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The Wrestler (2009) – Tra grandiosità narcisistica e rifiuto del fallimento

Rubrica Cinema & Psicoterapia Nr. 24 - Randy passa da uno stato mentale grandioso allo stato depresso-terrifico, con senso di fallimento e autosvalutazione

Di Antonio Scarinci

Pubblicato il 09 Mag. 2014

Aggiornato il 29 Nov. 2018 10:01

Antonio Scarinci.
Psicologo Psicoterapeuta. Socio Didatta SITCC

 

RUBRICA CINEMA & PSICOTERAPIA  Nr.24

The Wrestler (2009)

Proposte di visione e lettura (Coratti, Lorenzini, Scarinci, Segre, 2012)

 

The Wrestler (2009) - PosterUn film di Darren Aronofsky, con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Mark Margolis, Todd Barry. Drammatico. Francia-USA 2009.

 

Trama

The Ram, Randy Robinson, è un eroe del wrestling degli anni ottan­ta che venti anni più tardi, non balla più sul ring e deve confrontarsi con il fallimento. I fasti e i successi della sua carriera sono solo ricordi per­manenti nei segni della lotta che porta sul corpo. Lavora in un grande magazzino dove il proprietario lo tratta come uno schiavo, cerca di rico­struirsi una relazione affettiva partendo da un rapporto mercenario con una spogliarellista che per molti aspetti gli somiglia, anche lei in disfaci­mento, ha una figlia con la quale non riesce a riallacciare un filo che si è spezzato da troppo tempo.

Le luci si spostano dal ring all’animo di Randy, triste e terrificato dalla sconfitta che gli sbatte in faccia la vita. Lui, abituato a vincere ad essere il numero uno, si ritrova a fare i conti con un declino irreversibi­le e a riflettere sulla sua esistenza vuota.

 

Motivi di interesse

In Randy Robinson sono presenti alcuni tratti tipici di una persona­lità narcisista: ha un senso grandioso di importanza (per es., esagera risultati e talenti, si aspetta di essere notato come superiore), è assorbi­to da fantasie di illimitati successo, potere e fascino, crede di essere “speciale” e unico, e di dover frequentare e poter essere capito solo da altre persone speciali e richiede eccessiva ammirazione.

La sua storia mostra il passaggio da uno stato mentale grandioso che manifesta con atteggiamento di superiorità, dominio e diversità orgogliosa allo stato depresso-terrifico, con senso di fallimento, di sconfitta e di rifiuto e conseguente autosvalutazione.

Le emozioni di vergogna, tristezza e nostalgia segnano l’umore del protagonista fino a portarlo a uno stato di vuoto devitalizzato con esperienza emotiva spenta, che si legge nei suoi occhi dall’inizio alla fine.

L’anziano wrest­ler cerca di sopravvivere nel suo mito, imbottendosi di farmaci, ma ormai il fisico non lo sorregge e le luci intorno a lui si spengono, i fans si dimenticano di “The Ram”. Non ha altre risorse, se non quelle dei muscoli, non ha altre competenze se non quelle sportive e le vecchiet­te al banco sono avversari più difficili di quelli che incontrava sul ring. Questo colosso invincibile si mostra fragile, incapace, rifiutato, solo e disperato. Negli occhi di Randy è visibile la disperazione di chi sa di essere diventato un perdente.

 

Indicazioni per l’utilizzo

I contenuti del film possono essere utilizzati per il trattamento di pazienti con disturbo narcisistico di personalità. In particolare per:

  • connettere stati interni in relazione all’ambiente;
  • favorire l’accesso ai desideri che non riguardano la grandiosità;
  • incrementare la comprensione degli stati mentali propri e degli altri;
  • Individuare ed interrompere i circoli viziosi che si instaurano tra pensieri, emozioni e comportamenti;
  • identificare gli stati problematici (grandiosità, distacco, vuoto, depres­sione, vergogna, invidia, rabbia) e valutare strategie più funzionali per la gestione di essi;
  • regolare l’autostima mediante la promozione di modalità più funzio­nali.

 

TRAILER: 

ARGOMENTI CORRELATI:

CINEMADISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’

RUBRICA CINEMA & PSICOTERAPIA

 

BIBLIOGRAFIA:

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Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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