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Pensare alla morte può stimolare l’umorismo?

Gli autori hanno ipotizzato che attivazione di pensieri riguardanti la morte potrebbe stimolare l'umorismo.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 19 Lug. 2013

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Dal momento che l’umorismo è utile per una varietà di scopi, tra cui la difesa psicologica contro l’ansia, gli autori hanno ipotizzato che l’attivazione di pensieri riguardanti la morte potrebbe stimolare l’umorismo.

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L’umorismo è una parte intrinseca dell’esperienza umana, eppure, poca ricerca è stata condotta fino ad oggi sulla funzione psicologica dell’umorismo.

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Secondo la Terror Management Theory, la conoscenza della propria transitorietà crea una dirompente ansia esistenziale, che l’individuo tiene sotto controllo con due meccanismi di coping: la rigida aderenza ai valori culturali dominanti, e il rafforzamento dell’autostima.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Humor indaga se l’attivazione di pensieri sulla morte influenzi la propria capacità di generare creativamente umorismo.

Dal momento che l’umorismo è utile per una varietà di scopi, tra cui la difesa psicologica contro l’ansia, gli autori hanno ipotizzato che l’attivazione di pensieri riguardanti la morte potrebbe stimolare l’umorismo.

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Nello studio 117 studenti sono stati suddivisi in quattro gruppi sperimentali, ciascuno dei quali si è confrontato con i temi del dolore e della morte, mentre mentre svolgeva dei compiti. Due dei gruppi, mentre svolgevano i compiti, sono stati esposti, inconsapevolmente, a parole lampeggianti (dolore e morte) per 33 millesimi di secondo. Gli altri due gruppi hanno svolto un compito di scrittura per esprimere emozioni riguardanti la propria morte o una visita dolorosa dal dentista. In seguito, tutti e quattro i gruppi hanno dovuto scrivere la didascalia di una vignetta del The New Yorker.

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Le didascalie delle vignette sono state poi presentate ad una giuria indipendente che non sapeva nulla dell’esperimento. I risultati indicano che le didascalie scritte da individui stimolati con la parola morte sono state votate come nettamente più divertenti dalla giuria.

Il risultato opposto è stato ottenuto dagli gli studenti che hanno invece scritto sulla morte: le loro didascalie erano le meno divertenti.

Sulla base di questo esperimento, i ricercatori hanno concluso che l’umorismo aiuta l’individuo a tollerare l’ansia latente che potrebbe altrimenti essere destabilizzante. In accordo anche con studi precedenti che indicano che l’umorismo è una componente integrale della resilienza.

L’attivazione di pensieri coscienti riguardanti la morte sembra invece compromettere la generazione creativa di umorismo.

Gli autori sottolineano la necessità di ulteriori ricerche, non solo per esplorare l’efficacia dell’umorismo come un meccanismo di coping in varie circostanze, ma anche per identificarne i vantaggi emotivi, cognitivi e sociali in condizioni di avversità.

LEGGI:

ANSIA – DOLORE – MORTE

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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