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Alimentazione: Le buone abitudini cominciano nella pancia della mamma

Una dieta variata durante la gravidanza e l'allattamento favorisce nei futuri nati un maggiore apprezzamento per una vasta gamma di sapori.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 23 Dic. 2013

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

I ricercatori del Monell Chemical Senses Center , un’organizzazione di ricerca no-profit di Philadelphia, hanno scoperto che una dieta variata durante la gravidanza e l’allattamento favorisce nei futuri nati un maggiore apprezzamento per una vasta gamma di sapori; queste preferenze inoltre si sviluppano nell’infanzia e continuano nell’età adulta.

Sulla base di questi risultati i ricercatori ritengono che le preferenze alimentari che si sviluppano in periodi cruciali nella prima infanzia hanno effetti duraturi per tutta la vita.  Infatti cambiare  le preferenze alimentari dall’infanzia all’età adulta sembra essere estremamente difficile.

I ricercatori hanno identificato diversi periodi sensibili per lo sviluppo del gusto. Uno è prima di tre mesi e mezzo di età , per questo motivo ciò che la madre mangia durante la gravidanza e l’allattamento è così importante .

I neonati esposti a una varietà di sapori nell’infanzia sono più disposti ad accettare una varietà di sapori nell’arco dell’intera vita. Questo è un elemento importante perchè il tipo di alimentazione nella prima infanzia getta potenzialmente le basi per una corretta educazione alimentare anche nell’adulto e si pone come importante elemento di prevenzione nei confronti delle cattive abitudini alimentari e dei diffusi problemi di sovrappeso e obesità, così comuni anche nell’infanzia.

C’è un’altra ragione per cui queste esposizioni hanno un impatto permanente, dicono i ricercatori: “Questa esposizione precoce porta ad un fenomeno simile all’ imprinting, per cui i sapori preferiti veicolano anche un attaccamento emotivo.”

Un altro recente studio condotto presso il centro di ricerca dell’Università di Adelaide ha rilevato che l’esposizione a una “cattiva” dieta materna (cibi che altamente energetici, e con un alto contenuto di grassi e zuccheri) ha indotto nei bambini una preferenza per questi stessi alimenti .

L’esposizione al junk food in utero e attraverso il latte materno porta la prole una desensibilizzazione per cibi dolci e grassi; alla base di questo ci sarebbe l’indebolimento di un percorso di ricompensa, mediato dalla maggiore espressione del gene per un recettore degli oppioidi. Come per una dipendenza da droghe è necessario assumere una maggiore quantità della sostanza, in questo caso grassi e dolci, per ottenere un senso di appagamento.

Altre ricerche hanno evidenziato che i sapori dolci hanno un effetto analgesico sui neonati e i bambini ma che questo effetto è ridotto nei bambini obesi, forse a causa  di qualche perturbazione nel sistema degli oppioidi, per cui i bambini obesi hanno bisogno di maggiori quantità di alimenti dolci per ottenere lo stesso effetto calmante dei bambini normopeso.

Questi studi mettono in discussione l’etica della commercializzazione di alimenti di scarsa qualità per i bambini e lattanti.

LEGGI:

ALIMENTAZIONEBAMBINIGRAVIDANZA E GENITORIALITA’

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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