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Gli effetti positivi di un cane in famiglia: indagine tra genitori di bambini autistici

Un amico a quattro zampe per facilitare l'interazione sociale di bambini autistici, aiutare la responsabilizzazione e diminuire i livelli di stress

Di Redazione

Pubblicato il 25 Apr. 2014

Aggiornato il 25 Giu. 2014 14:24

 

 

– FLASH NEWS-

 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Avere un cane, dal punto di vista dei genitori, aiuterebbe a ridurre i livelli di stress all’interno della famiglia, responsabilizzerebbe il comportamento dei propri figli ma soprattutto li aiuterebbe a stare in compagnia.

Se per una famiglia prendere un cane è una decisione stimolante e allo stesso tempo di responsabilità, nel caso di famiglie con bambini autistici la stessa decisione risulta essere ancora più importante e impegnativa.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Missouri ha indagato se avere un cane all’interno di una famiglia con un bambino autistico comporta dei benefici. Indipendentemente dal possesso di un cane o meno, dalle risposte dei genitori sembrerebbe di si.

Avere un cane, dal punto di vista dei genitori, aiuterebbe a ridurre i livelli di stress all’interno della famiglia, responsabilizzerebbe il comportamento dei propri figli ma soprattutto li aiuterebbe a stare in compagnia.

I bambini con disturbi dello spettro autistico spesso hanno difficoltà nell’interagire con gli altri e di conseguenza nel formare amicizie. Avere ed interagire con un cane significa offrire a loro compagnia ed amore incondizionato senza pregiudizio alcuno, sostiene  Gretchen Carlisle, un ricercatore presso il Centro di Ricerca Interazione Uomo-Animale (ReCHAI) dell’Università di Medicina Veterinaria di Missouri.

Nello studio sono stati intervistati 70 genitori di bambini con autismo. Dei quasi due terzi in possesso di un cane, il 94% ha affermato che i loro figli sono inseparabili dai loro cani. Anche nelle famiglie senza cani, il 70% dei genitori ha affermato che ai loro figli piacciono i cani. I genitori che all’interno della famiglia avevano un cane hanno argomentato la loro scelta alla luce dei benefici percepiti per i loro figli.

Sempre Gretchen Carlisle sostiene che i cani possono aiutare i bambini con autismo, agendo come fattore facilitante all’interno del processo di interazione sociale.

Per esempio, i bambini con autismo possono avere difficoltà ad interagire con gli altri bambini del quartiere. Se i bambini con autismo invitano i loro coetanei a giocare con i loro cani, questi ultimi diventano un ponte comunicativo che consolida le interazioni fra i bambini.

Gli autori raccomandano ai genitori di coinvolgere attivamente i loro figli nella scelta del cane. Tanti bambini con autismo sanno già come preferirebbero il loro cane e se vengono coinvolti attivamente nella decisione si aumenta la probabilità di creare un’esperienza piacevole già dal momento dell’inserimento del nuovo membro della famiglia nella casa.

Sebbene questo studio indaghi esclusivamente i benefici che i cani portano nelle famiglie dei bambini con autismo, gli autori non escludono che gli stessi benefici si abbiano anche nel caso di animali di compagnia diversi dai cani.

I bambini sono unici e ognuno di essi sogna il suo animale di compagnia che può essere un gatto, un coniglio o come nel mio caso da bambina…un cavallo.

Quindi nella scelta dell’animale di compagnia un ruolo fondamentale deve essere attribuito ai propri interessi e alle proprie caratteristiche di personalità.

Se da un lato questa ricerca aggiunge credibilità scientifica ai benefici dati dall’interazione uomo-animale e ci aiuta a capire l’importanza e il ruolo dell’animale di compagnia nel migliorare la vita dei bambini con autismo, dall’altro lato aiuta i professionisti del settore sanitario ad insegnare come e perché indirizzare le famiglie con dei bambini autistici nella scelta dell’animale di compagnia più adatto.

 

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