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Cognitive Reappraisal, l’efficacia dipende dal contesto!

Il cognitive reappraisal: ciò che proviamo dipende non tanto dalle situazioni in cui ci troviamo bensì dal significato che gli attribuiamo.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 12 Nov. 2013

Aggiornato il 26 Mag. 2014 14:40

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Saper regolare le proprie emozioni è importante ma in alcune circostanze può essere poco utile. Il cognitive reappraisal, letteralmente rivalutazione cognitiva, prevede il riconoscimento del fatto che ciò che proviamo dipende non tanto dalle situazioni in cui ci troviamo bensì dal significato che gli attribuiamo, cioè dai pensieri che formuliamo rispetto al contesto in cui ci troviamo, e che è possibile modulare e gestire gli stati emotivi grazie alla riformulazione dei pensieri che hanno elicitato le emozioni stesse.

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Secondo un recente studio, l’utilità di questa tecnica sembra dipendere dalla controllabilità, o meno, delle situazioni che generano stress. La rivalutazione cognitiva, utile nei contesti incontrollabili (cioè quelli in cui possiamo solo regolare noi stessi ma non abbiamo modo di influenzare il contesto), sarebbe invece poco utile quando i fattori di stress responsabili dell’attivazione emotiva sono sotto il nostro controllo (ad esempio problemi sul lavoro a causa di scarso rendimento).

I ricercatori hanno reclutato un campione di persone che avevano recentemente subito un evento di vita stressante, ai quali hanno somministrato un questionario online per misurare i loro livelli di depressione e di stress; circa una settimana dopo, in laboratorio è stata testata la loro abilità di cognitive reappraisal.

I risultati dimostrano che la capacità di regolare la tristezza è associata a un minor numero di sintomi depressivi, ma solo per i partecipanti il cui obiettivo era un fattore di stress incontrollabile, un coniuge malato per esempio. Quando il fattore di stress era più controllabile la rivalutazione cognitiva non è stata efficace nel limitare la reazione depressiva.

Questi risultati suggeriscono che nessuna strategia di regolazione delle emozioni è sempre adattiva, ma che è necessario utilizzare interventi terapeutici mirati a seconda del contesto che genera stress; se il cognitive reappraisal risulta efficace nel caso di contesti più incontrollabili, in quelli in cui si ha maggiore controllo potrebbe essere più utile utilizzare il problem solving o la ricerca di supporto relazionale.

I ricercatori hanno in programma di approfondire l’uso di altre strategie di regolazione delle emozioni (l’accettazione, la distrazione, la soppressione) in base hai contesti in cui l’individuo si trova.

LEGGI:

REAPPRAISAL

SCIENZE COGNITIVE – RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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