Vulvodinia o vestibolite vulvare

E’ caratterizzata principalmente dalla presenza di dolore del vestibolo anche in assenza di rapporti sessuali, percepito come sensazione di bruciore o di spilli che pungono; il dolore può irradiarsi anche al resto delle pelvi e accompagnarsi a dolore del clitoride e ipersensibilità al contatto. Si tratta di un’infiammazione dell’apertura vaginale, il vestibolo appunto, e dei tessuti vaginali immediatamente adiacenti ad esso, tipicamente in presenza di elevata contrazione muscolare come nel caso del vaginismo.

In casi gravi possono essere presenti dolori intensi anche senza alcun tentativo di penetrazione, ma semplicemente attraverso il contatto della vulva (insieme degli organi genitali esterni femminili) con indumenti intimi o con una sedia.

Si tratta di un disturbo molto frequente ma poco conosciuto da pazienti, psicoterapeuti e ginecologi, quindi non di rado mal diagnosticato e mal curato.

Le donne con vulvodinia presentano frequentemente molta tensione muscolare, non solo sul piano perivaginale, ma diffusa nel loro corpo; ad esempio esiste una forte correlazione tra vulvodinia e bruxismo, ossia lo strofinamento dei denti durante la notte, oppure con tensioni a livello dei glutei e del trapezio.

Conclusioni

Una corretta diagnosi del disturbo da dolore sessuale è la prima tappa importante e necessaria per un adeguato intervento psicoterapeutico e sessuologico che miri alla loro cura.

Accanto al lavoro psicoterapeutico è possibile associare degli esercizi specifici che portano a ridurre i problemi di vaginismo e dispareunia, come gli esercizi di Kegel; in sinergia con questo lavoro è possibile valutare l’opportunità di lavorare insieme a ginecologi esperti nel trattamento dei disturbi da dolore sessuale, o con ostetriche specificamente preparate che, potranno insegnare alle donne utilissimi esercizi di stretching della muscolatura coinvolta nel dolore.

 

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Teresita Forlano
Teresita Forlano

PSICOLOGA - Sessuologa, Psicoterapeuta della Gestalt e Analisi Transazionale

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