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Non si può più dire “è più forte di me”, ora si può gestire l’aggressività.

Alcuni fattori del nostro organismo come ormoni, glucosio e addirittura geni ci dimostrano come si possa provare a controllare l'aggressività e impulsività

Di Elena Tugnoli

Pubblicato il 14 Feb. 2014

 

La Redazione di State of Mind consiglia la lettura di questo contenuto:

 


Come mai chi mette in atto comportamenti aggressivi non riesce a fermarsi in tempo?

Per il senso comune è quasi impossibile pensare che una persona aggressiva o violenta non sia in grado di controllare la propria impulsività.

Ecco che ci vengono in aiuto alcune ricerche che ci dimostrano come chi è più aggressivo di fatto tenta di inibire il primo impulso di rabbia, ma che non sempre è possibile.

Questi fattori che vengono esplicati e messi a confronto nelle  ricerche dell’articolo, comprendono sia fattori genetici (gene della monamina ossidasi-A),sia livelli ormonali (cortisolo, testosterone…) che infine quelli di glucosio. Il fattore comune di queste ricerche sembra essere che non esiste un “è più forte di me” e la scienza ce lo dimostra!

Grazie anche all’intervento dei fattori, genetici od organici sembra esserci da parte del cervello un tentativo di inibizione del comportamento, che però spesso va a discapito di altro, ad esempio una prestazione cognitiva.

Quello che queste ricerche suggeriscono è che sia possibile andare ad agire sul cervello dell’aggressivo e limitare il danno del suo comportamento, gli si può insegnare a mantenere quello che lui tenta di mettere in atto spontaneamente.

 

An impatient commuter shoves us out of the way to get onto the subway train. The bullying boss enjoys berating us in front of colleagues. The grouch next door yells at the neighborhood kids whenever a kickball accidentally ends up in his yard. We routinely deal with people who seem socially reckless, quick to retaliate at any perceived slight, and unremorseful if not downright sadistic.

In truth, though, the modern mantra “mean people suck” fails to capture many underlying drivers of aggression, cruelty, and hostility. Recent work in social neuroscience indicates that the brains of hotheaded people seem to work extra hard to control their outbursts, but for some reason fail.

 

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