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Schema Therapy per bambini e adolescenti Report dal Workshop di Milano 22-23 giugno

Il Dr. Cristof Loose ha condotto il workshop Schema Therapy sugli approcci terapeutici dedicati ai più piccoli. Report da Milano 22-23 Giugno 2013

Di Irene Giardini

Pubblicato il 04 Lug. 2013

Report del workshop

La Schema Therapy per bambini e adolescenti

Milano 22-23 giugno

 

Report workshop Schema Therapy Milano 22 - 23 giugno . - Immagine: © konradbak - Fotolia.comIl Dr. Cristof Loose, psicologo psicoterapeuta formatosi in Schema Therapy, che ha portato la sua esperienza clinica con bambini e adolescenti, ci ha guidato nella scoperta di come la Schema Therapy possa essere declinata in un approccio terapeutico indicato per i più piccoli.

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Il workshop è stato una scoperta guidata nel capire come la teoria della Schema Therapy possa spiegare ai bambini la cornice teorica degli interventi che verranno fatti nel percorso terapeutico.

Siamo partiti dalla definizione di schema:  tema vasto e pervasivo concernente una persona e la relazione che questa ha con gli altri, sviluppato durante l’infanzia e elaborato nel corso della vita e disfunzionale a un livello significativo.

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Passando attraverso a quelle esperienze che favoriscono l’acquisizione di un determinato schema:

  • Frustrazione dei bisogni
  • Esperienze traumatiche
  • Eccessiva indulgenza
  • Esperienze di accudimento invertito.

In particolare gli obiettivi della Schema Therapy per bambini e adolescenti sono: 1- focalizzarsi sui bisogni emotivi del bambino, validarli e favorirne il soddisfacimento; 2- indebolire gli schemi maladattivi precoci; 3- apprendere come uscire da schema mode controproducenti; 4- porre enfasi sulla relazione terapeutica; 5- istruire i genitori e i caregivers supportandoli e incoraggiandoli a liberarsi da pattern emotivi e comportamentali disfunzionali.

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Ma come è possibile fare tutto questo?

Prima di tutto è necessario chiarire nella testa dei terapeuti il concetto di schema, la divisione e il raggruppamento in domini, specificando in modo dettagliato i pensieri e gli stili di coping  per ognuno dei 18 schemi descritti da Young. Così da avere una mappa chiara e definita da poter usare in terapia.

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Si arriva alla concettualizzazione del caso passando attraverso quelli che sono i fattori di rischio e di protezione connessi alla vita dell’individuo per lo sviluppo di disturbi psicologici o psicosomatici della persona.

Parte iniziale del percorso terapeutico è una prima fase di psicoeducazione in cui si ragiona assieme al bambino sull’origine del problema, su dove e da chi ha imparato a comportarsi in un certo modo in risposte a specifiche situazioni. Da un lato validando il significato della risposta trovata fino ad ora dall’altro suggerendone altre possibili. Una prima occasione per parlare degli schemi attivati, andando a collegare cognizione e stile genitoriale con le strategie di coping (evitamento, resa e ipercompensazione), delineando così la storia specifica di ogni singolo cliente. In questo il clinico può essere aiutato da card sulle quali vi sono scritti diversi pensieri tipici per ogni schema: si chiede al bambino di selezionare quelli per lui maggiormente conosciuti e frequenti. Un primo strumento di valutazione che permette di costruire un linguaggio condiviso con il paziente.

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Nella seconda parte del workshop il Dr. Loose ci presenta il modello degli schema mode. I mode sono stati emotivi attimo per attimo che possono venire scatenati da eventi quotidiani e da eventi per il quali il bambino è particolarmente attivato.  Il terapeuta pian piano presenta al bambino i mode nei loro aspetti cognitivo-emotivo-fisiologici e di messa in atto, ragionando sulla differenza tra il conoscere\riconoscere e il sentire uno schema mode. Nella terapia con i bambini e gli adolescenti risulta importante lavorare con i mode perché questi permettono di spiegare e comprendere agevolmente i propri comportamenti e vissuti emotivi. Avere una cornice coerente di spiegazione del comportamento permette ai bambini di avere una maggior consapevolezza che consente di interrompere vecchi pattern mode e schemi disfunzionali portando di conseguenza un sostanziale cambiamento comportamentale. Primo step del lavoro con i mode è quello di rafforzare la relazione terapeutica e di enfatizzare quelle che sono le risorse del nostro cliente, tenendo presente anche le caratteristiche positive che spesso in un percorso terapeutico vengono considerate dal pazienti meno importanti e degne di nota. Regola generale nel lavoro con i mode del bambino è condurre il bambino in quello stesso mode. Il terapeuta e il bambino costruiscono insieme un quadro dei mode della persona, una sorta di squadra interna che il bambino deve conoscere per modificare il proprio comportamento e per comprendere quello che fino ad oggi è stato. Anche nel lavoro con i mode dei bambini centrale è il concetto di limited reparenting, cioè  andare a soddisfare, grazie alla relazione terapeutica, i bisogni che sono stati frustrati.

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Le strategie terapeutiche vengono presentate come una panoramica attraverso la visione di sedute videoregistrate e attraverso esercizi esperienziali: lavoro con disegni e fotografie; terapia del gioco basata sui mode; lavoro con racconti, marionette da dita e mani, metafore, lavoro con la sedia, immaginazione, presentazione visiva della “casa interiore”, flash card e compiti per casa. Tanto il materiale visto e tanta la possibilità di sperimentarsi nel ruolo del terapeuta e del cliente imparando ad utilizzare una terminologia declinata sui bambini e le sequenze di lavoro adatte ad età specifiche. Le simulate, che rendono sempre molto ricchi i workshop, rendendo possibile l’immergersi in un mondo emotivo proprio immaginando e sentendo la potenza che certi strumenti all’interno della cornice teorica della Schema Therapy hanno.

Una parte importante del workshop è stato il fornire linee guida per il lavoro con i genitori, Schema Coaching. I contenuti trattati sono stati le tipiche costellazioni dei mode genitoriali, flash card sul ciclo dei mode, indagine su schemi e mode parentali, implementazione pratica nel mode work svolto con i genitori (lavoro con la sedia, disegni). Diventa importante definire quali mode esistono e come vengono attivati dai comportamenti dei figli. Ritornare all’infanzia dell’individuo al fine di chiarire quali bisogni siano rimasti insoddisfatti nell’infanzia del genitore, considerare il tipo di infanzia che hanno avuto i genitori del nostro cliente, inclusi gli schemi che hanno avuto e che hanno tutt’ora.

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Sicuramente molto affascinata da tutto il materiale che il Dr. Loose ha portato per farci immergere nella sua modalità terapeutica, pupazzi, marionette, carte da gioco, fogli, colori e burattini rientro a casa con molte idee spunti e soprattutto con tanto materiale che posso praticamente utilizzare in terapia, e questo credo che sia il valore aggiunto di un buon workshop fare andare a casa i terapeuti con tanto materiale da mettere nella propria cassetta degli attrezzi.

Ripensando a questo interessante workshop mi vengono in mente due frasi tratte dal piccolo principe che in chiusura condivido con voi:

 

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)

I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.

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