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La gravidanza vista dall’interno di Joan Raphael-Leff – Recensione

La gravidanza vista dall'interno: oltre alla riattivazione di tematiche arcaiche, i genitori cominciano a fantasticare sul proprio bambino.

Di Marianna Palermo

Pubblicato il 11 Apr. 2014

 

 

La gravidanza vista dall’interno

di Joan Raphael-Leff

Astrolabio Ubaldini (2014)

 

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La gravidanza vista dall'interno. - Immagine: copertina

Oltre alla riattivazione di tematiche arcaiche, i genitori cominciano a fantasticare sul proprio bambino, sul suo aspetto fisico, sul genere, sul nome e, molto spesso, proiettano su di lui i propri desideri e i propri sogni. Talvolta, il bambino può assumere un ruolo specifico, quale quello di salvatore, riparatore, capro espiatorio, prova d’amore, ecc. 

Diventare madre: un evento comune a tante donne ma differente per ciascuna di esse, a causa dei molteplici parametri familiari, emotivi, subculturali ed etnici che influenzano la futura mamma, un’esperienza che comincia con il concepimento e che sconvolge la realtà interna ed esterna in primis della donna e in secundis del partner ed eventualmente degli altri figli.

Cosa accade nel mondo interno di una donna in attesa? Quali forze inconsce entrano in gioco? Come ci si sente ad avere dentro un’altra persona? Quali emozioni, sogni e fantasie accompagnano la donna durante il periodo della gravidanza? Quali sono le aspettative dei futuri genitori? Come si modifica la relazione coniugale? Questi sono solo alcuni dei quesiti ai quali Joan Raphael-Leff cerca di fornire una risposta in questo libro, adottando un approccio che, anziché assumere come punto di partenza lo sviluppo del sé psicologico del bambino, pone al centro l’esperienza psicologica dei genitori, l’interazione attuale col partner e con il bebè e gli eventuali interventi di supporto o psicoterapici che si possono richiedere nel periodo della gravidanza.

Le fonti cliniche alle quali l’autore ha fatto riferimento nella stesura del libro comprendono racconti diretti di futuri genitori, protocolli di psicoterapia, verbali di discussioni di gruppo, osservazioni dei bambini in casa, supervisioni di psicoterapie psicoanalitiche, fonti bibliografiche e discussioni con i colleghi o con gli allievi. Infatti, non mancano nel testo trascrizioni di colloqui individuali o di gruppo con donne in gravidanza o neo-mamme. 

La gravidanza è un periodo piuttosto delicato nella vita di ciascuna donna, in quanto comporta un’attivazione di sentimenti personali, ricordi, fantasie e immagini inconsce, legati molto spesso alle proprie relazioni infantili. Le esperienze passate e le relazioni primarie tendono ad essere evocate quando una donna scopre di essere in attesa e possono influenzare la qualità dell’interazione postnatale con il bambino.

La gravidanza può essere desiderata o non programmata, può arrivare troppo presto o troppo tardi, può essere cercata per colmare un lutto o un precedente aborto, può essere desiderata da entrambi i partner o solo da uno, può derivare da un’inseminazione artificiale o può essere la conseguenza di uno stupro o di un rapporto sessuale fortuito; da questo si comprende come non sempre la notizia della nascita di un bambino sia accolta con entusiasmo dai futuri genitori. Anche nei casi in cui la gravidanza sia cercata, quest’evento genera, comunque, una serie di cambiamenti nella donna: deve condividere il suo corpo con il feto e questo comporta anche una modifica della propria immagine corporea; deve cambiare le sue abitudini alimentari, di lavoro, il suo stile di vita.

Secondo Raphael-Leff, il periodo della gravidanza può essere suddiviso in 3 fasi: la prima è caratterizzata principalmente dalle nuove sensazioni corporee e dai sintomi fisici; la seconda fase comincia con i movimenti del feto e comporta la presa di coscienza che un nuovo essere cresce dentro di sé; l’ultima fase comincia quando la madre inizia a concepire il bambino un organismo capace di vivere autonomamente.

Durante queste fasi, oltre alla riattivazione di tematiche arcaiche, i genitori cominciano a fantasticare sul proprio bambino, sul suo aspetto fisico, sul genere, sul nome e, molto spesso, proiettano su di lui i propri desideri e i propri sogni. Talvolta, il bambino può assumere un ruolo specifico, quale quello di salvatore, riparatore, capro espiatorio, prova d’amore, ecc. 

Secondo l’autore, la gravidanza può generare dei cambiamenti anche nella relazione con il partner: in primis, l’attività sessuale in alcuni casi viene incentivata, in altri casi viene interrotta, in quanto si riattivano desideri infantili o si percepisce la propria privacy violata dalla presenza di un terzo; inoltre, il partner può sentirsi escluso dalla relazione privilegiata tra la madre e il feto, mentre la donna può sentirsi invasa o poco attraente.

Anche nel partner, durante questo periodo, possono attivarsi emozioni intense e ricordi legati al passato con i propri genitori o si possono sviluppare sintomi psicosomatici o difficoltà sessuali, sociali o lavorative. Inoltre, il padre può partecipare il più possibile alla gestazione, al parto e alla cura del neonato oppure può delegare alla donna qualsiasi responsabilità.

Anche le relazioni con i propri genitori possono modificarsi durante questa fase: alcuni futuri genitori tendono a rivendicare la propria indipendenza e a stabilire con i genitori relazioni più paritarie; altri diventano ancora più dipendenti e delegano, spesso, alcuni compiti ai nonni del bambino.

Il rapporto tra maternità e lavoro è un’altra questione trattata dall’autore del libro: alcune donne cercano di riprendere appena possibile l’impiego a tempo pieno, altre abbandonano l’attività lavorativa o rimandano la ripresa del lavoro nei primi due anni dopo il parto oppure optano per un impiego part-time. Inoltre, talvolta la gravidanza può generare delle difficoltà non indifferenti nello svolgimento di mansioni che richiedono un eccessivo sforzo fisico o la posizione seduta prolungata.

Un capitolo molto interessante del libro viene dedicato dall’autore ai diversi approcci alla genitorialità. Chi ha un orientamento definito Facilitazione considera la maternità un’esperienza completamente gratificante, ricerca continuamente la vicinanza del piccolo e tende a rimandare la ripresa dell’attività lavorativa. Al contrario, la donna che ha l’orientamento della Regolazione cerca di tornare il prima possibile alle sue attività quotidiane, affidando la cura del bambino anche ad altre figure significative. In una posizione intermedia si colloca l’orientamento della Reciprocità, che prevede un equilibrio tra le due posizioni precedenti. 

Tutti i cambiamenti succitati possono comportare nella donna lo sviluppo di disturbi psichici, quali il Maternity blues e la depressione post-partum. Il Maternity Blues si risolve nell’arco di un paio di settimane ed è caratterizzato da oscillazioni dell’umore e passeggere crisi di pianto, mentre la depressione generalmente è caratterizzata da ansia, pianto, irritabilità e, nei casi più gravi, può comportare disturbi del sonno, dell’appetito, idee suicidarie, inadeguatezza e disperazione.

Soprattutto in questi casi, può essere importante fornire alle donne un intervento di supporto o psicoterapico, talvolta associato ad un trattamento farmacologico. Gli ultimi due capitoli del libro sono, appunto, dedicati alla psicoterapia pre e perinatale e nei primi mesi di vita del bambino e rimarcano quanto, in questa fase così delicata, possa essere indispensabile mettere a disposizione delle donne interventi terapeutici individuali o di gruppo di diverso orientamento. Come sottolinea lo stesso Raphael-Leff, molto spesso, nei corsi di preparazione al parto si insegna alle mamme come cambiare i pannolini, fare il bagnetto, allattare, mentre non si preparano quasi mai i genitori ai cambiamenti emotivi e relazionali ai quali andranno incontro.

La lettura del libro è consigliata a studenti di psicologia, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e alle future mamme che intendono conoscere la gravidanza dall’interno e tutti i cambiamenti emotivi, affettivi, fisici, relazionali e sociali che la caratterizzano.

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Marianna Palermo
Marianna Palermo

Dottoressa in Psicologia Clinica

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