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Otto Kernberg: Amore e Aggressività tra Psicoanalisi e Ricerca empirica

Amore e aggressività di Otto Kernberg raccoglie alcuni contributi prodotti negli ultimi dieci anni, tra la Teoria psicoanalitica e la ricerca empirica

Di Redazione

Pubblicato il 30 Apr. 2014

Aggiornato il 16 Feb. 2015 14:02

Emanuele Preti

 

 

Amore e aggressività - Otto KernbergIn quest’ultimo volume, accanto ai più classici contributi teorico-tecnici per i quali Kernberg ha conquistato l’attenzione e l’apprezzamento di studiosi e clinici nel nostro Paese, emerge in maniera piuttosto evidente lo sforzo dell’autore di imprimere alla teoria e alla teoria della tecnica psicoanalitiche uno slancio nella direzione dell’irrinunciabile confronto con mondi contigui.

Amore e aggressività: Prospettive cliniche e teoriche, edito da Fioriti nel 2013, raccoglie alcuni dei contributi prodotti da O. Kernberg negli ultimi dieci anni.

Presentare O. Kernberg al pubblico italiano è un compito superfluo. Da diversi decenni, infatti, le sue opere sono un elemento imprescindibile in qualsiasi biblioteca di psicologi, psichiatri e psicoterapeuti.

In quest’ultimo volume, tuttavia, accanto ai più classici contributi teorico-tecnici per i quali Kernberg ha conquistato l’attenzione e l’apprezzamento di studiosi e clinici nel nostro Paese, emerge in maniera piuttosto evidente lo sforzo dell’autore di imprimere alla teoria e alla teoria della tecnica psicoanalitiche uno slancio nella direzione dell’irrinunciabile confronto con mondi contigui:

Questo volume raccoglie il mio lavoro degli ultimi anni con pazienti affetti da gravi disturbi di personalità, coppie in situazioni di conflitto e nell’ambito della ricerca e della formazione psicoanalitica. Tale contributo è stato sensibilmente influenzato dall’attività di ricerca e dal lavoro clinico del Personality Disorders Insitute presso il Weill Cornell Medical College (Westchester Division) del New York Presbyterian Hospital e riflette lo strenuo sforzo di abbattere i confini tra l’approccio psicoanalitico, la clinica psichiatrica e la neurobiologia.

(Kernberg, 2013, p VII)

“Abbattere i confini” richiede una visione laica degli accadimenti psichici normali e patologici. Appare evidente, via via che ci si addentra nei tanti e diversi temi trattati dai lavori raccolti nel volume, come tale visione sia il frutto di due caratteristiche che, a mio avviso, costituiscono l’unicità e la forza dell’approccio di Otto Kernberg. La prima, ovvia, è costituita dalla serietà e dallo spessore con cui l’autore si è sempre mosso all’interno della Teoria psicoanalitica, contribuendo in modo sostanziale alla sua sistematizzazione e aprendo, con la sua declinazione della teoria delle relazioni oggettuali, alla possibilità di navigare in acque nuove.

Il secondo aspetto caratterizzante è quello dell’apertura sincera e sistematica al confronto con la ricerca empirica. Visitando il Personality Disorders Institute della Cornell University e il Personality Studies Institute di Madison Avenue (New York) il livello di confronto tra gli aspetti teorico-clinici e quelli legati alla continua messa alla prova empirica dei modelli e dei presupposti teorici e tecnici appare evidente nei continui scambi tra i diversi componenti del gruppo (tra gli altri, John Clarkin, Frank Yeomans, Michael Stone).

E’ a partire da questi fili conduttori che si dipana la trattazione di temi di scottante interesse.

Il nucleo clinico del volume ruota attorno alla patologia dell’identità. A partire da questa pietra miliare, Kernberg approfondisce la clinica del paziente narcisista e, più in generale, riprende e approfondisce alcuni aspetti teorici e tecnici della Transference-Focused Psychotherapy.

Particolarmente interessante è, ad esempio, il tentativo di tracciare delle linee di demarcazione e dei confini chiari tra i concetti di mentalizzazione, mindfulness, insight, empatia e interpretazione. Kernberg dedica poi uno spazio particolare alla sessualità e alle “limitazioni alla capacità di amare” caratteristiche dell’area borderline.

Il capitolo che meglio rappresenta la tendenza all’apertura della teoria psicoanalitica ad altri campi e metodi di indagine è quello che affronta, passando in rassegna le più recenti linee di ricerca, il rapporto tra affetti intesi dal punto di vista psicoanalitico e aspetti neurobiologici.

Chiudono il volume alcuni contributi legati ad aspetti che potrebbero essere considerati marginali, ma che rappresentano probabilmente alcune tra le sfide più rilevanti nella società contemporanea: il tema della formazione in psicoanalisi e quello della religione.

Kernberg, past president dell’International Psychoanalytical Association dal 1997 al 2001, propone un’analisi attenta e critica delle difficoltà relative alla formazione psicoanalitica e alle dinamiche istituzionali degli istituti di formazione. La religione è infine trattata dall’autore sia nei suoi aspetti di costruzione socio-culturale che in relazione alla capacità di trascendere dal dominio interno delle relazioni oggettuali nella formazione di un’esperienza spirituale.

 

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