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Emicrania? Occhio all’umore

L'emicrania è una malattia neurologica cronica caratterizzata da ricorrenti cefalee, in associazione con una serie di sintomi del sistema nervoso autonomo.

Di Emma Fadda

Pubblicato il 26 Nov. 2013

Emicrania e depressione. - Immagine: © Ariwasabi - Fotolia.comL’emicrania è una malattia neurologica cronica caratterizzata da ricorrenti cefalee, spesso in associazione con una serie di sintomi del sistema nervoso autonomo.

In genere il dolore è unilaterale, colpendo cioè solo una metà della testa, e pulsante, con una durata variabile. I sintomi associati possono includere nausea, vomito, fotofobia (aumento della sensibilità alla luce) e fonofobia (aumento della sensibilità al suono). Fino a un terzo delle persone con emicrania sperimentano l’aura: un disturbo transitorio visivo, sensoriale, motorio o del linguaggio che precede di poco il verificarsi di un episodio di mal di testa e che a volte può verificarsi senza che un mal di testa ne succeda. Esiste ormai un generale accorto sul fatto che questa sia una malattia multifattoriale, ovvero che chiami in causa sia fattori di natura genetica che ambientale.

A livello mondiale, le emicranie colpiscono quasi il 15% della popolazione o circa un miliardo di individui. È più comune nelle donne (19% delle appartenenti a questo sesso) rispetto agli uomini (11%). Sono state descritte attualmente sette classi di emicrania, che si differenziano in base alla sede del dolore, durata, tipo di sintomatologia esperita dal soggetto.

In un recente studio pubblicato sull’importante rivista Internazionale Depression Research and Treatment un gruppo di ricercatori dell’Università di Toronto ha dimostrato come la depressione sia due volte più frequente nelle persone che soffrono di emicrania rispetto a chi non ne soffre. I risultati sono stati ottenuti a partire da un campione di più di 67 mila soggetti e sembra essere particolarmente significativo tra le persone di giovane età: le donne che soffrono di emicrania sotto i 30 anni hanno sei volte la probabilità di depressione rispetto alle donne di 65 anni o più. Inoltre, soffrire di emicrania, non essere sposati ed avere difficoltà nelle attività quotidiane sono condizioni che si associano a un maggior rischio di depressione.

Gli autori hanno osservato come la prevalenza dell’emicrania fosse più frequente nelle donne rispetto agli uomini emicranici, in un rapporto di 7:1 nelle donne e 16:1 negli uomini. Infine, soffrire di depressione e di emicrania sembra aumentare in modo significativo il rischio di ideazione suicidaria, in particolare nei giovani con età inferiore ai 30 anni rispetto ai soggetti di 65 anni e più. Nello spiegare i risultati gli autori hanno ipotizzato che i giovani con emicrania soffrano maggiormente di depressione e ideazione suicidaria perché non hanno ancora trovato un supporto terapeutico adeguato e sviluppato strategie di coping che possano essere utili al fine di ridurre il dolore e l’impatto che questa malattia cronica ha nella loro vita.

I base ai dati di ricerca diventa quindi fondamentale che i professionisti che hanno in cura il paziente svolgano un adeguato screening del paziente e mettano a punto interventi mirati e differenziati, che tengano conto del quadro sintomatologico complesso del paziente. Interventi di prevenzione della depressione dovrebbero essere quindi promossi per tutti quelle persone “a rischio” sulla base anche della presenza o meno, piuttosto che della familiarità e vulnerabilità per la patologia emicranica.

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Emma Fadda
Emma Fadda

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, PhD presso l'Università Vita-Salute San Raffaele

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