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La bellezza delle cose fragili: Bellezza e fragilità dell’Attaccamento

La bellezza delle cose fragili-un mirabile romanzo sulla famiglia, sull’amore, sulla perdita, sulla bellezza e sui legami di attaccamento.

Di Anna Angelillo

Pubblicato il 12 Feb. 2014

Aggiornato il 21 Mag. 2014 13:49

Anna Angelillo.

La bellezza delle cose fragili

di Selasi Taiye. Enaudi (2013)

LE RECENSIONI DI STATE OF MIND

La Bellezza delle cosa fragili. (2013). -Immagine: locandinaRimane così un mirabile romanzo sulla famiglia, sull’amore, sulla perdita e sulla bellezza. E anche sui legami di attaccamento, in tutte le sfumature concepibili, declinati mirabilmente da una penna profana. Delle pagine che meritano di essere tenute strette.

“La bellezza delle cose fragili” è il titolo del primo romanzo che Taiye Selasi intesse per il suo esordio da scrittrice. Nata a Londra da padre ghanese e madre nigeriana, e vissuta in Massachusetts, Taiye Selasi racconta la storia di una famiglia africana, partendo dal suo triste epilogo: Kweku Sai muore solo nel giardino della sua casa in Ghana.

Ad apprenderne la scomparsa, dall’altra parte del mondo, i suoi figli e la sua Fola. A riempire la distanza di “chilometri, oceani e fusi orari (e altri tipi di distanze più difficili da coprire, come il cuore spezzato, la rabbia, il dolore calcificato e domande che per troppo tempo nessuno ha fatto)” ci sono le pagine di questo romanzo, nelle quali, riga dopo riga, prende forma la bellezza di questa storia di costruzione e rottura di legami.

Da un punto di vista psicologico, il romanzo colpisce perché sembra, in alcuni tratti, una trattazione sul tema dell’attaccamento, dal suo sviluppo al suo epilogo. Ci sono pagine che ben descrivono i rapporti tra genitori e figli nel loro modellarsi, e che ben tracciano le strade che i protagonisti intraprendono poi nel corso degli eventi che muovono le loro vite.

Il romanzo è la storia, in primis, di una coppia, quella di Kweku e Fola, che scappa dal continente nero alla ricerca di libertà e rivincita. È la storia di un giovane amore, è la voglia di dimostrare che l’Africa non è solo povertà e miseria, ma riuscita e rivalsa. È la storia di un uomo, un marito, un padre. È la storia di una donna, di una moglie, di una madre.

È la storia di una divisione devastante, ma anche di un ricongiungimento commovente.

È la storia di quattro figli, di quattro diversi legami, di quattro differenti vissuti.

È la storia di un figlio maggiore, del ragazzo che segue le orme del padre, per ammirazione, ma anche (o forse soprattutto) per vivere la vita che il padre aveva cominciato, ma da cui poi si è allontanato; è la storia di un uomo che non sa dare un inizio, perché in esso è contenuta inevitabilmente una fine, che ha vissuto una volta e non vuole più.

È la storia di due gemelli, l’incarnazione della bellezza più pulita. È la storia di un legame profondo, un lui e una lei, che sono una cosa sola, che va oltre l’esser nati uniti. È la storia di due ferite che cercano sollievo l’uno nell’altro, nonostante si trovino ad allontanarsi.

È la storia dell’ultima piccola arrivata. È la storia di una vita salvata per un soffio. È la storia di una solitudine inquieta, perché troppo piccola per ricordare i fatti, e cresciuta per questo in una costante sensazione di inadeguatezza.

È la storia di una famiglia di cristallo: è bella, ma fragile (come le cose belle).

È la storia di una famiglia di cristallo che un giorno si rompe, e i cui sei pezzi che ne derivano vanno ognuno in una direzione differente: ciascuno dà agli eventi una propria lettura, attribuisce ad essi un proprio significato, l’unico possibile per ciascuno, alla luce del proprio sentire, delle proprie convinzioni, aspettative e bisogni.

Ciascuno sviluppa una modalità di funzionamento e si muove nel mondo in base ad essa, così da dare un senso alla propria storia e al proprio Sé. È possibile, infatti, seguire come in un gioco-labirinto, i percorsi di ognuno, e rimanere stupiti e commossi di come ognuno a suo modo (e a tratti anche in modalità opposte) ha costruito un senso di sé unico rispetto agli altri, pur nascendo dallo stesso legame (e dalla stessa frattura), di come pezzi dello stesso vaso di cristallo, che si è rotto nello stesso momento e a causa dello stesso evento, si dividano in pezzi unici, nessuno uguale ad un altro.

La bravura della scrittrice sta nel non dare per scontate le conseguenze di un evento, perché unica è la realtà di ciascuno nelle conseguenza che si vivono, nel dare il giusto spazio e il pieno valore a ciascuno degli epiloghi possibili, dando vita a differenti scenari, tutti plausibili e coerenti, dando a ciascuna vita lo spessore che merita.

Rimane così un mirabile romanzo sulla famiglia, sull’amore, sulla perdita e sulla bellezza. E anche sui legami di attaccamento, in tutte le sfumature concepibili, declinati mirabilmente da una penna profana. Delle pagine che meritano di essere tenute strette.

ARGOMENTI CONSIGLIATI:

RECENSIONI – LETTERATURA FAMIGLIA ATTACCAMENTO

 

BIBLIOGRAFIA:

 

AUTORE:

Anna Angelillo – Dottoressa in Psicologia – Master in Psicologia Forense – Attualmente Specializzanda presso Scuola di Formazione in Psicoterapia Cognitiva (Torino)

 

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