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Chi ha spostato il mio formaggio? Cambiare se stessi in un mondo che cambia. Recensione

Chi ha spostato il mio formaggio? - Si tratta di una lettura che invita, in modo leggero e spiritoso, a relazionarsi alla vita con stile innovativo.

Di Annalisa Bertuzzi

Pubblicato il 15 Gen. 2014

Spencer Johnson

Chi ha spostato il mio formaggio?

Cambiare se stessi in un mondo che cambia

(1999) Sperling e Kupfer

 RECENSIONI

Chi ha spostato il mio formaggio? Cambiare se stessi in un mondo che cambia  Spencer Johnson   (1999)  Sperling e Kupfer - locandina

Chi ha spostato il mio formaggio? – Si tratta di una lettura che  invita, in modo leggero e spiritoso, a relazionarsi alla vita con stile innovativo, evitando di farsi eccessivamente condizionare  dalle abitudini e dalla quotidianità.  

Cosa c’entra il formaggio con il cambiamento? La risposta è in questo libro-favola che racconta di due topolini, Nasofino e Trottolino, e di due gnomi, Tentenna e Ridolino, che vivono in un imprecisato Labirinto.

Per nutrirsi ed essere felici i quattro protagonisti hanno bisogno di Formaggio, per procurarsi il quale vagano nel Labirinto fino a quando, un giorno, riescono per puro caso a trovare un enorme deposito, in cui ciascuno di loro trova il tipo di Formaggio che lo soddisfa di più.

Da quel momento la vita, grazie all’abbondanza di Formaggio, scorre tranquilla, anche se lo stile con cui i topi e gli gnomi la affrontano è diverso: i topolini vanno ogni giorno al deposito del Formaggio, ma sono sempre all’erta; notano i cambiamenti e tengono sempre le loro scarpe da ginnastica attaccate al collo per poter fare fronte, se ne presentasse la necessità, all’esigenza di dover ricominciare a correre per cercare.

Gli gnomi, invece, cominciano a considerare il deposito di Formaggio un posto dove sistemarsi e vivere senza problemi per il resto della loro esistenza. Arrivano con calma, sistemano le loro scarpe, cominciano a decorare il magazzino con scritte che lo rendano familiare e si considerano al riparo dagli imprevisti, ora che l’apparentemente inesauribile  riserva di Formaggio  è a loro disposizione.

Ma un giorno, inevitabilmente,  le cose cambiano: il Formaggio comincia a diminuire finché si esaurisce del tutto. I topolini, che avevano già intuito i segni di questo cambiamento, non vengono colti di sorpresa; senza fare drammi si adattano alla nuova situazione e si rituffano nel Labirinto, per andare alla ricerca di un nuovo deposito di Formaggio.  

Per gli gnomi le cose vanno diversamente; da bravi abitudinari essi continuano a tornare ogni mattino al magazzino aspettandosi che, una volta entrati, tutto sia tornato come prima. Sperano che il Formaggio ritorni magicamente; invece di cambiare il loro comportamento per adattarsi alla nuova situazione, rimangono passivi, nella speranza che venga restituito loro ciò che avevano.

Il tanto amato “Formaggio” simbolizza ogni sorta di desiderio umano: il Labirinto rappresenta la vita, con il suo cammino mai lineare,  e  il Formaggio costituisce ciò che è importante per vivere bene.

Il libro non contiene  concetti complessi  e il suo valore risiede proprio in questo: propone suggerimenti apparentemente scontati che, tuttavia, nei momenti in cui ci  si trova in fasi di cambiamento (in cui qualcuno o qualcosa ha spostato il Formaggio!) spesso non vengono presi in considerazione.

Ci sono persone istintive che, come il topo Nasofino, sentono arrivare i cambiamenti e sono pronte a reagire prima che gli eventi li costringano a farlo; ma ci sono anche molti che, come lo gnomo Tentenna, non guardano in faccia la realtà e, schiavi delle abitudini, rimangono prigionieri di situazioni compromesse, ostinandosi a sperare che le cose tornino magicamente come prima.

Poi ci sono persone timorose come Ridolino (non hanno l’intuito di Nasofino, né l’energia di Trottolino) che inizialmente esitano, limitati dalla paura di guardare fuori dal Labirinto, ma poi riescono a acquistare coraggio, riscoprendosi nuovamente capaci di partire alla ricerca del “Nuovo Formaggio”.

Si tratta di una lettura che  invita, in modo leggero e spiritoso, a relazionarsi alla vita con stile innovativo, evitando di farsi eccessivamente condizionare  dalle abitudini e dalla quotidianità.  

Sarebbe interessante, mentre si legge, domandarsi se ci si identifica di più con Nasofino o  Ridolino, Trottolino o Tentenna, per verificare se ciò che abbiamo ora corrisponde veramente al Formaggio che vogliamo.

Alcune regole che  Ridolino scrive su muri del Labirinto sono:

  • se noterai per tempo i piccoli cambiamenti ti sarà più facile adattarti a quelli grandi, quando arriveranno;
  • seguire una direzione nuova aiuta a trovare il Nuovo Formaggio;
  • quando superi le tue paure ti senti libero;
  • se immagini di gustare il Nuovo Formaggio già prima di trovarlo, scoprirai la via giusta per conquistarlo;
  • quanto più rapidamente abbandonerai il Vecchio Formaggio tanto prima gusterai quello nuovo;
  • è meno pericoloso affrontare il Labirinto che rimanere fermi senza  Formaggio.

Spesso risulta difficile accettare il fatto che le cose intorno a noi cambino; tuttavia, se riuscissimo ad accettare il cambiamento con serenità,  sarebbe più semplice affrontare tutto quello che la vita riserva (nel bene e nel male).  La convinzione che il cambiamento può condurre soltanto a delle cose negative (perché non conosciute) impedisce di riconoscere che esso può portare a dei miglioramenti e costituire occasione di crescita.

LEGGI:

RECENSIONILETTERATURAPSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA

 

 

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Annalisa Bertuzzi
Annalisa Bertuzzi

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA AD INDIRIZZO UMANISTICO - INTEGRATO

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