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Star Wars – Analisi della coppia in uno scenario sistemico (parte seconda)

Tra Ian Solo e Leila, coppia importante in Star Wars, sembra esserci sin da subito una dinamica relazionale che propenderebbe verso il polo della simmetria

Di Simona Noviello

Pubblicato il 04 Giu. 2014

 

 

L’ incontro tra Ian e Leila, avvenuto in circostanze non proprio idilliache ( liberazione di Leila dalla morsa dell’impero), non manca, già dai primi momenti, di segnalare una dinamica relazionale che sembrerebbe propendere verso il polo della simmetria.

Nella saga di Star Wars, una coppia importante e singolare per le dinamiche dell’incontro nonchè per l’evolversi della storia stessa è quella di Ian Solo, un contrabbandiere correliano e capitano della astronave Millenium Falcon, e Leila ( Leia in versione americana) Organa generata, insieme al gemello Luke Skywalker, dall’unione fra la senatrice di Naboo Padmé Amidala (morta subito dopo il parto) e lo Jedi Anakin Skywalker (divenuto Dart Fener).

Subito dopo la nascita sul pianeta di Polis Massa nel 19 BBY, i gemelli furono separati per ordine di Yoda: mentre Luke fu affidato alla famiglia Lars su Tatooine, Leila fu adottata e cresciuta su Alderaan dal senatore, principe Bail Organa e sua moglie, la regina Breha Organa.

L’ incontro tra Ian e Leila, avvenuto in circostanze non proprio idilliache ( liberazione di Leila dalla morsa dell’impero), non manca, già dai primi momenti, di segnalare una dinamica relazionale che sembrerebbe propendere verso il polo della simmetria. Ian con le sue espressioni gergali frutto di un credo misogino e Leila , esperta di dinamiche politiche , e reduce di lotte per affermare una versione diversa del femminile principesco, si ritrovano impelagati in dinamiche relazionali volte al controllo della stessa che li porta, chi per un verso e chi per un altro, ad adottare l’uno verso l’altro pattern relazionali volti alla continua sfida della posizione, dell’ idea e del ruolo dell’altro.

Cigoli e Scabini (Il famigliare, 2010) hanno ampiamente documentato, con studi in letteratura, sulle dinamiche che si innescano nell’incontro, con particolare riguardo alla creazione del patto di coppia ed alla duplice dimensione di patto esplicito ed implicito.

Complessa risulta la convergenza delle due tipologie, avendo questi premesse non sempre in sintonia fra di loro. Volendo considerare la coppia Ian-Leila e, seguendo i parametri suddetti, sembrerebbe esserci un patto esplicito dove il desiderio di potere (Minuchin, 1978) e di dominazione sull’altro ( presenza maggiore della dimensione discordia-deprezzamento, modello circonflesso di Cigoli, Scabini) hanno la prevalenza. “Un antipatto” ( Cigoli docet) ,intendendo con tale terminologia, un devastante attacco al legame. Tuttavia tali considerazioni non sembrano collimare con l’epilogo della storia (convolamento a nozze).

Come si spiega questa duplice dimensione del patto (esplicito ed implicito) non confluente con l’epilogo? Una possibile spiegazione, a mio avviso, potrebbe essere questa: l’apparente non confluenza delle due dimensioni del patto di coppia, sarebbe, in realtà, una mistificazione: patto esplicito e implicito, in modo celato, confluirebbero nell’accordo volto ad una pseudosimmetria (apparente competizione) con prevalenza di pattern comunicativi volti alla squalifica ed alla disconferma, la cui finalità potrebbe essere la creazione di un contesto che funga da compromesso con la dimensione di lealtà alla propria biografia (quella del contrabbandiere scevro di sentimenti di Ian e quella della Leila senatrice con sfera morale ed etica incorruttibile al richiamo dell’amore). Ergo,una apparente non confluenza di patti che, in quel contesto stellare matrice di significati ( Bateson docet), da un lato funge da deterrente per la genesi di un “Altrove” dove le dimensioni emotive, cognitive, politiche si integrano a dispetto del mito societario; dall’altro, salvaguarda la dimensione identitaria socialmente costruita dei due personaggi.

 

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Simona Noviello

Psicologa, Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale

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