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Giudicare gli altri in base al volto già da bambini – Psicologia

Secondo uno studio la tendenza a giudicare gli altri sulla base di caratteristiche del volto inizia nella prima infanzia e non richiede esperienza sociale.

Di Giulia Radice

Pubblicato il 14 Mar. 2014

Aggiornato il 08 Lug. 2019 12:59

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Secondo la ricerca condotta da Emily Cogsdill della Harvard University, la nostra tendenza a giudicare gli altri sulla base di caratteristiche fisiche, soprattutto del volto, inizia già nella prima infanzia e non richiede anni di esperienza sociale.

Lo studio dimostra infatti che proprio come gli adulti, anche i bambini (a partire dai 3 anni) tenderebbero a creare delle inferenze sui tratti caratteriali altrui, come l’affidabilità e la competenza, semplicemente osservando il volto dell’altra persona.

Già precedenti indagini hanno mostrato che gli adulti usano regolarmente l’osservazione dei volti per fare delle inferenze sui tratti caratteriali altrui, ma non risulta ancora chiaro se questa tendenza si costruisca lentamente a seguito di esperienze di vita o se invece sia un impulso più istintuale che tende a emerge primi anni di vita.

Se l’accordo adulto-bambino sulle inferenze caratteriali detotte dai tratti facciali emerge gradualmente durante lo sviluppo, si potrebbe dedurre che queste inferenze richiedono un certa quantita di esperienze sociali per essere sviluppate“, scrivono Cogsdill e colleghi. “Se, al contrario, le inferenze generate dai bambini risultano simili a quelle degli adulti, si potrebbe ipotizzare che tali processi di giudizio possono essere considerati una capacità cognitiva sociale fondamentale che emerge precocemente.

Per esplorare queste ipotesi, i ricercatori hanno chiesto a 99 adulti e 141 bambini (età 3-10) di giudicare delle coppie di volti computer-generated che potevano differire per tre tratti: affidabilità (buono/cattivo), dominanza (forte/debole), competenza (intelligente/non intelligente). Dopo l’osservazione di un paio di volti, ai partecipanti venivano rivolte alcune domande mirate a indagare i loro giudizi (“questa persona è buona o cattiva?“).

Come previsto, sia gli adulti che i bambini hanno mostrato accordo sui tratti attribuiti ai volti, e sebbene i bambini di 3/4 anni mostravano livelli di coerenza di poco inferiori rispetto ai bambini di 7 anni, questi ultimi apparivano più in accordo con i giudizi degli adulti, indicando così la presenza di una possibile evoluzione nella tendenza al giudizio a partire dai volti. I bambini inoltre apparivano più coerenti nel giudicare il tratto “affidabilità” rispetto agli altri due, suggerendo così una tendenza a prestare particolare attenzione a questa specifica caratteristica.

È importante sottolineare che i risultati della ricerca non affrontano la questione in merito alla veridicità dei giudizi espressi dai soggetti relativamente al carattere dei volti osservati, ma mirano semplicemente a dimostrare che adulti e bambini appaiono coerenti nei tratti che attribuiscono alle facce, a prescindere dalla validità di tali giudizi.

Infine, concludono i ricercatori, non essendo ancora chiaro quando questa tendenza al giudizio apparirebbe primariamente, potrebbe essere interessante creare un nuovo gruppo di bambini con età inferiore ai 3 anni.

 

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Giulia Radice
Giulia Radice

Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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